Le persone sposate hanno meno probabilità dei single di soffrire di depressione: lo studio
Convolare a nozze potrebbe essere una misura preventiva contro la depressione, in coppia, infatti, si dividono le spese, le preoccupazioni e l'ansia sociale.
A rivelarlo è stato uno studio condotto dalla Macao Polytechnic University e dalla Harvard University, pubblicato appena qualche giorno fa sulla rivista scientifica Nature human behaviour. Lo studio ha coinvolto una parte significativa della popolazione (il 10% di quella mondiale) di 7 stati, Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Irlanda, Corea, Cina e Indonesia, rivelando che sì chi si sposa ha meno probabilità di chi è single di soffrire di depressione.
Lo studio sulla correlazione tra matrimonio e depressione
I partecipanti allo studio hanno dovuto indicare attraverso un test, che è stato sottoposto loro periodicamente per un tempo compreso tra i 4 o i 18 anni, il loro stato di salute mentale, specificando la presenza o l'assenza di disturbi depressivi e i cambiamenti nelle relazioni della propria vita.
Dallo studio è emerso gli individui non sposati avevano circa l'80% di possibilità in più di ricevere una diagnosi di depressione rispetto ai single, soprattutto se si tratta di uomini che vivono da soli in occidente.
Uomini e donne single, indistintamente, invece, possono soffrire di depressione con una percentuale del 106% superiore rispetto agli individui sposati in Corea del Sud, del 99% in più in Cina e dell'89% in Indonesia.
Gli studiosi hanno ipotizzato che tra le cause di questa disparità ci sarebbe il fatto che i single non beneficiano delle misure preventive contro la depressione su cui invece le coppie sposate possono appoggiarsi.
Le coppie sposate infatti:
- sono in grado di sostenersi socialmente vicendevolmente: semplicemente raccontandosi cosa non va
- dividono meglio le spese e temono meno la povertà
- influenzano positivamente il benessere reciproco
Ovviamente i ricercatori hanno evidenziato tutti i limiti della propria ricerca, tra cui il fatto che i dati arrivassero da un'auto-dichiarazione dello stato depressivo, che non ha previsto il controllo dell'effettiva diagnosi e il fatto che le coppie fossero solo eterosessuali. Senza dimenticare alcuni elementi correlati come contesto culturale in cui si cresce, stile di vita, fumo o uso di sostanze.
Il rischio più alto di manifestare i sintomi della depressione, però, non è, secondo gli studiosi, solo per le persone single a causa dell'assenza di una relazione. Anche chi rimane solo dopo un matrimonio andato male, o la morte del partner ha più possibilità di essere depresso. Le percentuali in questo caso parlano del 99% in più per separati o divorziati e del 64% in più per i vedovi.
Uno dei firmatari dello studio ha evidenziato che questi risultati non hanno sconvolto il team in alcun modo: "Questo studio è coerente con le ricerche svolte fin ora, che dimostrano tutte che la qualità della vita delle persone sole è inferiore rispetto a quella delle persone che vivono con un partner o un amico".
I single in Italia sempre più poveri
Lo studio cinese ha inserito tra i fattori di rischio depressione, più alto per i single, anche quello economico.
Una ricerca pubblicata in occasione del single day, 11 novembre, di Coldiretti Toscana, ha evidenziato che le spese che affronta una persona sola sono del 53% superiori a quelle che affronta ogni singolo individuo di una famiglia composta da 3 persone, si parla di 337 euro per i viveri in casa di un single, contro i 220€ per un figlio e due genitori.
I single così, specifica Coldiretti, rispetto a chi vive in famiglia o in coppia, ci rimettono oltre che in benessere economico anche in salute e benessere psicofisico.