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Insegnare ai propri figli l’importanza di dire grazie, migliora le relazioni familiari: lo studio

Mamme meno stressate e più soddisfatte, papà più contenti della relazione con i figli: ecco gli infiniti poteri curativi di un semplice “grazie” detto da un figlio ai propri genitori, secondo l’Università Illinois Urbana-Champaign.
A cura di Sophia Crotti
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bimba ringrazia il papà

Un grazie non solo migliora la giornata di chi lo riceve ma, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Positive Psychology, è fondamentale per il benessere familiare.

Addirittura la gratitudine ha benefici differenti su mamme e papà a seconda che a dire “grazie” siano i loro figli, grandi o piccoli, o che a mostrarsi grato sia il partner. Un grazie è un vero e proprio antidepressivo, in grado di migliorare la salute mentale e alleviare il peso del carico che i genitori portano sulle spalle, ma che purtroppo qualcuno in famiglia si sente dire ancora troppo poco.

I benefici di un grazie in famiglia, detto dai figli

Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign ha raccolto le impressioni di quasi 600 genitori degli Stati Uniti, con almeno un figlio tra i 4 e i 17 anni, per comprendere quanto quei grazie detti tra le mura di casa, che spesso commuovono, abbiano un impatto sulla vita familiare e sul benessere psicologico di genitori e figli.

Gli studiosi hanno indagato attraverso specifici test, sottoposti ai genitori, in che modo un gesto di gratitudine o un grazie inaspettato influisca sulle dinamiche familiari.

Innanzitutto, ogni grazie è diverso e ha benefici differenti sulle relazioni a seconda di chi lo pronuncia. Se è il papà a ringraziare la mamma per ciò che quotidianamente fa, o al contrario se è la mamma a ringraziare il papà, l’unico beneficio psicologico riscontrato è una maggiore soddisfazione relazionale. Secondo i ricercatori, infatti, la coppia, che spesso fatica a gestire la vita quotidiana con l’arrivo dei figli, con gesti di gratitudine reciproca si ritrova e si rasserena.

Ma un grazie detto dai propri figli, non ha eguali. Sembra avere, infatti, un beneficio ancora maggiore sulla mente dei genitori, dal momento che diminuisce drasticamente lo stress legato al carico della genitorialità che mamme e papà portano con sé soprattutto in una società che li vorrebbe sempre performanti e perfetti. Tuttavia, ai ricercatori è stato evidente che, dal momento che i bambini piccoli, esprimono la gratitudine in maniera differente rispetto agli adolescenti, i genitori che hanno riscontrato una vera e propria miglioria della propria salute mentale, dopo un grazie dei figli, sono stati quelli che si trovano a crescere ragazzi tra i 13 e i 18 anni di età. 

famiglia grazie

A sentirsi dire più spesso “grazie” in famiglia sono però gli uomini, come emerge dall’indagine. Questo fenomeno, secondo i ricercatori, sarebbe una conseguenza del patriarcato imperante, che in famiglia si declina con una differente distribuzione del carico di cura dei propri figli. Tra l’evidente salary pay gap, che porta le donne a guadagnare meno dei partner e lo squilibrio tra congedo di maternità (sempre troppo lungo) e di paternità (sempre troppo breve), le donne sentono di dover fare più dei loro compagni in famiglia per i figli e i bambini introiettano questo pensiero smettendo spesso di dire grazie alle loro mamme.

Le donne che, nonostante questi costrutti sociali, ricevono gratitudine dai propri figli, hanno affermato di non sentirsi solo madri meno stressate, ma anche compagne più soddisfatte della propria relazione con il partner. Lo stesso non accade ai papà, i quali, ricevuto un grazie dai loro bimbi, ne traggono benefici solo nel legame intessuto con loro e non con la propria compagna.

Dati i benefici della gratitudine in famiglia, che i ricercatori hanno riscontrato in ogni tipologia di famiglia analizzata, è importante insegnare ai bambini a non dare mai per scontato il lavoro che quotidianamente i genitori svolgono per loro. Allen Barton, il principale firmatario dello studio, professore nel dipartimento dello Sviluppo umano e studi familiari nell’università dell’Illinois, ha infatti affermato che nonostante il carico genitoriale su mente e corpo sia difficile da gestire, queste scoperte sono un grosso passo avanti per evitare derive psicologiche come il burn-out genitoriale.

“Non sarà mai paritario il rapporto tra genitori e figli, perché i primi faranno sempre di più per i secondi, ma assicurarsi che ciascun membro della famiglia apprezzi e riconosca gli sforzi degli altri è fondamentale per il benessere generale” ha concluso il professore.

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