La tradizione cinese del “confinamento post partum” raccontata da una mamma americana: “È perfetta per ricaricare le pile”
Quella del confinamento post partum è un'antica tradizione ancora oggi piuttosto diffusa in alcune aree della Cina, ma per la trentenne Amy Nguyen, residente a Sacramento, in California, è stata un’opportunità per recuperare le energie e riconnettersi con le sue radici culturali.
La giovane mamma ha infatti scelto di seguire questo particolare rituale cinese che prevede 30 giorni di riposo assoluto dopo il parto, uscendo di casa solo per le emergenze o le necessarie visite mediche di routine. Per farlo, Amy si è avvalsa dell'aiuto di una collaboratrice assunta appositamente per l'occasione, la quale ha provveduto a qualsiasi incombenza pratica – dalla preparazione dei pasti alle faccende domestiche, passando per la cura del neonato – per permettere alla neo-mamma di riprendersi dallo stress della gestazione.
Una tradizione rivisitata in chiave moderna
La sua esperienza, raccontata dall'agenzia SWNS e ripresa dal New York Post, ha offerto uno sguardo moderno su una pratica che affonda le sue origini nella saggezza della medicina tradizionale e, pur trattandosi di un privilegio non accessibile a tutti (alzi la mano chi potrebbe permettersi di assumere per un mese una tata h24), evidenzia una volta di più quanto un valido supporto alla maternità possa fare una grande differenza nella tutela del benessere delle donne e dei loro bambini.
Il cosiddetto postpartum confinement è infatti una pratica tradizionale cinese che prescrive alla mamma un mese di riposo completo dopo la nascita del bambino, con un’attenzione particolare alla cura del corpo e al recupero delle forze. Amy, che ha dato alla luce il suo primogenito lo scorso novembre, ha iniziato il suo periodo di isolamento il giorno successivo al ritorno dall'ospedale. Per l’occasione, lei e il marito Mike hanno accolto in casa una tata, che si è occupata di cucinare i pasti e assistere nella gestione del neonato.
"È stata un’esperienza fantastica nel complesso", ha raccontato Amy. "All’inizio è stato un po' difficile abituarsi alla convivenza con un’altra persona, ma una volta trovata una routine, tutto è filato liscio". La giovane mamma ha anche personalizzato il rituale per adattarlo alle sue esigenze moderne. A differenza di quanto previsto dalla tradizione, dove le donne spesso si trasferiscono in apposite strutture e smettono anche di lavarsi in modo integrale per non affaticarsi, Amy ha continuato a fare la doccia, utilizzando acqua calda alle erbe per mantenersi al caldo, e non si è privata dei comfort della propria abitazione.
La ricerca di un equilibrio tra passato e presente
Amy, nata negli Stati Uniti da genitori cinesi, ha sempre saputo che avrebbe seguito questa tradizione. "È una combinazione tra il fatto che i miei genitori me lo hanno sempre detto e il mio desiderio personale di farlo", ha spiegato. Avendo sempre vissuto in America, Amy è ben consapevole di aver perso molte delle tradizioni dei suoi antenati. Per questo motivo, non si è lasciata sfuggire l’opportunità di vivere un periodo di recupero psicofisico e, al contempo, riscoprire una diffusa usanza del suo Paese d'origine.
Con l’aiuto della madre, la neo-mamma ha quindi trovato una tata tramite un’app di social media cinese e, dopo un incontro conoscitivo, l’ha assunta per 26 giorni. La tata ha preparato tutti i pasti di Amy, spesso insistendo affinché la giovane mamma tornasse subito a letto per riposare. Amy ha apprezzato l’opportunità di concentrarsi sul recupero e sul legame con il suo neonato, senza le distrazioni della vita quotidiana.
Un periodo di riposo con benefici tangibili
Terminata l'esperienza di Amy ha confermato ai media e sui propri profili social gli effettivi benefici del confinamento post partum. "Questo periodo mi ha permesso di sentirmi ben recuperata dal parto", ha spiegato. Nei primi giorni dopo la nascita, Amy e Mike si sentivano infatti esausti e spaventati dal duro compito che li attendeva. La possibilità di avere un supporto aggiuntivo in casa è stato dunque fondamentale per ricaricarsi e poter offrire ogni energia all'accudimento del suo piccolo.
Ora però Amy è pronta ed entusiasta di riprendere una vita più attiva e sociale. Lo scopo del confinamento non è infatti quello di isolare la madre e instradarla a una vita da reclusa, ma distoglierla per qualche settimana da ogni impegno o occupazione in modo da privilegiare il riposo e rafforzare il rapporto con il bebè. "Non vedo l'ora di uscire per più di una semplice visita dal medico e di provare a gestire tutto da sola con mio marito" ha raccontato Amy, impaziente di poter cominciare ad affrontare una nuova quotidianità insieme alla sua famiglia.