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“L’affido condiviso permette la cogenitorialità, che è la migliore opzione per i bambini”: la giurista

L’affido condiviso per il quale hanno firmato Ferragni e Fedez è la prassi, in caso di divorzio o separazione, dal momento che mette al centro l’interesse preminente del minore di continuare a vivere un rapporto solido e duraturo con entrambi i genitori ed entrambe le loro famiglie.
Intervista a dott.ssa Gioia Saitta
Avvocato e mediatore familiare
A cura di Sophia Crotti
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Fedez e Ferragni

È finita ormai da tempo una delle relazioni più seguite da media e utenti online, quella tra l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il cantante Federico Lucia (Fedez). Una di quelle famiglie che in molti, grazie ai social, avevano idealizzato ma che si è rivelata come tutte, estremamente umana e fragile.

Attraverso una nota il legale di Ferragni ha fatto sapere che i due hanno firmato l’accordo di separazione, che prevede l’affido congiunto dei due bambini Leone e Vittoria. La giurista e mediatrice familiare Gioia Saitta ci ha spiegato che questa tipologia di affido è la prassi quando si tratta di separazioni, salvo casi particolari.

dott.ssa Gioia Saitta
dott.ssa Gioia Saitta (avvocato e mediatore familiare)

L’affido condiviso per Ferragni e Fedez

Come spiega il sito del Ministero della Giustizia, l’affidamento condiviso dei figli è normato dalla legge n 54 del 2006, e tutela il diritto del minore, in questo specifico caso di Vittoria e Leone, anche nel caso di separazione dei genitori, di poter mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi. Inoltre permette ai piccoli di ricevere da mamma e papà la cura, l'educazione e l'istruzione a loro necessaria, in ultimo di continuare a conservare i rapporti con i parenti di entrambi i genitori, come nonni materni e paterni o zii e cugini.

A questo punto, poi, è il giudice che nell’interesse dei bambini deve decidere come ciascun genitore deve contribuire alle spese legate ai piccoli e in che modi e in che tempi i bambini potranno vedere la mamma e il papà.

I due genitori si trovano dunque a mettere in atto la cosiddetta co-genitorialità che, come specifica uno dei più grandi studiosi del tema, il dottor Mark Feinberg, altro non è che la possibilità per i figli di genitori separati o divorziati, di continuare a vivere in un ambiente sereno e salutare, in cui mamma e papà continuano ad essere genitori e guide per i bambini, dividendosi le responsabilità educative, economiche e genitoriali dei propri figli.

Per farlo, secondo lo studioso, è essenziale discutere insieme dei metodi educativi, dividersi i compiti, sostenersi vicendevolmente e gestire insieme ogni questione familiare.

Il commento della giurista

Il sito del Ministero specifica anche che non si opta per questa azione solo nel caso in cui la co-genitorialità vada contro l’interesse del minore vedere entrambi i genitori e la giurista Gioia Saitta ha confermato questa tesi.

cogenitorialità

La tendenza assoluta, quando possibile e quando entrambi i genitori risultino adeguati in termini di responsabilità genitoriale, è quella di favorire la cogenitorialitá nell’espletamento del pieno interesse preminente del minore. Che ha diritto quindi a non essere investito dalla separazione perdendo un legame rilevante, mantenendo il più possibile un rapporto con entrambi i genitori che sia paritario sia in termine di relazione che di responsabilità quindi economica, materiale, affettiva”. Tuttavia Saitta prosegue spiegando che non è sempre stato così, un tempo era in vigore la becera pratica giudiziaria di considerare i figli: "Una sorta di “premio”, da ottenere" ma ad oggi viene sempre messo al centro l’ interesse preminente dei minori coinvolti che è quello alla cogenitorialitá.

I motivi che oggi portano un giudice ad optare per l’affido esclusivo dei figli, spiega sempre Gioia Saitta, devono essere davvero gravi, come la responsabilità genitoriale inadeguata.

"Quindi l’affido condiviso è la norma. Per non accadere ci devono essere motivazioni molto serie a carico di uno degli ex partner in termini di responsabilità genitoriale inadeguata" conclude l'esperta.

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