“La miopia è in aumento tra i bimbi sotto i 9 anni, attenti a questi comportamenti”
“Miopidemia” è il termine coniato da Paolo Nucci, Presidente della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo, che indica un fenomeno in corso tra i bambini anche prima del compimento dei loro 9 anni, ossia una vera e propria epidemia di miopia.
Dal recente Congresso Nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmiche (Siso), a cui il professore ha preso parte, è emerso che un ragazzo su tre al di sotto dei 14 anni, quando guarda lontano, vede i contorni di scritte e volti sfocati, precisamente il 35% degli under 14 italiani. La percentuale altissima (e raddoppiata dalla pandemia ad oggi) trova le sue cause negli schermi, ai quali i piccoli rimangono incollati sempre prima, per molto tempo e non alle debite distanze. Ma come si può prevenire questo fenomeno e, soprattutto, avrà una fine? O presto porteremo tutti gli occhiali? Lo abbiamo chiesto proprio al professor Nucci.
Ci spiega cos’è la miopia?
La miopia è una condizione per la quale le immagini non cadono perfettamente a fuoco sulla retina ma cadono anteriormente, causando la cattiva visione e facendo percepire le immagini come sfocate. La ragione per cui si diventa miopi è in larghissima parte legata al fatto che l'occhio cresce di più in lunghezza e di conseguenza le immagini che devono passare attraverso un sistema di lenti vanno a fuoco anteriormente.
Come manifestano la miopia i bambini piccoli?
Generalmente faticano a vedere da lontano, strizzano gli occhi, si lamentano e si avvicinano molto agli oggetti.
Perché i bambini diventano miopi?
Oggi noi sappiamo, grazie ad informazioni confermate a riguardo, che la genetica gioca un ruolo, ossia se si è figli di due miopi con molta probabilità si svilupperà la miopia.
Ma un ruolo ancora più rilevante è legato all'attività ravvicinata: chi lavora da vicino diventa più miope. A darci questa evidenza sono stati una serie di studi di popolazione, ossia noi ricercatori abbiamo comparato delle popolazioni di studenti e non studenti e ci siamo resi conto che in uno stesso ambito geografico, nelle aree dove si studia di più nascono più bambini miopi. Ci sono comparazioni di popolazioni che si trovano a pochissime miglia di distanza, a confermare questa tesi, come Taiwan e le Filippine che hanno due percentuali molto diverse di miopi, a Taiwan arriviamo a superare l'80%, nelle Filippine difficilmente si supera il 10%.
Questo significa che se siamo sullo stesso meridiano ciò che cambia è la forma educativa, a Taiwan, infatti, i bambini più studiosi diventano più miopi che non nelle Filippine dove si studia di meno e si fanno più attività all'aria aperta. A conferma di ciò ci sono anche studi svolti studi nella stessa nazione, ad Israele per esempio, chi studia nelle scuole religiose è meno miope di chi studia nelle scuole secolari. Da qui è evidente che la miopia dipende anche da fattori ambientali.
Come mai i bambini diventano miopi sempre prima?
La miopia evolve da sempre nell'età infantile e scolare, con un picco tra i 10 e i 16-18 anni, infatti una volta completato il ciclo di studi è difficile che la miopia evolva di molto. Ad oggi però la miopia nei bambini inizia anche prima dei 9-10 anni e i motivi sono svariati, sicuramente ha inciso il Covid. Alcuni studi svolti in Cina, hanno evidenziato che nel periodo del lockdown, durante il quale i bambini cinesi, come quelli italiani, sono rimasti chiusi nelle loro case, c'è stato un aumento della miopizzazione. Un'altra motivazione è legata al fatto che nelle giovani generazioni il tempo trascorso sui device è aumentato.
Se ripensiamo alla generazione degli attuali sessantenni che in tv guardava "Rin Tin Tin", che durava però solo 60 minuti e che stava distante dalla tv, perché i genitori erano convinti potesse trasmettere loro strane radiazioni, ci rendiamo conto che ora le cose sono ben diverse. Ad oggi i bambini trascorrono molto tempo con gli occhi molto vicini ai device, i quali, a differenza di un libro, li assorbono completamente, con degli stimoli visivi che trasformano per loro il telefonino in un cinema a portata di mano. Bisogna ammettere dunque che in questo fenomeno c'è una corresponsabilità di noi genitori, che per trovare un po' di pace diamo ai bambini cellulari e device sempre prima.
Ci si può muovere per prevenire questa situazione?
Certo, è importante garantire ai bambini delle pause nell'attività da vicino, che sia di studio su un libro, su un computer o su un telefonino, perché un'attività troppo prolungata non va bene.
Bisogna invece promuovere maggiore attività all'aperto, permettere ai bimbi di uscire perché il sole ha effetti benefici e non va criminalizzato. Siamo nati per stare al sole, i suoi raggi aiutano il corpo a produrre dopamina che protegge anche dalla miopia, rendendo l'occhio più rigido e meno incline ad allungarsi.
Da che età un bambino può essere portato dall'oculista?
Da qualsiasi età. Noi, utilizzando strumenti sofisticati, possiamo misurare la lunghezza degli occhi, capendo se è ragionevole e se l'occhio sta crescendo di più, inoltre usiamo delle gocce che ci permettono con appositi apparecchi di leggere esattamente quale sia il difetto della vista, che determiniamo anche se il bimbo è così piccolo da non essere collaborante. La cosa importante, però, è portare i bimbi da un oftalmologo pediatrico.
La miopia è in continuo aumento, a breve tutti porteremo gli occhiali?
Mediamente sì, la miopia è destinata ad aumentare, ma ormai l'allarme è così internazionale che tutti quanti sanno che bisogna attivarsi, infatti ci sono strategie farmacologiche per la prevenzione, come l'utilizzo di gocce a basso dosaggio di atropina o occhiali con lenti apposite che evitano l'eccessiva crescita dell'occhio.