video suggerito
video suggerito

Le PFAS presenti in cibo, acqua e vestiti possono ritardare o interrompere l’allattamento: lo studio

Una ricerca americana ha lanciato l’allarme sugli effetti che queste sostanze presenti in molti beni di consumo possono comportare per la qualità e la durata dell’allattamento materno.
A cura di Niccolò De Rosa
21 CONDIVISIONI
Allattamento e PFAS

Un nuovo studio rivela che le donne esposte ai PFAS, noti anche come "sostanze chimiche permanenti", prima della gravidanza, affrontano un rischio più elevato di non riuscire ad allattare a lungo termine.

La ricerca, pubblicata sull‘International Journal of Hygiene and Environmental Health  è stata condotta da un team statunitense su oltre 800 neomamme nel New Hampshire e ha evidenziato come una maggiore esposizione ai PFAS fosse spesso associata ad rallentamento, se non ad una vera propria interruzione dell'allattamento entro i primi sei mesi di vita del bebè.

Il pericolo per le donne esposte

Le PFAS sono circa 16.000 sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (Perfluorinated Alkylated Substance) che nei decenni scorsi sono state ampiamente utilizzate nei processi industriali per produrre molti beni di largo consumo, dai rivestimenti impermeabili alle padelle antiaderenti, fino ai capi d'abbigliamento.

Immagine

Vengono chiamati "forever chemicals" perché non si degradano naturalmente e si accumulano negli esseri umani, alterando la funzione del sistema ormonale. Come riportato dall'European Environment Agency, possono infatti danneggiare la salute anche a lungo termine, favorendo lo sviluppo di problemi al fegato, malattie della tiroide, obesità, infertilità e cancro. Eppure ancora oggi sono molti gli oggetti di uso comune prodotti con simili sostanze, un elemento che ha messo in allarme gli autori dello studio.

L'effetto sul latte materno

Già una precedente ricerca aveva scoperto un'altissima concentrazione di PFAS nel latte materno e approfondimenti successivi avevano denotato un certo calo nutrizionale nel latte proprio in associazione alle presenza di simili distanze.

Ora il nuovo studio coordinato dall'epidemiologa dell’Università di Dartmouth Megan Romano, ha scoperto che le donne più esposte alle PFAS vanno incontro ad un rischio del 28% più alto di interrompere l'allattamento entro sei mesi e alcune madri hanno smesso di allattare del tutto.

Allattamento

Un danno non da poco, anche perché l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l'allattamento esclusivo al seno almeno per i primi sei di vita per favorire il corretto sviluppo del bebè.

Lo studio potrebbe spiegare perché molte donne statunitensi smettono di allattare presto, anche se secondo la stessa Romano, i fattori socioeconomici potrebbero influire in modo altrettanto rilevante.

Come proteggersi

Tutelarsi dalle PFAS è molto complesso, proprio perché sono tutte intorno a noi. Per limitare l'esposizione, gli autori della ricerca sottolineano come cibo e acqua siano i principali veicoli di simili sostante, dunque avvalersi di sistemi di filtrazione dell'acqua e optare per scelte di consumo che privilegino alimenti più controllati potrebbe essere di grande aiuto, sebbene tali pratiche non siano economicamente alla portata di tutti.

21 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views