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Le infezioni virali durante la gravidanza possono portare all’autismo: il nuovo studio

Una nuova ricerca americana suggerisce che un’infezione virale durante la gravidanza potrebbe aumentare il rischio di autismo nei bambini, soprattutto nei maschi. Tale scoperta, oltre ad innalzare l’allerta per le neo-mamme, può anche aprire nuove prospettive per diagnosi precoci nei più piccoli.
A cura di Niccolò De Rosa
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Un'infezione virale durante la gravidanza può portare all'autismo: il nuovo studio

Nuove ricerche stanno facendo luce sul possibile legame tra infezioni virali durante la gravidanza e l'insorgenza di disturbi del neurosviluppo come l’autismo nei bambini. Sebbene le cause dell'autismo non siano ancora del tutto chiare, recenti studi suggeriscono infatti che l'infiammazione causata da un'infezione nella madre durante la gravidanza potrebbe influire in modo rilevante sullo sviluppo cerebrale del feto. Questo fenomeno potrebbe essere una delle spiegazioni per l'aumento del rischio di autismo, una condizione che, in un Paese enorme come gli Stati Uniti, colpisce un bambino su 36.

Lo studio

Irene Sanchez Martin, ricercatrice post-dottorato presso il Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) di Long Island, ha recentemente presentato i risultati delle sue ricerche in una conferenza della Society for Neuroscience a Chicago.

Il suo lavoro si è concentrato in particolare su come l’attivazione del sistema immunitario materno possa avere un impatto sullo sviluppo neurologico del feto. In uno dei suoi esperimenti, Sanchez Martin ha osservato che i segni di deficit nello sviluppo embrionale dei topi si manifestavano già 24 ore dopo l'esposizione della madre a un’infiammazione virale. Questa scoperta rappresenta un passo avanti rispetto agli studi precedenti, che invece analizzavano le conseguenze solo una volta che i piccoli erano diventati adulti.

Gravidanza e infezione

I maschi sono più a rischio

Una delle scoperte più significative dello studio di Sanchez Martin riguarda la diversa vulnerabilità tra feti maschi e femmine. Mentre tutti gli embrioni femminili sembrano protetti dai deficit di sviluppo, circa un terzo dei maschi mostra segni evidenti di essere colpito. Questo risultato sembrerebbe in linea con le statistiche, che indicano che i ragazzi presentano una probabilità di ricevere una diagnosi di autismo quasi quattro volte maggiore rispetto alle ragazze, secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense.

Il legame tra infezioni e autismo

Il concetto di attivazione immunitaria materna, ovvero l’infiammazione causata da infezioni durante la gravidanza, non è nuovo per gli studiosi. Tuttavia, il lavoro di Sanchez Martin offre una nuova prospettiva, concentrandosi sulle prime fasi dello sviluppo fetale, fornendo così ulteriori prove del legame tra infezioni virali e rischio di autismo.

Ad esempio, un recente studio dell'Università del Michigan ha rilevato che i bambini nati con citomegalovirus congenito, un'infezione virale piuttosto comune, hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di essere diagnosticati con autismo.

Verso una diagnosi precoce

Sanchez Martin spera che il suo lavoro possa contribuire a individuare segnali di allarme dell’autismo già prima della nascita. Identificare precocemente i bambini a rischio potrebbe migliorare le prospettive terapeutiche e di supporto per i piccoli e le loro famiglie. Tuttavia, per arrivare a una conclusione definitiva, sono necessari ulteriori studi e verifiche.

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