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Le diagnosi di depressione post partum sono raddoppiate negli ultimi 10 anni: lo studio

Le diagnosi di depressione post partum sono raddoppiate negli ultimi 10 anni. Uno studio rivela quali donne sono più a rischio e come intervenire alla comparsa dei primi campanelli d’allarme.
A cura di Sophia Crotti
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depressione post-partum

Sono raddoppiate le diagnosi di depressione post-partum in soli 10 anni. A rivelarlo èun nuovo studio pubblicato lo scorso 2o novembre su JamaNetwork.

I ricercatori hanno preso in esame 442.308 partorienti, che hanno dato alla luce i loro bimbi tra il 2010 e il 2021, registrando in questo lasso di tempo un'incidenza di depressione post partum che il primo anno della ricerca corrispondeva al 9.4%, l'ultimo anno al 19% dei parti.

Lo studio sulla depressione post partum

La depressione post-partum è stata definita dai ricercatori come l'esito avverso più comune della gravidanza, con sentimenti di ansia, tristezza, perdita di interesse e di piacere nelle attività quotidiane persistenti, molto più che nel caso del baby-blues.

Lo stato di salute mentale compromessa, che può colpire le madri dopo il parto, spiegano gli studiosi, merita ricerche e interesse da parte della scienza, dal momento che se negli esiti meno gravi può dare origine a tassi più bassi di allattamento al seno, ad un legame tra mamma e bambino compromesso e ad un peggiore sviluppo di quest'ultimo, ma in quelli più gravi anche a casi di infanticidio-suicidio.

I ricercatori nei 10 anni di studi si sono accorti che il picco massimo di diagnosi di depressione post partum è stato da loro riscontrato nel 2013, nel 2018 e nel 2019.

depressione post-partum

La direttrice del reparto di salute mentale femminile al Montefiore Medical Center Rubiahna Vaughn, ha cercato di spiegare alle pagine di abcnews il perché di questo incremento. Secondo la dottoressa molte donne faticano a trovare il giusto supporto e la giusta assistenza medica a questa condizione, situazione che è notevolmente peggiorata per le partorienti che hanno dato alla luce i loro bambini durante il lock-down.

Per questo ritiene importante agire con misure preventive soprattutto nei confronti di quelle donne che lo studio ha rivelato essere più a rischio quando si parla di depressione post-partum:

  • La provenienza: la depressione post-partum, dalla ricerca, risulta colpire principalmente le donne nere e bianche non ispaniche con aumenti molto elevati nelle donne asiatiche e che vivono sulle isole del Pacifico.
  • L'età: le donne che diventano mamme più in là con l'età, sembrano essere le più suscettibili alla depressione post-partum.
  • L'uso di sostanze stupefacenti: le donne che avevano fatto uso di droghe sembravano essere anche quelle.
  • La riluttanza a prescrivere antidepressivi: una tendenza durante la gravidanza è quella di spaventare le donne riguardo l'utilizzo di antidepressivi, questo porterebbe le stesse a zittirsi e a temere di rivelare il loro stato psicologico.

L'importanza di intervenire immediatamente

Alle pagine di abcNews la professoressa Vaughn ha affermato che non prevenire e non curare la depressione post-partum significa lasciare che le donne stiano sempre peggio senza riuscire a costruire un rapporto con il proprio bambino.

I piccoli rischiano anche, come dimostra la ricerca, di nascere prematuri, o di sviluppare fin da piccolissimi disturbi dell'ansia e dell'umore.

depressione post-partum

Non solo, una gravissima depressione post-partum può portare la mamma a registrare anche episodi di violenza contro se stessa e il suo bambino.

"Con interventi precoci, antidepressivi somministrati da esperti, terapia, la donna può tornare a stare bene e a vivere la sua vita serenamente, come genitore, come donna e come parte integrante della società" ha concluso Vaughn.

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