Le avversità che incontrano nella prima infanzia possono modificare il cervello dei bimbi per sempre: lo studio

Abbiamo recentemente visto come i traumi infantili, se affrontati con un esperto da adulti, siano in grado di dare vita ad adulti resilienti alle situazioni più ansiogene e stressanti. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Neuron è voluta andare ancora più a fondo comprendendo come le difficoltà vissute nella prima infanzia siano in grado di modellare il cervello dei bambini e di conseguenza il loro comportamento, una volta adulti.
In particolare i ricercatori hanno iniziato a rispondere ad una delle domande più frequenti dei neogenitori, quali possano essere gli eventi stressanti e traumatici per un bimbo molto piccolo, non ancora in grado di verbalizzare il suo dissenso.
Quali sono i traumi per i bambini molto piccoli
Spesso i bimbi piccoli vengono sottoposti a traumi di cui neanche i loro genitori conoscono l'entità o la portata, i ricercatori dell'Università dell'Irvine, infatti, grazie alla loro ricerca hanno avvertito i genitori su quali situazioni potrebbero risultare traumatiche per i loro bambini. "Le avversità tradizionalmente riconosciute come abuso e negligenza, sono tanto impattanti sui piccoli quanto un ambiente poco prevedibile" spiega l'autore principale il dott. Tallie Z. Baram.
A rientrare in questa categoria di potenziali traumi per i piccoli se vissuti nella primissima infanzia sono degli input sensoriali imprevedibili provenienti da parte di chi si prende cura del bimbo o da parte dell'ambiente e fattori che i bimbi della generazione beta fronteggeranno sempre più spesso come inquinamento e disuguaglianze sociali.
Fattori di stress di questo tipo, vissuti precocemente possono modificare i neuroni presenti nel cervello dei piccoli e dunque comportare una modifica nel modo in cui il bimbo, una volta adulto, risponderà alle situazioni stressanti. "Può anche interrompersi la maturazione delle reti cerebrali, interferendo con lo sviluppo del bimbo".
La speranza per le ricerche del futuro
Appurato che lo stress vissuto nella prima infanzia influisce negativamente sullo sviluppo del cervello dei bambini, i ricercatori si augurano che avvengano delle indagini sempre più approfondite a riguardo. "Vorremmo che nei prossimi anni qualcuno riuscisse, per i genitori e per i loro figli a rispondere alle seguenti domande una volta per tutte" ha affermato il dott. Tallie Z. Baram, elencando i quesiti:
- cosa è stressante per il cervello in via di sviluppo dei bambini?
- quali sono gli aspetti dello stress che interferiscono con la maturazione del loro cervello?
- esiste un'età maggiormente vulnerabile allo stress?
- in che modo anche un'esperienza di stress breve è in grado di portare a una disfunzione duratura nel cervello dei bambini?
"A noi oggi è chiaro che lo stress precoce può ‘riprogrammare' il cervello a più livelli, da singole molecole a interi circuiti neurali. Questa conoscenza apre nuove strade per interventi mirati" ha spiegato il dottor Baram. Per tanto il professore si augura che la scienza possa avere i fondi e il numero di ricercatori interessati al tema necessari a rispondere a quella che a tutti gli effetti è un'avversità precoce che i bimbi si trovano a fronteggiare, anche nell'inconsapevolezza dei genitori.