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Lo svantaggio dei figli maggiori: uno studio spiega perché nascere per primi non sempre sia un bene

Un recente ricerca ha scoperto come primogeniti e figli unici siano più soggetti a ansia e depressione rispetto ai fratelli e le sorelle minori. Tra le possibili cause, non analizzate dall’indagine, potrebbero esserci l’influenza del maggior carico di aspettative e il divario negli approcci di cura da parte dei genitori.
A cura di Niccolò De Rosa
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Lo svantaggio dei figli maggiori: uno studio perché nascere per primi non sempre sia un bene

Di solito si pensa che i primogeniti siano i figli preferiti, quelli più coccolati, spesso viziati, e sui quali i genitori compiono il maggior investimento in termini di energie e attenzioni. Eppure, anche per loro l'ordine di nascita non sempre rappresenta un privilegio. Un recente studio sembra infatti aver scoperto un'inattesa connessione tra la primogenitura e la salute mentale dei bambini: i fratelli (e le sorelle) maggiori e i figli unici sembrano infatti essere maggiormente predisposti a sviluppare ansia e depressione.

La ricerca, condotta dal team di Epic Research su oltre 180.000 cartelle mediche, ha mostrato come i primogeniti con fratelli abbiano il 48% di probabilità in più di soffrire di ansia e il 35% in più di depressione entro gli otto anni, rispetto ai secondogeniti o ai figli nati in seguito. Simili rischi sono emersi anche per i figli unici, i quali risultano avere una maggiore predisposizione all’ansia (42%) e alla depressione (38%) rispetto ai bambini con fratelli maggiori.

L’ordine di nascita come fattore di rischio

Come specificato dagli stessi autori, la ricerca non ha indagato le cause specifiche di questa associazione (il progetto di Epic Research nasce per fornire informazioni utili e analisi statistiche usando dati già presenti nei database clinici), ma ha individuato nell’ordine di nascita un possibile indicatore di rischio per ansia e depressione, tra i numerosi altri.

Secondo Caleb Cox, direttore del dipartimento di ricerca e scienze dei dati di Epic Research, questa scoperta "aggiunge un tassello importante alla comprensione dei fattori di rischio per i bambini". Contattato dall'HuffPost, Cox ha quindi spiegato come, poiché ansia e depressione non hanno una singola causa, sia fondamentale per genitori e specialisti riconoscere quei fattori che potrebbero aumentare il rischio di insorgenza di queste problematiche, al fine di offrire supporto personalizzato ai bambini.

Cox ha anche sottolineato come esistano comunque numerosi secondogeniti o figli nati dopo che lottano con ansia e depressione: ciò rende importante che i genitori prestino attenzione ai bisogni di tutti i loro figli, indipendentemente dal loro ordine di nascita.

Le possibili spiegazioni

Il risultato della ricerca è subito diventato oggetto di commento e ipotesi da parte degli esperti in materia. La biologa antropologa Molly Fox, dell’UCLA, ha ad esempio spiegato come il divario tra il primo approccio dei genitori alle cure verso un figlio e quello adottato con i figli successivi possa fornire alcuni indizi sulla questione.

Se infatti talvolta i fratelli e le sorelle minori possano percepire un minore investimento di attenzioni, dall'altro è molto comune che i genitori già "allenati" dall'esperienza con il primogenito possano offrire fin da subito cure e strategie educative più efficaci. Con il primo figlio, invece, mamme e papà devono prendere le misure, e in mancanza di una rete familiare o di supporto estesa, i genitori, se in difficoltà, potrebbero sviluppare ansia e frustrazione, influenzando così anche il benessere mentale dei figli.

Anche il retaggio evolutivo che da sempre carica i primogeniti di aspettative e responsabilità può avere un certo peso. Molto spesso, infatti, i fratelli e le sorelle maggiori sono chiamati ad essere un esempio, un modello per i più piccoli. Inoltre in tante famiglie i figli più grandi devono partecipare ai compiti di cura, aiutando i genitori a badare ai fratelli o dando una mano con le faccende di casa. Non è un caso che, soprattutto per le figlie femmine, tutto ciò possa portare a sviluppare una forma di disagio che negli ultimi tempi il popolo dei social ha ribattezzato "sindrome della figlia maggiore".

Per i figli unici, invece, spesso i momenti più duri arrivano in età adulta, quando si trovano a doversi occupare da soli dei genitori anziani, senza poter contare su fratelli o sorelle che condividano con loro il peso che simili situazioni comportano.

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