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L’Australia vuole vietare i social ai minori di 16 anni: sarebbe il primo Paese del mondo a farlo

Il premier australiano ha preannunciato l’introduzione di una nuova legge che vieterà agli Under 16 di poter utilizzare un proprio profilo sui social media. La legge non prevede eccezioni, a parte le eventuali attività a scopo scolastico, e l’onere di adottare tutte le misure necessarie per far rispettare le nuove regole ricadrà sulle stesse piattaforme social.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'Australia vuole vietare i social ai minori di 16 anni

Il governo australiano ha espresso la ferma intenzione di introdurre una legislazione per vietare ai minori di 16 anni l’accesso ai social media. Ad annunciarlo è stato il primo ministro in persona, Anthony Albanese, il quale ha promesso una nuova legge "tra le più avanzate al mondo" per proteggere i giovani dai pericoli del web.

Un provvedimento per tutelare i ragazzi

"I social media stanno danneggiando i nostri figli e io ho intenzione di porvi rimedio" ha affermato senza mezzi termini il premier Albanese, sottolineando come il crescente timore per la sicurezza online dei giovani sia ormai condiviso da molti genitori del Paese.

La proposta di legge, che sembra godere anche dell'appoggio delle opposizioni, sarà dunque presentata al Parlamento nelle ultime due settimane di lavori del 2024, a partire dal 18 novembre, e qualora la norma dovesse essere approvata, concederà alle piattaforme social un anno di tempo per adeguarsi.

Una soluzione molto simile a quelle proposte anche in Italia da alcune iniziative del mondo della scuola (come quella avanzata da alcuni pedagogisti ed esponenti del mondo della cultura per vietare i cellulari sotto i 14 anni e i social sotto i 16) e dallo stesso Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che di recente si è detto favorevole al divieto di utilizzo dei social sotto i 15 anni.

Come funzionerà il divieto

Stando alle prime indicazioni fornite dal governo, Facebook, Instagram, TikTok e altre piattaforme dovranno garantire che ai minori di 16 anni venga impedito ogni accesso ai loro servizi in Australia. Nemmeno i minori che possiedono già un account potranno mantenere l'attività social, anche se supportati dal consenso dei genitori. L'unica deroga ipotizzata è quella per eventuali funzioni connesse con i servizi educativi.

Come specificato dalla ministra per le Comunicazioni Michelle Rowland, l'intero onere di questo compito sarà interamente a carico delle aziende, senza responsabilità per i genitori o i giovani. In caso d'inadempienze o tardivi adeguamenti alla nuova legge, saranno previste penalità e forti multe.

La risposta delle piattaforme social

Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, ha già assicurato che rispetterà i limiti d’età previsti, ma ha comunque espresso preoccupazione per l’efficacia delle misure. Come riportato da Sky News, la responsabile della sicurezza di Meta Antigone Davis, ha sottolineato la necessità di discussioni più approfondite per garantire una reale protezione dei giovani. Secondo Davis, infatti, una soluzione più efficace potrebbe essere quella di fornire ai genitori strumenti di controllo più potenti attraverso app e funzionalità dei sistemi operativi.

Quella di Meta non è tuttavia l'unica voce critica. Come riportato dalla britannica NBC News, il Digital Industry Group, un organismo rappresentativo di cui fanno parte tutte le principali piattaforme social del mondo, ha definito la misura "una risposta del XX secolo alle sfide del XXI secolo", affermando che un simile divieto potrebbe incoraggiare i giovani a esplorare le parti più oscure e non regolamentate di Internet, sfuggendo così al controllo (e alla protezione) di genitori e organi di supervisione.

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