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“La società obbliga a diventare genitori sempre più tardi e poi fa sentire in colpa per questo”: l’esperta

“Sono un papà anziano e questo mi tortura” così Enzo Paolo Turchi ha raccontato i sentimenti che la genitorialità vissuta in là con l’età gli ha fatto vivere. Una sociologa ci ha spiegato il perché di questi stereotipi e sensi di colpa che assediano i genitori che lo diventano in età avanzata.
Intervista a Sveva Magaraggia
Professoressa associata di sociologia presso Università degli studi di Milano Bicocca
A cura di Sophia Crotti
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genitori in là con l'età

La nostra redazione riceve lettere e testimonianze relative a storie che riguardano la maternità e l’essere genitori. Se avete una storia da raccontarci, o leggendo queste parole pensate di avere vissuto una situazione simile, potete scriverci cliccando qui.

Enzo Paolo Turchi ha raccontato al Grande Fratello di vivere un forte dolore dentro di sé, la consapevolezza di essere in là con l'età e di avere una figlia ad aspettarlo a casa mentre è al lavoro. Abbiamo chiesto alla sociologa se questo dolore dipende da uno stereotipo legato alla nostra: "Oggi i genitori sono egoisti e troppo apprensivi se scelgono di fare un figlio tardi, quel bimbo lo hanno avuto per caso se invece decidono di diventare genitori presto, costantemente sotto una lente d'ingrandimento che li riempie di giudizi".

Sveva Marragaggia
Sveva Marragaggia (professoressa associata di sociologia presso università di Milano Bicocca)

È vero che si diventa genitori sempre più tardi?

Sì, da sociologa posso dire che il primo elemento da mettere in luce sono le trasformazioni strutturali che portano le persone a posticipare la genitorialità. Da un lato la gente sceglie di fare figli più tardi perché si allunga la transizione verso la vita adulta, il mondo del lavoro è più instabile, noi donne abbiamo voglia di avere una carriera, di viaggiare, goderci il tempo libero e dall’altra c’è un piano di totale assenza di politiche per la genitorialità.

Senza nonni e con asili così cari è davvero dura crescere un figlio, soprattutto in alcune aree italiane dove non viene coperto neanche lontanamente con i posti all’asilo il numero di bambini che vorrebbero entrarci. Dall’altro i genitori che decidono di fare figli tardi sono soggetti a stereotipi, nonostante se lei va in un negozio premaman non trova certo vestiti per ragazza.

E perché i genitori che decidono di diventarlo in là con l’età sono soggetti a stereotipi sociali?

Perché posticipare la genitorialità però si colloca in un momento in cui la società cambia le richieste che fa ai genitori, per esempio un tempo ci si sposava, si facevano figli e si decideva se lavorare nella sfera pubblica o informale. Oggi la genitorialità è sempre più un’altra cosa, carica di responsabilità e prevede sempre una scelta, c’è grande attenzione a quale sia la cultura della genitorialità, prevale l’idea del meglio per il bambino, tutto ciò che i genitori fanno viene messo sotto la lente d’ingrandimento per il meglio o il peggio. Tutte le scelte poi hanno un impatto presunto sul benessere del bambino. La genitorialità quindi si accompagna di maggiore consapevolezza ma anche di maggiore stress, c’è chi lo chiama paranoid parenting, chi di intensive parenting, qualsiasi sia l’etichetta parliamo di una ridefinizione del ruolo dei genitori.

Il genitore percepisce poi questa pressione sociale e pensa di non passare abbastanza tempo con i figli?

Sì certo, c’è una pressione sociale diversa, le fonti, quando faccio i miei lavori di ricerca con i genitori, loro mi dicono spesso che si creano delle chat, come la famosa chat del corso preparto, la chat viene raccontata in duplice accezione, da un lato finalmente si è trovato il modo di socializzare e confrontarsi, dall’altro, però, c’è una cultura di esperti sulla genitorialità che dice di tutto e di più, i neo genitori sentono tanta pressione perché ogni volta che si confrontano trovano davanti a loro chi dice loro che “fare così fa malissimo”.

Ma ai bambini fa così male l’assenza di un genitore che in là con l’età è comunque costretto a lavorare tutto il giorno?

Posso solo dire che le ricerche specificano che gli asili fanno benissimo ai bambini, invece in Italia si pensa ancora che i bimbi stiano meglio quando sono a casa da soli con i genitori, i bimbi in realtà stanno meglio in termini di costruzione dell’autonomia, della capacità di acquisire il linguaggio e muoversi nello spazio, in mezzo ai coetanei, con maestre ed educatori bravissimi. Lasciare i bambini all’asilo mentre si va al lavoro può non essere una sofferenza se si pensa che quello non è per loro un parcheggio ma un luogo di socializzazione importantissimo. Al contempo è vero che il tempo di lavoro che ci viene richiesto è sempre di più, richiede dei ritmi di vita che potremmo mettere in discussione.

genitori età avanzata

I genitori in là con l’età sono soggetti allo stereotipo di egoismo, questo causa in loro più paure nei confronti dei bambini?

Guardi io ho fatto una ricerca sulle persone che diventano genitori in fretta e chi più in là con l’età, chi fa dei figli da grande effettivamente, secondo le ricerche, è più soggetto a percepire questi stereotipi, perché ha una serie di attenzioni e preoccupazioni che un ragazzo molto giovane che fa un figlio non ha. I genitori che fanno figli più da grandi hanno più timori e paure, anche di lasciare troppo soli i bambini. Questo perché dalle nostre ricerche emerge che cambia proprio il tipo di genitorialità. Mentre agli stereotipi i genitori sono soggetti sempre, anche se fanno figli da giovanissimi e si sentono dire che quel figlio loro non hanno certo scelto di averlo.

Si sceglie di fare figli tardi anche per questioni di carriera?

Sì perché bisogna dirlo, la genitorialità si paga in maniera diversa se si è madri o padri, e in base al periodo della vita in cui si decide di diventare genitori. Ce lo dice l'ultimo report INPS, terrificante. C’è un peso della genitorialità diverso, oggi i genitori faticano a conciliare carriera e genitorialità ed è anche giusto che un individuo prima di diventare genitore voglia essere una persona realizzata lavorativamente parlando. Non perché le donne non siano capaci ma perché la società non è ancora pronta.

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