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La depressione giovanile in futuro si potrà combattere via app: lo studio che fa ben sperare gli esperti

Secondo uno studio condotto su un campione internazionale, alcune app di terapia cognitivo-comportamentale sembrerebbero riportare risultati rilevanti nella promozione del benessere mentale e nella prevenzione dei sintomi depressivi tra i giovani. Per gli esperti ciò può significare l’avvento di strumenti efficaci ed economici per salvaguardare la salute mentale di bambini e ragazzi.
A cura di Niccolò De Rosa
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Depressione e app

In un mondo dove i tassi di ansia e depressione tra i ragazzi continuano a crescere in modo preoccupante, la tanto bistrattata tecnologia, che per molti giocherebbe un ruolo decisivo proprio nell'aumento di simili disturbi, potrebbe offrire una soluzione in più nel prevenire il disagio mentale tra i giovani a rischio.

Come riportato da un recente studio condotto dall’Università di Exeter (Regno Unito), un’app basata sulla terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si è infatti dimostrata particolarmente efficace nel ridurre l'insorgenza e l'aumento dei sintomi depressivi.

Lo studio internazionale: prevenzione e promozione del benessere

Da qualche tempo le app per la salute mentale, già testate in diversi studi per il trattamento di questi disturbi, si stanno affermando come opzioni valide. Il progetto dell’Università di Exeter è tuttavia il primo a testare in modo rigoroso una di queste app su larga scala e in più Paesi, dimostrando come la CBT possa aiutare i giovani più vulnerabili.

Il progetto, finanziato dall'iniziativa Horizon 2020, ha coinvolto 3.700 giovani tra i 16 e i 22 anni provenienti da Regno Unito, Germania, Belgio e Spagna. L'obiettivo era testare gli effetti di tre diverse app sul benessere e sulla prevenzione della depressione. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno formato da 1.200 giovani a rischio, con ridotte capacità di competenza emotiva, come preoccupazione eccessiva e ruminazione, e un altro di 2.500 giovani senza disagi o condizioni significative, concentrato solamente sulla promozione del benessere personale.

Depressione ragazzi

Le app sviluppate e i risultati

I partecipanti di entrambi i gruppi sono stati assegnati casualmente a tre diverse app: una per l'automonitoraggio delle emozioni, una per l'auto-aiuto con competenze emotive personalizzate, e una basata sui principi della terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Il monitoraggio è avvenuto a tre e a dodici mesi per valutare i cambiamenti nel benessere e nei sintomi depressivi.

Il risultato più significativo è stato osservato nel gruppo a rischio: l'app basata sulla CBT ha prevenuto un aumento della depressione rispetto all’app di automonitoraggio. Tuttavia, per il gruppo a basso rischio non ci sono state differenze sostanziali tra le diverse app in termini di miglioramento del benessere.

L’importanza di interventi mirati

Il professor Ed Watkins, a capo del progetto, ha spiegato che l'efficacia dell’app emerge soprattutto quando viene utilizzata da giovani con un rischio elevato di depressione. Ciò sarebbe la prova che un approccio preventivo mirato, basato sull’identificazione dei soggetti più vulnerabili, potrebbe davvero rivelarsi ben più efficace di un intervento universale.

Per Watkins, questa identificazione potrebbe essere effettuata tramite un processo di auto-screening online o attraverso la segnalazione di professionisti incaricati della sorveglianza sul benessere mentale dei più giovani.

Depressione giovanile

Un approccio sostenibile alla salute mentale

Il professor Watkins ha poi evidenziato come anche attraverso un uso sporadico, l'app CBT sembra riuscire a fornire benefici misurabili. Ciò aprirebbe prospettive interessanti per offrire un intervento sempre vantaggioso ma dai costi contenuti. Grazie alla sua capacità di essere scalata a grandi numeri di utenti, l'app può essere infatti integrata in un contesto di servizi digitali e interventi in presenza, contribuendo a un approccio più completo e sostenibile alla salute mentale.

Prossimi passi: migliorare l’efficacia

Il progetto, che ha coinvolto 13 partner, inclusi sviluppatori commerciali come la società tedesca audEERING e la danese Monsenso, mira ora a identificare quali elementi specifici dell’app CBT siano stati maggiormente efficaci, andando poi a migliorare progressivamente il coinvolgimento degli utenti. Tra i principali partner accademici, l'Università di Exeter, l’LMU di Monaco, l'Università di Ghent e la Universitat Jaume I sono stati i principali centri di sviluppo, mentre l'Università di Oxford ha curato l'analisi qualitativa.

L’app di terapia cognitivo-comportamentale sembra quindi aprire una nuova strada per prevenire la depressione nei giovani a rischio, con il potenziale di diventare uno strumento prezioso nella promozione del benessere mentale su larga scala.

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