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In Svezia un ministro del governo va in congedo parentale per 5 settimane: “Divido i compiti con mia moglie”

Il ministro dell’Agricoltura svedese Peter Kullgren sarà il primo uomo di governo a prendere un congedo parentale nella storia del Paese. Una scelta personale, ma che riflette un modello di società in cui i padri sono sempre più partecipi nella distribuzione dei compiti di cura: “Una giornata con un bambino di un anno è varia quasi come quella di un ministro”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il prossimo aprile, il ministro dell’Agricoltura svedese Peter Kullgren dirà temporaneamente addio a impegni istituzionali e gabinetti di governo per prendersi cinque settimane di pausa da dedicare interamente alla figlia Edith. Un gesto tanto semplice quanto rivoluzionario, poiché Kullgren sarà il primo ministro maschio della storia della Svezia a prendersi un congedo parentale durante un mandato di governo.

Prima di lui, solo la ministra Amanda Lind, che nel 2019 occupava il dicastero della Cultura, aveva chiesto e ottenuto un congedo che in Svezia era stato esteso anche ai membri del governo solamente l'anno prima. Oggi però la scelta di Kullgren – supportata pubblicamente dal primo ministro svedese Ulf Kristersson – rappresenta un passo importante nel processo di normalizzazione del congedo parentale per i padri.

La coppia Kullgren: due carriere in ascesa

Peter Kullgren è un astro in ascesa della politica svedese e insieme alla moglie Sarah forma una delle coppie più influenti all'interno del partito dei Kristdemokraterna, i democratici cristiani svedesi. Lui, 43 anni, è un esponente di spicco del partito – il suo nome circola spesso come quello del possibile leader del futuro – mentre lei, 31 anni, è presidente della sezione femminile del partito e partecipa attivamente alle decisioni strategiche del suo gruppo e dello stesso governo.

Dopo l'arrivo della piccola Edith, nata nel gennaio del 2024, Sarah non ha affatto abbandonato l'impegno politico, supportata da un marito che non ha mai fatto mistero di voler essere un padre presente e partecipe alla crescita dei propri figli. Una scelta che, secondo Kullgren, dovrebbe essere tutelata maggiormente dalle istituzioni.

Già quando era assessore nella città di Karlstad, nella Svezia centrale, Kullgren si era infatti battuto per modificare le regole, riuscendo a ottenere che anche gli amministratori locali potessero usufruire dei giorni di congedo parentale. Il cambiamento, nato dalla sua esperienza personale con il figlio Waldemar, oggi quattordicenne, ha avuto effetti positivi per molti amministratori dopo di lui.

Un nuovo modello di equilibrio

Come raccontato dal quotidiano svedese Expressen, la vita quotidiana di Peter e Sarah non segue una divisione dei compiti perfettamente bilanciata, ma viene modellata di volta in volta in funzione alle loro esigenze. A casa, ad esempio, lui si occupa prevalentemente della cucina, mentre lei gestisce la lavanderia, anche se i compiti possono variare in base ai molti impegni dei due. "Una giornata con un bambino di un anno è varia quasi come quella di un ministro dell’Agricoltura", ha dichiarato lo stesso Kullgren, il quale ha anche tenuto a precisare di non voler trasformare il suo caso in una lezione di genitorialità valida per tutti.

"Ognuno deve poter decidere liberamente se prendere il congedo o meno. Politicamente e ideologicamente, per me è fondamentale che sia così. Ogni famiglia ha esigenze diverse" ha spiegato il ministro, convinto che l'imposizione di un modello rigido significherebbe svantaggiare sia i bambini che l'economia familiare.

Un Paese a misura di famiglia

La Svezia rappresenta da decenni un modello per le politiche all'avanguardia in materia di educazione e famiglia. Per quanto riguarda il congedo parentale, ad esempio, lo stato svedese – che fu il primo in Europa a concederlo anche ai padri nel 1974 – prevede 480 giorni di astensione dal lavoro per ogni nuovo nato. Di questi 390 sono retribuiti all'80% dello stipendio fino a un tetto massimo, mentre i restanti 90 giorni prevedono un importo fisso inferiore. In più, i genitori possono dividersi il congedo in modo flessibile fino al compimento dell'ottavo anno di vita del figlio e, dal 2024, hanno anche la facoltà di "cedere" fino a 45 giorni del loro congedo retribuito a una persona che non è il tutore legale del bambino, a condizione che la persona sia assicurata per l'indennità parentale (cosa molto comune in Svezia).

Tale linea politica ha portato negli anni a profondi cambiamenti nella società, tanto che oggi i padri svedesi detengono il primato europeo per l’utilizzo del congedo parentale, con il 90 percento dei genitori che ne usufruisce per una media di quasi quattro mesi. Un tasso considerevole, soprattutto se paragonato con i numeri nostrani che, secondo la recente indagine condotta dal progetto europeo 4e-parent, vedono solo il 20 percento dei padri italiani scegliere spontaneamente di sfruttare il proprio congedo per dedicarsi alla cura dei figli.

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