La genitorialità “a turni” spiegata da una mamma: “Prendere delle pause mi rende un genitore migliore”
Gestire la vita familiare senza rinunciare a momenti di pausa è una sfida che molti genitori affrontano quotidianamente. Eppure, essere una buona mamma o un buon papà non significa per forza rinunciare a ogni piacere per immolarsi alla causa della propria famiglia.
Ad esserne convinta è anche J. Nichole Smith, mamma e art director inglese, che in un recente editoriale comparso sul quotidiano britannico Metro ha raccontato suo approccio innovativo alla genitorialità, sviluppato con il marito per bilanciare le esigenze della famiglia con la necessità di prendersi cura di sé stessi. Il loro metodo si basa su un sistema "a turni", che permette a entrambi di ritagliarsi periodi di pausa per ricaricare le energie e affrontare la vita familiare con maggiore serenità. Un equilibrio che, secondo Smith, non solo migliora la qualità della vita dei genitori, ma rende anche il rapporto con i figli più autentico e gratificante.
Un metodo nato dall'esigenza
Smith e il marito Phil, entrambi impegnati con le proprie attività professionali, si sono resi conto che la routine quotidiana non lasciava spazio a veri momenti di riposo. La sensazione di non avere mai un giorno libero li ha quindi portati a elaborare un sistema che permettesse a entrambi di alternarsi nella gestione della famiglia. Questo significa che, periodicamente, uno dei due si prende una pausa, mentre l'altro si occupa a tempo pieno dei bambini. In questo modo, entrambi possono godere di momenti dedicati al lavoro, agli amici, alla creatività e al relax.
"È normale che uno di noi se ne vada, per un giorno, un weekend o anche una settimana o due, lasciando l'altro da solo" scrive Smith.
Il valore del tempo personale
Durante le sue pause, Smith ama ritirarsi in hotel con Spa o tranquilli agriturismi di campagna, approfittando di offerte last minute per concedersi giornate di totale relax e stimolare la propria creatività. In alcune occasioni, è riuscita perfino a viaggiare da sola in giro per l'Europa, mentre i figli trascorrevano le vacanze con i nonni e il marito era al lavoro. Oltre ai momenti individuali, almeno una volta all'anno la coppia si concede un viaggio insieme, di solito in occasione del compleanno di Smith.
Un approccio fuori dagli schemi
Questa filosofia di vita non è molto diffusa tra i genitori. La convinzione che il sacrificio totale sia parte integrante della genitorialità è infatti ancora radicata, e Smith lo ha notato già durante la gravidanza. La pressione sociale spinge molte madri a pensare che prendersi del tempo per sé sia un atto egoista, ma i dati riportati da Smith all'interno del suo articolo dimostrano il contrario: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi una donna su cinque sperimenta problemi di salute mentale durante la gravidanza o nel primo anno di maternità.
L'autrice sostiene pertanto che accettare uno stato di stress costante non sia né necessario né vantaggioso. Con il tempo, la donna ha quindi imparato a sostenere e superare il senso di colpa, prestando una maggiore attenzione anche ai propri bisogni, Tale passo non solo ha migliorato la sua vita, ma ha anche avuto un impatto positivo sulla famiglia e sul matrimonio.
Il sistema "a turni" durante la pandemia
La necessità di trovare un equilibrio si è fatta ancora più urgente durante la pandemia, quando le opportunità di supporto esterno erano limitate. Con i bambini piccoli a casa e nessuna alternativa di assistenza, Smith e il marito hanno deciso di dividere le giornate a metà: uno lavorava dalle 8 alle 13, mentre l'altro si occupava dei figli, poi si scambiavano i ruoli. Questo metodo ha portato benefici immediati: maggiore produttività, meno stress e la possibilità di essere presenti con i bambini senza la costante pressione del lavoro.
Un nuovo modello di genitorialità
Dopo cinque anni di sperimentazione, Smith e il marito hanno affinato il loro sistema, che, stando alle parole della diretta interessata, oggi funziona alla perfezione. I due hanno compreso che, così come nel mondo del lavoro è necessario ritagliarsi momenti di riposo, lo stesso vale per la gestione dei compiti in famiglia: prendersi cura di sé stessi non significa sottrarre attenzioni ai figli, ma garantire loro genitori più sereni, appagati e presenti.
Smith ha ormai fatto propria questa prospettiva e ha smesso di provare ansia o vergogna quando si prende del tempo per sé, anche perché sa che le sue bambine sono in ottime mani con il padre: "Mio marito è un padre straordinario e coinvolto e spesso è il genitore migliore e più divertente. Non mi sento mai in colpa perché so che le ragazze si divertiranno un mondo".
Un esempio per le nuove generazioni
Prendersi del tempo per sé non è solo un beneficio per i genitori, ma anche un messaggio positivo da tramandare ai figli. Concludendo il proprio editoriale, Smith sottolinea infatti l'importanza di crescere le sue bambine in un ambiente sereno, dove ogni membro della famiglia contribuisce, senza però rinunciare a ciò che lo fa stare bene.
"Desidero che le mie figlie crescano con una madre felice, in salute, realizzata e piena di energia, con genitori che danno l’esempio di una vita vissuta appieno, mettendo la gioia al centro di ogni discorso".