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Le temperature estreme possono danneggiare il cervello dei bambini: lo rivela un nuovo studio

Una recente ricerca postata dal Barcelona Institute for Global Health ha mostrato che le alte temperature possono alterare la connettività cerebrale nei preadolescenti, influenzando funzioni come attenzione e memoria. Per gli esperti, l’effetto potrebbe essere legato alla disidratazione, ma a destare più interrogativi rimangono le future implicazioni sulla salute mentale.
A cura di Niccolò De Rosa
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Le ondate di calore estremo, fenomeni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, potrebbero comportare effetti sulla salute finora rimasti nascosti. E a farne le spese potrebbero essere soprattutto i più giovani. É questa la tesi contenuta nel nuovo studio condotto dall'Istituto per la Salute Globale di Barcellona (ISGlobal) che, in collaborazione con altre istituzioni di ricerca, ha posto sotto la lente d'ingrandimento il rapporto tra la temperatura ambientale e la sua possibile influenza  sulla connettività cerebrale nei preadolescenti.

I risultati ottenuti, pubblicati sul Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, suggeriscono che l'esposizione a temperature elevate possa effettivamente alterare il funzionamento del cervello, con possibili implicazioni per il benessere mentale dei ragazzi.

Uno studio su oltre duemila bambini

ricercatori hanno analizzato un campione di 2.229 bambini tra i 9 e i 12 anni, partecipanti allo studio "Generation R" condotto nei Paesi Bassi, sottoponendoli a un esame di risonanza magnetica funzionale a riposo (rs-fMRI) per osservare come le diverse regioni cerebrali interagissero tra loro in assenza di compiti specifici. Le rilevazioni sono state quindi incrociate con i dati sulla temperatura ambientale – raccolti tra il 2013 e il 2015  – per verificare le condizioni climatiche intorno all'indirizzo di residenza di ogni bambino coinvolto dall'indagine.

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Gli effetti delle alte temperature sulla connettività cerebrale

I risultati hanno mostrato che temperature più elevate nella settimana precedente alla risonanza magnetica erano associate a una ridotta connettività in alcune reti cerebrali fondamentali, tra cui la rete parietale mediale, la rete della salienza e la rete ippocampale. Queste aree sono cruciali per funzioni cognitive come l'attenzione, la memoria, il processo decisionale e l'introspezione.

Secondo gli studiosi, il calore potrebbe in buona sostanza compromettere il normale funzionamento del cervello di bambini e ragazzi, alterando la loro capacità di processare le informazioni e persino di riflettere sulle proprie emozioni. Al contrario, l'esposizione a temperature più basse non sembra avere effetti significativi sulla connettività cerebrale.

Il ruolo dell'idratazione

Laura Granés, ricercatrice principale dello studio, ha ipotizzato che la disidratazione potrebbe essere una delle cause principali di questi effetti. I bambini, essendo più vulnerabili alla perdita di liquidi rispetto agli adulti, potrebbero infatti subire alterazioni nella connettività cerebrale a causa della minore disponibilità di acqua nel corpo.

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Mònica Guxens, autrice senior dello studio, ha invece sottolineato l'importanza di misure di salute pubblica per proteggere i più giovani dall'esposizione al calore estremo. In un contesto di crisi climatica, ha dichiarato la ricercatrice, adottare strategie di prevenzione potrebbe contribuire a tutelare il funzionamento cerebrale dei bambini e ridurre il rischio di disturbi mentali correlati alle alte temperature.

Un legame tra calore e salute mentale

Precedenti ricerche avevano già suggerito che temperature estreme possano influenzare sintomi di ansia, depressione e problemi di attenzione nei giovani. Una ridotta connettività della rete della salienza era stata anche stata associata a pensieri suicidari e comportamenti autolesionistici negli adolescenti depressi. Ora però lo studio spagnolo sembra aggiungere un ulteriore tassello al mosaico.Per Carles Soriano-Mas, un'altra firma di rilievo studio, i danni portati dal calore alla connettività della rete neurale potrebbe giocare un ruolo nell'aumento del rischio di suicidio nei soggetti già vulnerabili. Sebbene il calore non sia la causa diretta di comportamenti suicidari, potrebbe dunque agire come un fattore scatenante per quegli individui già considerabili come a rischio.

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