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La pet therapy in ospedale e a scuola: “Il cane invade lo spazio dei bimbi, li trova e senza accorgersi li salva”

L’associazione Cani per Caso si occupa di diverse attività che coinvolgono gli animali a 4 zampe e i piccoli pazienti o scolari. Veruska Negri, una delle fondatrici ci ha raccontato di come i suoi cani sono diventati esperti di pet therapy.
Intervista a Veruska Negri
Istruttrice cinofila e coadiutrice del cane specializzata in interventi assistiti con gli animali
A cura di Sophia Crotti
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pet therapy
Credits: Associazione Cani per Caso

Maia, Mirtilla, Chanel, Elsa, Neve, Maciste sono solo alcuni dei cani che con l’associazione Cani per Caso si trovano a scodinzolare tra i reparti di pediatria dell’Ospedale di Mestre, tra i corridoi delle scuole o a fianco di quei bambini che in realtà dei cani hanno paura.

Questi animali vengono selezionati da veterinari specializzati e da Veruska Negri che ha fondato l'associazione, ed è un'educatrice cinofila, in base alla loro stazza e al loro carattere in modo che possano aiutare, di caso in caso i tanti e diversi bambini che si trovano davanti.

Ma questi simpatici animali a 4 zampe, in realtà, si sono ritrovati a portare gioia e a curare o attutire i dolori di cui talvolta il corpo e la mente degli uomini si ammalano, per caso. Dietro alle loro storie si nasconde un passato fatto di abbandono, o di inadeguatezza, come nel caso di Neve che sarebbe stata messa a trainare le slitte se non fosse stato per la sua piccola statura o di Elsa che era stata abbandonata e lasciata in un sacchetto.

Veruska ci ha raccontato cosa si intende per pet therapy e in che modo i cani possono diventare una cura per i più piccoli: “I cani aiutano i bambini degenti in ospedale, i loro genitori che si trovano in sala d’aspetto con il cuore in gola e i medici stremati da un lavoro molto difficile, ma anche loro traggono sempre qualcosa dal servizio che mettono in atto: si tratta a tutti gli effetti di un do ut des”.

Cos’è la pet therapy? 

Innanzitutto oggi non si chiama più pet therapy, perché si parla di interventi assistiti con gli animali (IAA), e si tratta di attività individuali o in gruppo, attività educative, per le quali oltre al paziente, a noi e al cane viene coinvolto anche un referente umano, un educatore, un medico o uno psicologo. In ultimo c'è la terapia individuale in cui oltre al paziente c’è un medico o uno psicoterapeuta specializzato in pet therapy.

Credits: Associazione Cani pee Caso
Credits: Associazione Cani per Caso

Il cane è adatto alle più svariate condizioni dei bambini perché non giudica, è capace di stare in silenzio vicino al paziente che non sta bene senza chiedergli nulla in cambio. Il bambino o l'adolescente che in quel momento sta provando dolore, non deve pensare a come è vestito o a ciò che dice perché con il cane a fianco sa che può essere semplicemente se stesso.

Quali animali coinvolge?

Noi lavoriamo principalmente con i cani ma nella pet therapy possono essere coinvolti anche cavalli, asini, conigli e gatti. Tutti animali domestici in grado di avere delle interazioni sociali con gli uomini. I cani, nel nostro caso, vengono scelti di volta in volta in base al progetto a cui si devono dedicare, dal veterinario esperto in interventi assistiti, che ha dunque fatto un percorso specifico, e da noi che siamo educatrici cinofile e conosciamo il temperamento di ciascuno dei nostri animali.

A noi in particolare piace lavorare sempre con i cani liberi, dunque per esempio per aiutare una signora terrorizzata dai cani a superare la paura che aveva, l’abbiamo fatta passeggiare fianco a fianco con un cane che aveva invece paura delle persone. Cerchiamo sempre di trovare una soluzione che metta a proprio agio sia la persona o il bambino, sia l’animale.

È una vera e propria terapia, quali sono i suoi benefici nel contesto ospedaliero? 

Noi ci rechiamo nello specifico nell'ospedale di Mestre, struttura nella quale non c'è la lunga degenza. I pazienti infatti rimangono ricoverati al massimo una o due notti e i bambini con cui lavorano i nostri cani spesso e direi per fortuna, perché significa che stanno meglio, i cuccioli li vedono una sola volta.

Le patologie con cui interagiamo qui sono svariate e comprendono anche quelle legate alla mente come i disturbi del comportamento alimentare o i tentati suicidi. Noi siamo proprio al servizio dei pazienti, ci rechiamo in ospedale una volta alla settimana con l'obiettivo di far passare ai bambini e ai loro genitori anche una sola ora piacevole. Ascoltiamo i piccoli che ci raccontano le loro paure, come nel caso di un bimbo che era terrorizzato da una puntura ma che quando ha visto e coccolato la nostra barboncina si è fatto forza, perché dopo la puntura sapeva che l'avrebbe ritrovata ad aspettarlo.

cani per caso

Ma non bisogna pensare alla pet therapy come un’attività solo per i piccoli pazienti, anche i genitori che magari sono su delle sedie in attesa o i medici che arrivano dopo turni estenuanti, cambiano proprio il loro umore, quando vedono i nostri cani.

Ci sono degli aneddoti che vi sono rimasti nel cuore di bambini che hanno tratto beneficio dalla pet therapy?

Ricordo una famiglia che aveva due figlie adolescenti, una delle quali ricoverata, ed era sempre molto giù di morale e pallida. Noi le abbiamo chiesto se ci potessimo avvicinare a lei con il cane dal momento che aveva la flebo. Lei ha cambiato immediatamente colorito ed espressione, io ero semplicemente seduta per terra con un meticcio di 65 kg, che le si è appoggiato alle gambe e lei lo accarezzava. Quando l'abbiamo salutata i suoi genitori sono venuti da noi per chiederci quando saremmo tornati dal momento che era tanto tempo che non vedeva loro figlia così felice.

Ma la storia che più mi sta a cuore è quella di Diego, un bambino che abbiamo seguito fuori dall'ospedale, perché era isolato dalla classe e dagli insegnanti e aveva un trascorso familiare non facile, noi al primo incontro gli abbiamo portato degli attrezzi di psicomotricità e lui ha costruito con questi un castello con un doppio fosso. Ci ha spiegato che lui desiderava che il cane lo salvasse, ma c'erano quei due fossi che sembravano invalicabili, perché c’erano i piranha. Noi siamo stati al suo gioco, alla sua fantasia e siamo andati avanti con qualche incontro per fare in modo di far entrare il cane un poco alla volta in questo castello. Le mura e i fossati a poco a poco sono spartiti e addirittura Diego ha iniziato a nascondersi dal cane, con il solo scopo di essere trovato e scoppiare di gioia.

Credits: Associazione Cani per Caso
Credits: Associazione Cani per Caso

Questo è un bellissimo lavoro dal punto di vista psicologico se ci pensiamo, ed è il vero senso della pet therapy, il cane invade lo spazio del bambino, lo trova e lo salva. Viceversa poi era Diego ad andare a trovare il cane.

Alla fine Diego ha voluto raccontare la sua esperienza davanti a tutta la classe e a soli 10 anni ha dimostrato a tutti di che pasta era fatto, lasciando classe e insegnanti di stucco.

E se in ospedale un bambino ha paura del cane?

Nessun problema, noi rispettiamo la distanza che il bimbo vuole tenere. Se il bimbo ci dice di fermarci ad un certo punto, noi lo facciamo. Ovviamente però ogni cane ha una sensibilità diversa, ci sono cani empatici, altri più concentrati sul farsi accettare dall’umano che si dimenticano cosa sta succedendo al bambino che in quel momento è paziente, lì sta a noi scegliere il cane più adatto.

E in base a quali criteri scegliete il cane adatto al progetto?

In alcune situazioni ci basiamo sulle caratteristiche estetiche, per esempio ci è capitato di andare in una stanza in cui vi era un bimbo allettato che non riusciva proprio a muoversi e aveva anche le ossa molto fragili, in quel caso è stato necessario utilizzare Mirtilla che è una barboncina molto piccola, non perde pelo e ci sta perfettamente nel letto del paziente.

cani per caso
Credits: Associazione Cani per Caso

Poi ad essere fondamentale è anche il carattere del cane, se deve aver a che fare con un bambino che ha paura è meglio non scegliere un animale troppo felice di incontrare le persone, che sa stare calmo e mantenere le distanze, in questo caso taglia e peso non sono indicative.

Il cane con la pet therapy può aiutare anche ragazzi che sono ricoverati per patologie della mente?

Sì, in quel caso deve sempre esserci uno psicoterapeuta, noi abbiamo fatto un percorso con una ragazza che si feriva a causa di una forte depressione e insieme al cane l’abbiamo aiutata a tirare fuori tutto il suo dolore. In questo caso è una terapia non un'attività ludica ed è stato necessario un cane che per indole l’aiutasse a rafforzare la sua autostima.

La vostra associazione lavora anche nelle scuole, cosa fanno i cani tra i banchi? 

I cani sono in grado di migliorare l'attitudine di bambini e alunni allo studio, per esempio una classe doveva fare un progetto sugli animali, ma era in un momento in cui sembrava essere arenata, dopo che gli insegnanti ci hanno invitati e siamo entrati in aula con Maciste, un cane pacato e molto affettuoso i ragazzi hanno vissuto una vera e propria svolta. Hanno iniziato ad accarezzarlo, in cerchio, a chiedere e fare domande, e le professoresse sono rimaste stupite da come una classe che non era mai riuscita a collaborare o fare gruppo ora riuscisse. Poi dal nido alle superiori aiutiamo i ragazzi al corretto avvicinamento ai cani.

Credits: Associazione Cani per Caso
Credits: Associazione Cani per Caso

Cos' è la cosa più bella che vi portate a casa dopo una giornata di pet therapy?

Lo stupore e la felicità dei bambini, dei loro genitori, dei medici, che all'inizio ci guardano straniti, perché un cane in un luogo di sofferenza come l'ospedale non te lo aspetti e poi non possono fare a meno di sorridere e accarezzarlo. Ma anche la serenità dei nostri cani, che ciascuno con la sua propensione, alla nascita non lo sapeva ma era adatto alla pet therapy.

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