“La mia figlia preferita non sei tu”: il messaggio ricevuto da una donna e la scelta di essere una madre diversa

Le dinamiche familiari possono essere complesse e, talvolta, dolorose, specialmente quando si tratta di favoritismi e confronti tra figli che, come ha recentemente dimostrato la scienza, esistono eccome. Lo sa bene Nama Winston, scrittrice e opinionista residente in Australia, che in un recente articolo per il sito Kidspot, ha condiviso la sua dolorosa esperienza personale.
La madre, ha raccontato Winston, è sempre stata una personalità piuttosto particolare, capace di grandi slanci affettuosi e terribili scenate ogni volta che qualcosa non le andava a genio. Il picco però è stato raggiunto quando, dopo una breve discussione telefonica, la donna ha inviato alla figlia un messaggio di una durezza inaspettata: "Tua sorella è la mia ragazza numero uno, la mia migliore amica. Non tu".
Simili parole sono state accolte dalla scrittrice con una certa rassegnazione, ma hanno anche innescato una profonda riflessione sull'impatto di certi comportamenti nelle relazioni familiari e, soprattutto, sulla necessità di uno sforzo maggiore per spezzare questi schemi negativi con i propri figli.
La scoperta di comportamenti tossici
Da bambina, Winston aveva un rapporto molto stretto con sua madre. Facevano tutto insieme, e lei credeva che tutto fosse normale, anche quando la donna assumeva atteggiamenti aggressivio diceva a qualche figlio che era il suo preferito davanti a tutti gli altri. Tuttavia, crescendo e confrontandosi con le altre famiglie, Nama ha iniziato a notare delle differenze significative nel modo in cui le relazioni familiari potevano essere gestite. È stato però l'incontro con il futuro marito ad aprirle definitivamente gli occhi.

Osservando l'interazione nella famiglia di lui, Winston rimase infatti colpita dalla ragionevolezza e dall'equilibrio presenti, caratteristiche del tutto mancanti nella sua esperienza familiare: "Se mia madre non avesse ricevuto il tipo giusto di fiori per la festa della mamma o non l'avessimo elogiata nel modo che voleva sul suo biglietto d'auguri, ci sarebbe stata una lite. Non solo qualche parola, ma un vero e proprio scoppio di rabbia in stile Terza Guerra Mondiale".
Il dolore del favoritismo
Oltre ai comportamenti esigenti, la madre di Nama ha sempre manifestato apertamente favoritismi tra i figli, non facendosi troppi scrupoli a dichiarare tutto il proprio amore per un fratello o una sorella in particolare davanti agli altri. Anche da adulta, Watson ha raccontato di aver dovuto affrontare situazioni in cui sua madre elogiava e preferiva apertamente sua sorella, sminuendo i suoi successi e sogni personali. Un atteggiamento culminato con quel messaggio che ha spinto Watson a riflettere sull'importanza di interrompere la sequenza di modelli genitoriali tanto distruttivi.

Verso un futuro più sano
Come raccontato dalla stessa Watson, anche sua madre era stata vittima di un genitore – la nonna di Nama – dalla personalità disturbata e manipolatrice. "Mia madre è cresciuta pensando che questo tipo di atteggiamento fosse normale e non ha mai saputo che fosse diverso, quindi purtroppo ha continuato a comportarsi così".
Consapevole di questo ciclo, Watson ha quindi deciso di adottare un approccio diverso con le sue figlie, promuovendo un ambiente in cui ciascuna possa essere valorizzata per le proprie unicità, senza confronti o competizioni. Per questo, nonostante la mancanza di scuse da parte di sua madre, Watson ha scelto di affrontare la situazione come un'opportunità di apprendere e crescere per non ripetere gli stessi errori. E anche se sua madre non cambierà mai, la serenità delle figlie sarà la cura migliore di tutte per le ferite del passato.