video suggerito
video suggerito

Lo sfogo distruttivo della bambina diventa virale. L’esperto: “I genitori siano responsabili del proprio ruolo”

Intervistato da Fanpage.it, l’esperto di processi formativi ed educativi Luca Frusciello ha commentato l’episodio della ragazzina che devasta la corsia del supermercato: “Genitori e bambini non sono sullo stesso piano e gli adulti devono sapere quando dialogare e quando sapersi imporre. Le punizioni severe? La maggior parte delle volte sono inutili”
Intervista a Luca Frusciello
Pedagogista clinico
A cura di Niccolò De Rosa
404 CONDIVISIONI
Bambina devasta supermercato

Nelle ultime ore è diventato virale il video di una bambina americana che, in preda a un capriccio da primato, inizia a devastare le corsie di un supermercato, svuotando scaffali, fracassando bottiglie e seminando il panico tra gli attoniti clienti, che non sanno bene come comportarsi. La maggior parte dei presenti osserva da debita distanza, qualcuno dice di lasciarla fare sperando che la bimba si tranquillizzi da sola. Qualcuno prova anche a intervenire, scatenando però la reazione scomposta della ragazzina. Quando il video s'interrompe, un uomo è appena riuscito a bloccare la piccola furia, non prima però di aver infranto al suolo un altro paio di bottiglie.

Di fronte a questa scena, diffusa e ripresa su X (il fu Twitter), molti utenti hanno subito puntato il dito indiscriminatamente contro i genitori – non solo quelli della bambina, ma l'intera categoria – e una società ormai troppo indulgente, incapace d'insegnare il rispetto ai più piccoli per colpa di un'educazione eccessivamente permissiva, dove si parla tanto e non si punisce più.

A differenza di quello che molte persone sembrano pensare però, la pedagogia moderna non dice affatto di permettere ai figli di fare ciò che vogliono, né suggerisce ai genitori di non dimostrare polso nella gestione di scenate e capricci.

"Quando il bambino assume un comportamento del genere, va senz’altro bloccato. Il dialogo è prezioso e non deve mai mancare, ma arriva solo laddove c’è un’effettiva disponibilità a dialogare" spiega a Fanpage.it il pedagogista Luca Frusciello, esperto di processi formativi ed educativi che ha spiegato come in certi casi, i genitori debbano far pesare il proprio ruolo educativo, anche  a costo di accantonare le parole per qualche momento e intervenire con prontezza per arginare lo sfogo "distruttivo" del piccolo.

Cosa dovrebbe fare un genitore di fronte a una scena come quella del supermercato?

In simili situazioni, la priorità è ridurre il potenziale pericolo e impedire che il bambino continui ad adottare una condotta dirompente. Anche limitandolo fisicamente. L'intervento deve ovviamente essere proporzionato e non violento, ma ha lo scopo di mettere in sicurezza sia il piccolo, sia chi le persone intorno a lui. Se poi in quel momento il bambino non è in condizioni di sostenere un dialogo, perché troppo arrabbiato o esagitato, allora il dovere di una mamma o un papà è fare leva sulla relazione asimmetrica che deve regolare qualsiasi rapporto genitore-figlio e imporre un ritorno a comportamenti più adeguati.

Cosa intende per relazione asimmetrica?

Adulto e bambino possono, anzi, devono dialogare e cooperare, ma non sono sullo stesso piano. L'adulto – sia esso il padre, la madre o la nonna – ha un "potere" sul minore che deve esercitare, non per prevaricare, ma per educare. O, come in questo caso, limitare i comportamenti dirompenti. Evidentemente la bambina del video è stata abituata a stare alla pari, o addirittura al di sopra delle figure di riferimento. Se il suo agire fosse stato mosso da una furia cieca, non avrebbe scelto coscientemente cosa gettare a terra, né si sarebbe fermata a sfidare i presenti. Invece la bambina era lucida e orientava le proprie azioni in base a un rodato meccanismo oppositivo. Di questo però non possiamo incolpare la ragazzina.

Luca Frusciello, pedagogista.
Luca Frusciello, pedagogista.

La responsabilità quindi è dei genitori?

Sì, proprio in virtù del potere dato da quel rapporto asimmetrico di cui si parla prima. Tanto più è il potere che l'adulto, in quanto tale, detiene, maggiore è la sua responsabilità nei confronti del minore che deve crescere ed educare. Invece sempre più genitori crescono i figli stabilendo una relazione con un rapporto responsabilità-potere del tutto spropositato. Risultato? I bambini hanno troppo potere, che però non sanno e non possono gestire.

Perché il dialogo non può essere sempre la giusta risposta educativa?

Il dialogo deve essere attivato non nei momenti più concitati, ma quando il comportamento del bambino è stabile e c’è una disponibilità ad ascoltare e accogliere ciò che l’adulto sta dicendo. Anche noi educatori, quando lavoriamo nelle scuole, non ricorriamo al dialogo quando il bambino urla, lancia oggetti o assume atteggiamenti aggressivi. Non bisogna dimenticare che il contenimento fisico è anche un contenimento emotivo, poiché impedisce che lo slancio emotivo sfoci in un comportamento pericoloso.

Punire serve a educare?

Il problema delle punizioni è che, banalmente, non servono. Per i bambini non è automatico collegare la punizione all'azione scorretta e ciò li confonde. Finiscono per riconoscere solo il castigo, non capendo bene perché gli è stato inferto. Nel caso della bambina del video, evidentemente sregolata dal punto di vista emotivo e comportamentale, punirla con severità non sortirebbe alcun effetto proprio perché non ha le competenze per leggere i suoi stessi comportamenti. Ovviamente sorvoliamo su sberle e sculacciate, spesso rimpiante dalla "vecchia scuola", ma che non sono né contenimenti, né gesti che creano apprendimento. Sono solo aggressioni.

404 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views