La storia di Cristina, mamma a 15 anni: “I commenti della gente mi hanno fatto sentire sporca”
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Cristina D. è diventata mamma a 15 anni quando, ancora piccola, l'incoscienza e la testardaggine, tipiche di quell'età, le hanno permesso di guardare oltre ai commenti di amici, parenti e conoscenti che la facevano sentire sporca per essere rimasta incinta. "Il padre del mio fidanzato di allora disse a mio papà che avrebbe fatto meglio a tenermi al guinzaglio, ma io non ero un cane, nemmeno una colpevole" ci ha raccontato.
Ha scelto di crescere quella bimba, forte del sostegno dei suoi genitori e del suo compagno di allora, e ha scoperto che le rinunce a cui tutti sembravano prepararla erano piccolezze rispetto all'immenso amore che quella pargoletta riusciva a darle. "Oggi abbiamo un rapporto bellissimo, la capisco nel profondo, forse proprio perché abbiamo una piccola differenza d'età, e sento che è fiera di me".
Cristina superati i giudizi non richiesti, il dolore provato in sala parto quando non le lasciavano prendere in braccio la sua bimba, oggi è mamma di 3 figli e si augura che a qualsiasi donna capiti di rimanere incinta in giovane età sia sempre lasciata libertà di scelta. "Si può decidere di portare avanti la gravidanza o di interromperla ma non bisogna lasciarsi influenzare dagli altri, se no quel bambino diventa il più grande rimpianto della propria vita".
Come è stato scoprire di essere incinta da adolescente?
Avevo 15 anni e sospettavo di poter essere incinta ma, data l’età, mi sembrava tutto astratto, come se stessi vivendo la mia storia da fuori. È stata mia mamma, però, a spingermi a fare un test di gravidanza, il mio ciclo era irregolare ma pensavamo fosse a causa dell’età, ma ogni mattina quando aprivo il frigorifero mi veniva una forte nausea. Abbiamo fatto il test insieme e ho scoperto di essere incinta di 9 settimane. Mia mamma era incredula, quindi è corsa in farmacia a chiedere conferma del fatto che il test fosse positivo, mi ha detto poi che stava a me decidere. Io avevo già deciso, avrei tenuto quella bambina e il mio compagno di allora era d’accordo con me.
Tu hai continuato ad andare a scuola?
No, ho smesso, ma non imputerei a mia figlia questa scelta a mia figlia, la scuola non mi é mai piaciuta.
Come hai vissuto la gravidanza?
Ho vissuto molto bene la mia gravidanza, con molta meno ansia di quelle che sono venute in seguito, informandomi tantissimo. Compravo ogni settimana i giornali sull’argomento, mi sentivo nel mio mondo, che di tanto in tanto veniva invaso dai commenti non richiesti della gente.
Che genere di commenti?
C’era chi si arrogava il diritto di chiedermi, vedendomi con il pancione a 15 anni, se non fosse stato meglio continuare a giocare con le bambole. All’inizio queste parole mi ferivano, perché non sentivo di aver fatto qualcosa di male, non mi sentivo diversa dalle figlie di questi uomini e queste donne che mi prendevano di mira, semplicemente a me era capitato di rimanere incinta. Sembrava invece che ai loro occhi io fossi sporca e sbagliata.
I commenti erano solo da parte di estranei o anche da persone che conoscevi?
Da entrambe le parti, erano sia degli estranei a riservarmi questi commenti che conoscenti, ma anche i parenti mi è sempre sembrato che mi guardassero con occhi diversi. Anche molte delle mie amiche sembravano essere carine con me solo di facciata, pensando male di me una volta girato l'angolo. Una frase che però fece molto male a tutta la mia famiglia arrivò dal padre del mio compagno di allora che disse a mio papà che mi avrebbe dovuta tenere al guinzaglio. Questa frase fece molto arrabbiare sia me che mio padre, innanzitutto le cose si fanno in due, in secondo luogo perché apostrofarmi come fossi un animale?
Ti sei mai pentita delle scelte fatte a causa di questi commenti?
No mai. Le persone che per me davvero contavano, primi tra tutti i miei genitori, mi hanno sempre sostenuta e a me è bastato quello per sapere di aver fatto la scelta giusta. Anche il mio compagno di allora si è sempre dato da fare per crescere la nostra bambina, iniziando a lavorare seppure avesse come me appena 15 anni. A me bastava questo.
Prima che tua figlia nascesse hai avuto paura che a causa della tua età non avresti saputo fare la mamma?
No, queste ansie le ho avute dopo. Credo che la giovane età mi abbia aiutata a vivere ciò che stava arrivando con meno paura, paradossalmente ho avuto paura di non essere all'altezza con le gravidanze che sono seguite.
Come è andato il parto?
Il parto in sé bene, ma il personale sanitario mi ha fatto sentire per nulla adeguata ad essere una mamma. Infatti hanno portato via mia figlia, con la scusa che aveva un po' di ittero e dovevano invece metterla in culla, quando in realtà ho scoperto poi che stavano aspettando l'arrivo dell'assistente sociale per farmi un colloquio. Io potevo solo guardarla da un vetro e sentirmi rispondere da tutti gli infermieri che "poi", un tempo indefinito, avrei potuto prenderla in braccio. Ricordo di aver pianto un giorno intero. Vedevo le altre mamme tenere in braccio i propri figli e mi sentivo terribilmente giù perché non capivo cosa avessi io di diverso da loro. Chi poteva decretare che i miei 15 anni avrebbero fatto di me una mamma sbagliata?
Come è stato il colloquio con i servizi sociali?
È stato un colloquio giusto, per tutelare la mia bambina, mi hanno chiesto se il padre l'avrebbe riconosciuta, dove saremmo andati a vivere e una volta ascoltate le mie parole ho finalmente potuto prendere in braccio la mia bambina.
Come è stato quel primo abbraccio?
Ricordo che mi è sembrata davvero minuscola e che in quel momento, per la prima volta, mi sono sentita diversa. La gravidanza era stata per me il tempo della preparazione a questo cambiamento, prendere mia figlia in braccio mi ha aiutato a realizzare che era finito per me il tempo dell'infanzia e dell'adolescenza, ora il mio mondo era incentrato tutto su di lei.
In che modo è cambiata la tua vita da quel momento in poi?
Io e lei abbiamo vissuto i suoi primi mesi in simbiosi, ero forse un po' esagerata, ma non la lasciavo a nessuno, nemmeno quando stavo male. La cambiavo di continuo, mi svegliavo di notte per assicurarmi che stesse bene, penso che le ansie che non avevo avuto in gravidanza si siano manifestate così. Stavo con lei tutto il giorno perché i miei genitori lavoravano, il papà della bimba anche e dunque ero l'unica a potersi occupare di lei quotidianamente. Non ho fatto però particolari rinunce, anche prima di mia figlia non ero una ragazza a cui piaceva fare festa la notte.
Quali sono stati i vantaggi di essere una mamma giovane?
Innanzitutto la poca differenza di età mi ha permesso di comprenderla meglio in alcune situazioni, penso anche di averle trasmesso la leggerezza dei miei anni. Ero piccola ed era semplice per me giocare con lei, cercare di farla ridere. Oggi abbiamo un rapporto molto stretto, lei trova in me una confidente, quasi una sorella, e credo che anche questo sia dovuto alla nostra poca differenza d'età. Ovviamente questa simbiosi ha dei pro e dei contro, perché bisogna sempre riuscire a mettere dei paletti nell'educazione di un figlio.
Portando tua figlia a scuola ti sei mai sentita giudicata dal gruppo delle mamme?
No, anzi, io mi sono sempre sentita supportata dalle altre mamme che, essendo più grandi di me, mi trattavano come fossi una sorella minore. Ho trovato tra loro anche amiche fidate.
Quali differenze hai riscontrato con le gravidanze successive?
Avevo più ansie, vivevo la gestazione con meno leggerezza, sapevo a cosa sarei andata incontro, ma ho avuto più paura di fare fatica a gestire tutto.
Pensi che tua figlia sia fiera di te e delle scelte che hai preso nel tempo?
Sì, me lo dice spesso, con i gesti, perché non è una ragazza da grandi dichiarazioni d'affetto.
E tu sei fiera di te?
Ad oggi sì, a 15 anni non mi sembrava tutto così difficile, ma guardando a mia figlia che oggi ha l'età che avevo io quando rimasi incinta di lei, mi rendo conto che portare avanti una gravidanza a quell'età è una scelta coraggiosa.
Cosa ti sentiresti di dire ad una ragazza che oggi scopre una gravidanza in giovane età?
Le dire che ogni decisione spetta solo a lei e che chiunque provi a dirle cosa sarebbe giusto fare non saprà davvero nel profondo cosa sia meglio per lei. Se si sente di portare avanti la gravidanza, certo deve sapere che ci saranno momenti di difficoltà, ma sono certa che le gioie li supereranno. Se desidera interrompere la gravidanza è giusto che scelga liberamente, mai spinta da altri o dalla paura che i commenti delle persone le fanno provare. Se sceglie per conto di altri rischia di pentirsi, che è forse la cosa peggiore che possa accadere.