Inquinamento indoor: il pediatra spiega cos’è perché può nuocere alla salute dei bambini
Quando si parla di inquinamento e salute dei bambini, la mente vola subito verso immagini di città trafficate, industrie fumanti e strade piene di smog, tuttavia spesso si sottovaluta il fatto come la maggior parte delle persone trascorra il 90% del proprio tempo all'interno di ambienti chiusi, dove agli agenti inquinanti provenienti dell'esterno si aggiungono anche le sostanze poco salutari che aleggiano e prosperano tra le quattro mura di case, uffici e scuole. È il cosiddetto inquinamento indoor, una forma d'inquinamento molto comune, ma che viene spesso sottovalutata.
"L'inquinamento indoor cela delle insidie per tutti. Bambini e anziani però, essendo più fragili, sono ancora più esposti" spiega a Fanpage.it il pediatra Rino Agostiniani, Direttore Area Pediatria e Neonatologia presso l'USL Toscana Centro (Firenze) e Consigliere della Società Italiana di Pediatria (SIP).
"Bisogna cambiare l'idea secondo la quale rimanere al chiuso faccia bene alla salute perché ci protegge dall'inquinamento. In realtà anche negli spazi indoor circolano agenti inquinanti che, a differenza di quanto accade all'esterno, possono ristagnare a lungo nello stesso ambiente."
Cos'è l'inquinamento indoor?
L'inquinamento indoor non riguarda solamente l'esposizione a sostanze chiaramente tossiche come vernici o fumi provenienti dal caminetto. Gli inquinanti più comuni sono quei particolati molto piccoli, come il PM10, che alla lunga possono avere ripercussioni importanti a livello delle vie respiratorie, soprattutto in giovane età.
"All'interno dell'ambiente chiuso circola di tutto – afferma Agostiniani – dai vapori prodotti dalle preparazioni alimentari, al gas usato per accendere il fuoco. Molti poi non tengono conto delle esalazioni causate da deodoranti o prodotti per la pulizia della casa, tutte sostanze che, se lasciate a ristagnare nelle stanze, peggiorano di molto la qualità dell'aria. Per non parlare poi delle muffe, veicoli di tossine e pericolose anche nel breve periodo".
Quali sono le possibili conseguenze per i bambini
Se la scienza ha ormai accertato come l'aria viziata degli ambienti chiusi sia tutt'altro che un toccasana per la salute, i singoli effetti sull'organismo sono ancora materia di studio.
"Le attuali evidenze associano un mancato ricambio d'aria a problematiche di tipo respiratorio, soprattutto nei bambini – spiega l'esperto – Tuttavia è complesso distinguere tra ciò che è effettivamente imputabile all'inquinamento indoor e quanto invece è dovuto all'inquinamento dell'ambiente esterno".
In più, in un contesto di aria "chiusa" è molto più probabile la circolazione di forme virali e malanni stagionali. Perciò, sottolinea Agostiniani, anche in autunno e inverno è importante far giocare i bambini all'aperto e sottrarli, almeno per un po', a classi, stanze e camerette chiuse.
Quali sono gli errori da non fare
Sarà banale, ma la prima raccomandazione è quella di non fumare. Il fumo resta impregnato nell'aria, sugli abiti, sui tessuti, ed è dannosissimo sia per i grandi che per i bambini. Poi non bisogna mai far mancare un ciclico (e adeguato) ricambio d'aria.
Certo, precisa il pediatra, per chi abita di fronte a strade piene di auto questo ricircolo di aria "buona" non è semplice, tuttavia facendo attenzione ad aprire le finestre in orari in cui il traffico è meno congestionato può comunque comportare un beneficio. Se si ha un camino è invece importante verificare che vi sia un tiraggio efficiente e una buona capacità di aspirazione.
"Esistono anche moderni sistemi di filtraggio dell'aria, però si entra in un discorso che richiede una certa disponibilità economica per poter intervenire sulla propria abitazione. Forse le scuole dovrebbero iniziare ad avviare lavori di questo genere, ma capisco che si tratti di una questione complicata".
Vi è poi la questione relativa al riscaldamento. Rimanere a lungo in un ambiente troppo caldo infatti non solo favorisce l'umidità e la circolazione di virus e batteri, ma tende a seccare l'aria e le mucose. "La temperatura ideale per stare in casa dovrebbe aggirarsi intorno ai 18° C, grado in più, grado in meno" ricorda Agostiniani. E se dopo la nottata è abitudine comune spalancare le finestre, farlo anche prima di andare a letto (solo per qualche minuto) può garantire una qualità d'aria migliore per il sonno.