La cardiochirurga che ha percorso 200 km per salvare una neonata: “Miracolosamente ci stava aspettando”
Era nata da appena 24 ore quando, perché sopravvivesse, un'equipe di 6 medici è salita su tutti i mezzi a sua disposizione, dall'auto medica, all'ambulanza, all'elisoccorso, per percorrere a sirene spiegate quei 200 km che separano l'Ospedale San Vincenzo di Taormina dall'Ospedale Santissima Annunziata di Cosenza. "Quando siamo arrivati la mamma piangeva disperata e si teneva la pancia, segnata dai punti del cesareo appena vissuto, ma la bimba era riuscita ad aspettarci, grazie al favoloso intervento della terapia intensiva neonatale dell'ospedale e, secondo me, grazie alla mano di Dio".
La corsa contro il tempo per salvare una neonata
La dottoressa Ines Andriani e il dottor Sasha Agati sono i due cardiochirurghi che domenica 6 novembre, come racconta a Fanpage.it la dottoressa, erano di reperibilità, quando hanno ricevuto una chiamata urgente.
"L'anestesista di guardia nel mio centro medico di riferimento mi ha chiamata per dirmi che era arrivata una richiesta disperata di aiuto dalla Terapia Intensiva Neonata di Cosenza, dove una bimba nata da poche ore era in insufficienza respiratoria" spiega Andriani.
Da qui è iniziata la folle corsa contro il tempo, che la cardiochirurga ci ha spiegato nel dettaglio. I medici hanno messo gli attrezzi del mestiere nei loro bagagli, hanno indossato le luci per essere pronti all'operazione e hanno contattato l'elisoccorso per percorrere nel modo più rapido i 200 km che separano l'ospedale di Taormina, in cui si trovavano, da quello di Cosenza.
"Qui il primo impedimento, l'elisoccorso aveva 4 posti, ma noi eravamo in 6, quindi ci siamo incamminati tutti con mezzi diversi, chi con l'ambulanza, chi in automedica".
Una volta giunta al termine la folle corsa dei 6 medici, muniti di tutto il necessario per intervenire nell'immediato, hanno trovato la neonata che a causa di un maladattamento dal passaggio dalla vita fetale a quella terrena, non riusciva a respirare bene. "La piccola ci stava aspettando, grazie alle colleghe della tin che avevano fatto in modo che i suoi livelli di ossigeno rimanessero stabili al 50%, seppur non al 100%".
Il prezioso intervento dei 6 medici
La bimba, come ci spiega la dottoressa, non è stata sottoposta ad una vera e propria operazione ma ad un'ECMO (extracorporeal membrane oxygenation): "Attraverso un macchinario e due cannule, una inserita nella carotide, l'altra nella giugulare della bimba siamo stati in grado di fare ciò che il suo corpo in quel momento non riusciva a fare, prelevare il sangue venoso, arricchirlo di ossigeno e farlo arrivare alla bimba".
La dottoressa ci ha parlato di un'esplosione di ossigeno a cui è seguita un'esplosione di gioia: "É stato bellissimo vedere la percentuale piano piano salire dal 50 al 100%".
Ma le avventure per la piccola non sono finite nel momento in cui i suoi polmoni danneggiati hanno iniziato ad arricchirsi di ossigeno, è stata presa in carico dall'Ospedale di Taormina e dunque è dovuta partire con il team di esperti in elisoccorso.
"Non nego che trasportare in elicottero una bimba così piccola con l'ECMO sia una situazione estremamente delicata, da un lato ad ogni sbalzo le cannule si sarebbero potute spostare, dall'altro c'era un altissimo rischio di ipotermia, quindi l'abbiamo avvolta in una nuvola di cotone, per evitare la dispersione di calore".
La bimba è ancora in prognosi riservata, la dottoressa però si augura che la sua ipertensione polmonare si riduca, anche grazie all'effetto delle prostaglandine che sta assumendo ora per mantenere i dotti arteriosi aperti.
La bellezza e la paura di un lavoro come quello del cardiochirurgo
La dottoressa Ines Andriani ci racconta, che per quanto la storia della bimba faccia notizia e sbalordisca, dal momento che per la sua sopravvivenza sono stati percorsi in tutta fretta 200 km, non è poi così insolita.
"Purtroppo la Calabria non è provvista di cardiochirurgia pediatrica, per tanto i medici di Taormina coprono il servizio per la regione Sicilia e Calabria, dunque queste urgenze ci portano a prendere tutti i mezzi possibili per salvare la vita ai piccoli che ne hanno bisogno".
La dottoressa, che generalmente si occupa di piccoli pazienti con malformazioni a cuore e polmoni congenite, tuttavia, nel corso della sua carriera si è trovata in un'altra occasione a fornire assistenza ad una bimba nata sana, per poi manifestare insufficienza polmonare.
Un lavoro complesso il suo, ci rivela, che la fa interfacciare con genitori, come la mamma della bimba, disperati al suo arrivo : "Non posso dimenticare la faccia della madre della piccola, piangeva e si teneva il pancione, ancora segnato dai punti del parto cesareo appena vissuto ".
Tuttavia la dottoressa Andriani ama moltissimo il suo lavoro, e la possibilità di ridare vita a intere famiglie.
"Quando un bambino sta male le famiglie vengono inondate di un fortissimo dolore, noi medici entriamo inevitabilmente a far parte delle loro storie, e non esiste gioia più grande per me di aver visto un barlume di speranza e serenità nel viso della mamma della piccola, quando siamo atterrati a Taormina e ha visto la sua piccola, attorniata da fili, ma viva".