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Le amicizie adolescenziali possono determinare gli adulti che saremo? Lo studio

L’amicizia varia durante l’adolescenza ma predice che adulti saremo, proteggendo da aggressività, ansia sociale e incapacità di relazionarsi nei contesti affettivi.
A cura di Sophia Crotti
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amici adolescenti

Se c'è una cosa davvero importante per gli adolescenti sono gli amici, lo aveva spiegato a Fanpage.it la docente di psicologia dello sviluppo Emanuela Confalonieri, che sottolineava la cruciale importanza del gruppo dei pari in un periodo delicato in cui ci si approccia al mondo divincolandosi dall'ala protettiva di mamma e papà.

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Frontiers in Developmental Psychology" ha confermato che gli amici in adolescenza fanno bene alla salute, anche da adulti.

L'importanza degli amici in adolescenza secondo lo studio

I ricercatori dell'Università dell'Arkansas, insieme a quelli della James Madison University hanno coinvolto 184 ragazzi intervistati la prima volta quando frequentavano la scuola media e avevano un'età compresa tra i 13 e i 14 anni, una seconda volta tra i 17 e i 18 anni e una terza una volta raggiunta l'età adulta, tra i 28 e i 30'anni.

Gli studiosi hanno scoperto che l'amicizia è fondamentale per i ragazzi che si avvicinano dopo l'infanzia all'adolescenza, un momento delicato in cui tendono a legarsi a molte persone, per un estremo bisogno di sentirsi accettatati dai pari e affermare così la propria identità e il proprio valore. In questa fase è importante avere tanti amici, perché più se ne ha, più ci si adatta bene all'intero periodo dell'adolescenza. Quando si cresce, però, le amicizie diminuiscono fisiologicamente, perché a questo punto, sopravvissuti all'adolescenza i ragazzi ricercano rapporti di qualità.

amici adolescenti

Gli studiosi esaminando le relazioni dei 184 partecipanti e osservando come le loro vite si sono evolute, anche in base al numero di amici avuti in adolescenz, hanno appurato che avere tanti amici in giovane età permette da adulti di godere dei seguenti benefici:

  • L'amicizia aiuta i ragazzi a vincere l'ansia sociale: soprattutto tra le ragazze, secondo lo studio, essersi sentite poco accettate socialmente da adolescenti e aver avuto poche amicizie di qualità verso la fine del periodo, le porta a provare una forte ansia sociale, senso di solitudine e vittimizzazione una volta adulte.
  • Prevenire la depressione: gli adolescenti accettati dai coetanei dimostravano di avere meno sintomi depressivi in età adulta.
  • Aiutare i ragazzi a gestire le proprie emozioni e ad essere meno aggressivi: le amicizie adolescenziali sono essenziali per i ragazzi per migliorare o deteriorare le proprie relazioni sociali. Un buon gruppo di amici protegge i ragazzi dal poter diventare aggressivi e stimola in loro l'empatia.
  • Integrare a livello sociale: se da adolescenti si viene accettati e accolti dagli amici è più semplice integrarsi da adulti nei contesti sociali che si incontrano.
  • Migliorare l'insicurezza romantica: gli amici aiutano a relazionarsi anche in ambito amoroso, se in adolescenza si è stati a sufficienza supportati dai pari ci si troverà meglio anche da adulti a intessere relazioni amorose.
  • Migliorare la loro salute fisica: la sindrome metabolica è una delle complicazioni che secondo gli studiosi la carenza di supporto da parte dei pari negli adolescenti può provocare loro.
  • Renderli persone più integrate anche nel contesto lavorativo: sono più pronti sul posto di lavoro e maggiormente soddisfatti dal raggiungimento degli obiettivi gli adulti che da adolescenti hanno avuto un buon supporto da parte degli amici.

"I ragazzi hanno bisogno di essere accettati socialmente, per predire sensazioni positive che vivranno in età adulta" ha spiegato il dottor Shah, uno dei firmatari dello studio.

I ricercatori hanno affermato che nelle relazioni di amicizia degli adolescenti studiati c'era molto della bellezza e della sofferenza della loro vita adulta. "Gli adolescenti devono sapere di non essere soli e appurato che le relazioni amicali sono così importanti in questo periodo, è essenziale che i loro genitori o i caregiver chiedano ai loro figli come va la loro vita sociale, cercando di trovare un riscontro anche con gli insegnanti".

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