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Le complicazioni in gravidanza possono predire il rischio di problemi al cuore per le madri: lo studio

Secondo una nuova ricerca, le complicazioni in gravidanza, come diabete gestazionale e ipertensione, possono anticipare il rischio di malattie cardiovascolari future. Per gli esperti, gestire il peso prima del concepimento e monitorare con attenzione l’evolversi della gestazione risulta pertanto ancora più importante per tutelare la salute materna a lungo termine.
A cura di Niccolò De Rosa
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Per molte donne, la gravidanza è un’esperienza intensa che lascia segni anche sul lungo periodo e ciò che accade durante quei nove mesi può raccontare molto anche del futuro, soprattutto in termini di salute. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology suggerisce infatti che le complicazioni in gravidanza, come la preeclampsia o il diabete gestazionale, non sono solamente eventi isolati, ma possono funzionare come un vero e proprio "stress test" naturale in grado di rivelare con anni di anticipo la predisposizione a sviluppare malattie cardiovascolari.

Le complicazioni in gravidanza come campanello d’allarme

Condizioni come il diabete gestazionale o l’ipertensione insorta durante la gravidanza colpiscono circa il 20% delle donne negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori, questi eventi non solo aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari due o quattro volte nei decenni successivi, ma offrono una finestra preziosa per individuare in anticipo fattori di rischio spesso silenziosi.

“Le complicanze della gravidanza possono rivelare problemi metabolici o cardiovascolari latenti”, ha spiegato Lauren M. Borrowman, autrice principale dello studio. In altre parole, la gravidanza diventa un momento cruciale per scoprire vulnerabilità altrimenti nascoste.

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Uno studio lungo oltre dieci anni

La ricerca ha seguito più di 4.000 donne in nove paesi per un periodo che va dai 10 ai 14 anni. Il team ha monitorato vari parametri clinici come pressione arteriosa, trigliceridi, glicemia a digiuno ed emoglobina glicata (HbA1c), confrontando i dati tra donne con indice di massa corporea (BMI) nella norma e quelle in sovrappeso o obese prima della gravidanza.

I risultati sono stati chiari: le complicazioni durante la gravidanza hanno un ruolo significativo nel legame tra sovrappeso pre-gravidico e i fattori di rischio cardiovascolari nella mezza età. Ad esempio, il diabete gestazionale è risultato fortemente associato a livelli più alti di glicemia e HbA1c negli anni successivi, mentre i disturbi ipertensivi hanno mostrato una connessione con l’ipertensione a lungo termine.

Il peso prima della gravidanza fa la differenza

"Il nostro studio sottolinea l’importanza di considerare le complicazioni ostetriche come fattori che aumentano il rischio cardiovascolare", ha dichiarato Borrowman. Tuttavia, ha anche precisato che queste non spiegano tutto: "Altri fattori sono coinvolti nella connessione tra sovrappeso e malattie del cuore.". La gestione del peso prima del concepimento potrebbe dunque rappresentare un’occasione importante non solo per migliorare la salute materna, ma anche per ridurre i rischi futuri.

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Nel commento che accompagna lo studio, Garima Sharma, direttrice della Cardiologia Preventiva e della Salute Cardiovascolare Femminile presso l’Inova Health System, ha definito i risultati "informazioni preziose" per orientare lo screening e la consulenza alle pazienti. Ha inoltre sottolineato il valore di intervenire sul sovrappeso prima e dopo la gravidanza, anche attraverso le nuove terapie farmacologiche anti-obesità, pur ricordando la necessità di testarne sicurezza ed efficacia nelle donne incinte e in allattamento, oggi spesso escluse dagli studi clinici.

Uno sguardo al futuro della ricerca

Il gruppo di studio sta ora indagando sul ruolo della salute cardiovascolare nelle prime fasi della gravidanza e sulla sua relazione con le complicazioni che possono insorgere. L’obiettivo è ambizioso: individuare strategie di intervento precoce che possano proteggere le donne durante e dopo la gravidanza, e migliorare la prevenzione cardiovascolare lungo tutto l’arco della vita.

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