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La canzone dei Pinguini Tattici Nucleari per parlare di consenso ai bimbi. L’esperto: “Si sperimenta già nel gioco”

La canzone “Piccola Volpe” dei Pinguini Tattici Nucleari, attraverso una favola, parla ai bambini del concetto di consenso. Il pedagogista Luca Frusciello ha spiegato a Fanpage.it come trasmettere questo insegnamento ai più piccoli, a seconda della loro età.
A cura di Sophia Crotti
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Credits_ Pinguini Tattici Nucleari

È uscito da meno di una settimana il nuovo album “Hello World” del gruppo musicale  dei Pinguini Tattici Nucleari, e già ad uno ad uno emergono gli argomenti forti ed importanti racchiusi in ogni brano. Dai temi sociali, come la morte di Giulia Tramontano, per mano del compagno Alessandro Impagnatiello, a cui è dedicato il testo di “Migliore, all’importanza di insegnare il consenso ai bambini fin da piccolissimi, raccontato nel testo del brano “Piccola Volpe”.

La melodia onirica di una ninna nanna fa da sfondo al racconto di quella che sembra a tutti gli effetti una favola, con tanto di una piccola volpe antropomorfa come protagonista, ma che in realtà è una lezione  importante per i più piccoli. La volpe nel testo sfugge da uomini che vorrebbero ingabbiarla, da anelli che le sembrano catene in miniatura e la spaventano, lascia impronte nel bosco che il cantante sa di poter seguire sono fino a che lei lo desidera.

Abbiamo chiesto al pedagogista Luca Frusciello, di spiegarci in che modo si può insegnare ai bambini il consenso e come questo brano sia uno sprono a farlo.

Luca Frusciello
dott. Luca Frusciello (pedagogista)

Come si insegna il consenso ai bambini?

Ai bambini non si insegna o spiega il consenso, bisogna far sperimentare loro un suo prerequisito, ossia la capacità di condividere un’esperienza con altri. Per farlo è importante permettere ai piccoli di stare in uno spazio dove possano mettere in pratica un sistema di regole condivise, insieme ad altri bambini, così che si rendano conto che il loro benessere deriva proprio dal fatto che ciascuno sappia stare in quel sistema di regole, rispettandole.

E come si può far sperimentare il tema del consenso tra i banchi di scuola?

Dopo aver sperimentato nel loro quotidiano, durante la scuola dell’infanzia, un contesto normato da regole precise, alle elementari è il momento per farli riflettere su quelle regole, rendendole ancora più esplicite. Solo alle medie arriva il momento in cui i bambini a quel sistema di regole, di cui hanno già fatto esperienza durante l’infanzia, riescono ad associare il concetto di consenso, collegando ciò che da piccoli avevano imparato nel gioco, ossia la possibilità di arrivare fin dove l’altro è disposto che si arrivi, alla vita quotidiana.

Alle superiori invece è possibile associare il consenso all’affettività?

Sì, quando i ragazzi arrivano alle superiori è possibile orientare il concetto del consenso a specifici temi, come a quello della sessualità o dell’affettività. È bene farlo a questo punto perché avendo maturato nel profondo il significato del concetto di consenso il ragazzo con facilità lo assocerà alla sessualità e a tutte le emozioni e i simboli legati a questa, come la pulsionalità, l’impulsività, la relazione con l’altro in via progettuale.

La canzone dei Pinguini Tattici Nucleari con l'escamotage di una favola racconta ai piccoli che l’ascoltano il concetto di consenso, lei cosa ne pensa?

Penso che faccia breccia sulla teoria della mente, ossia sulla capacità che si sviluppa fin da bambini di leggere il proprio stato d’animo, le proprie emozioni, i propri comportamenti, così da capire anche quelli degli altri e trovare il punto di equilibrio tra il proprio stare al mondo e quello degli altri. È uno strumento utile perché non parla ai bambini di un concetto astratto come il “consenso” che loro, così piccoli, non potrebbero capire, ma permette loro di farne esperienza, attraverso un racconto. Dovremmo pensare ad una scuola che parta da questo concetto, che sia laboratoriale, che non abbia un’ora in più di educazione civica sul consenso ma che fin dall’infanzia permetta ai bambini di comprenderne l’essenza attraverso laboratori ludici, artistici e musicali, dove i bimbi possano fare pratica della teoria della mente.

Se si cercasse di spiegare a parole il concetto di consenso a bambini troppo piccoli cosa accadrebbe?

Nulla, perché ancora una volta noi adulti, con il nostro linguaggio che il bimbo non comprende, staremmo cercando di insegnargli qualcosa attraverso la modalità sbagliata e allora esisteranno ancora molte canzoni come questa che toccheranno un tema di cui in classe ancora si farà fatica a parlare.

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