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Le cure e le attenzioni dei genitori possono ridurre il rischio di obesità nei figli: lo rivela un nuovo studio

Secondo una nuova ricerca americana, le cure fornite da genitori informati e “responsivi” già nei primi anni di vita dei bambini sembrano impattare positivamente sullo sviluppo dell’indice di massa corporea dei figli fino alle soglie dell’adolescenza. Gli esperti: ” L’effetto si attenua con l’età, importante promuovere fin da subito stili di vita sani”.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'obesità infantile è un fenomeno in costante crescita – un recente rapporto ha ipotizzato che entro il 2050 un bambino su tre nel mondo sarà obeso o sovrappeso –  con percentuali allarmanti che destano preoccupazione tra esperti e genitori. Secondo un nuovo studio, però, le cure e le attenzioni dei genitori possono fare una grande differenza per arginare il fenomeno e salvaguardare la salute delle nuove generazioni.

La ricerca, pubblicata marzo su JAMA Pediatrics, ha infatti mostrato che un approccio educativo basato sulla "genitorialità responsiva" può  effettivamente aiutare i bambini a mantenere un peso sano nei primi anni di vita. Tale metodo, che prevede una risposta attenta e calibrata ai bisogni emotivi e fisici dei piccoli, sembra infatti influenzare positivamente la traiettoria del loro indice di massa corporea (BMI) fino alla preadolescenza. Tuttavia, l'effetto benefico tende a svanire con il tempo, evidenziando la necessità di strategie di supporto a lungo termine.

Il legame tra genitorialità responsiva e BMI

Lo studio ha coinvolto 232 coppie madre-figlio in una sperimentazione a lungo termine per valutare in che modo la crescita dei bimbi possa essere influenzata dalla genitorialità responsiva (o proattiva), ossia quell'approccio genitoriale basato sulla capacità di riconoscere e rispondere in modo adeguato ai bisogni emotivi e fisici dei bambini.

Questo stile parentale non si limita ovviamente solo all'alimentazione (include in realtà tutti gli aspetti significativi per il benessere dei figli. dal sonno al il gioco, passando per la regolazione emotiva), ma i ricercatori hanno voluto valutarne la correlazione i disturbi legati al peso per capire in che misura le scelte educative di madri e padri possono ridurre la frequenza di simili problematiche.

Obesità e aspetti psicologici

Durante l'esperimento, metà delle madri coinvolti ha quindi ricevuto una formazione specifica su questo approccio durante i primi due anni di vita del bambino, grazie al supporto di infermieri e visite domiciliari. All'altra metà sono invece state fornite solo informazioni generiche sulla sicurezza domestica. I risultati hanno mostrato che i bambini cresciuti con genitori maggiormente formati – dunque ragionevolmente più attenti alle necessità dei piccoli – avevano un indice di massa corporea mediamente inferiore tra i 3 e i 9 anni rispetto al gruppo di controllo.

Un impatto che si riduce con il tempo

Nonostante i benefici iniziali, i ricercatori hanno però notato come l'effetto positivo della genitorialità responsiva si attenuava con l'età. Secondo Ian Paul, professore di pediatria alla Penn State College of Medicine, il loro intervento si era concentrato esclusivamente sui primi anni di vita, senza includere fattori di rischio che emergono in età scolare. Questo suggerisce che, per contrastare efficacemente l'obesità infantile, sono necessarie strategie di supporto continuo durante tutta l'infanzia.

I dati raccolti hanno anche mostrato che le bambine sembrano trarre maggiori benefici da una genitorialità attenta e proattiva, con un BMI inferiore di un punto rispetto alle coetanee del gruppo di controllo. Tuttavia, anche in questi casi, la sola applicazione di questo metodo nei primi anni di vita non sembra sufficiente a garantire una crescita sana a lungo termine. Per questo gli autori dello studio hanno caldamente consigliato maggiori investimenti in campagne di sensibilizzazione e nella promozione delle pratiche di genitorialità responsiva fin dai primi mesi di vita.

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