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Quali sono i Paesi più fertili del mondo: la risposta nell’indagine OCSE

L’Italia è il Paese con il tasso di figli per donna più basso d’Europa, insieme alla Spagna, e nel mondo solo la Corea del Sud è messa peggio. Primato invece per Israele, seguita dall’Arabia Saudita e dal Sudafrica.
A cura di Niccolò De Rosa
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Italia ha il tasso di fertilità tra i più bassi del mondo

Gli italiani fanno sempre meno figli e sempre più tardi, e se negli ultimi 60 anni quasi tutti i Paesi industrializzati hanno assistito ad un calo della fertilità, nel Bel Paese l'inverno demografico sta assumendo l'aspetto di una vera emergenza, con possibili conseguenze per il futuro economico e sociale delle prossime generazioni.

Nel rapporto Society at a Glance 2024, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha infatti mostrato come l'Italia sia, insieme alla Spagna, il Paese occidentale con il tasso di fertilità (TFR) più basso, con una stima per il 2023 di 1,2 figli per donna. Per fare un paragone, nella vicina Francia lo stesso indicatore si attesta intorno a 1,8 figli per donna, mentre la media totale del TFR per tutti i Paesi OCSE nel 2022 è di 1,5.

Solo la Corea del Sud riesce a fare peggio: nel Paese asiatico, il tasso di fertilità stimato per il 2023 è infatti di 0,7 figli per donna. In controtendenza invece il caso Israele, dove il TFR rimane molto alto, intorno al 2,9. Ma non è l'unico Paese che negli ultimi anni è riuscito a contenere il trend negativo

I Paesi OCSE più fertili

Oltre a Israele, dove un tenore di vita mediamente più alto e il contesto culturale e religioso favorisce la formazione di famiglie numerose, la già citata Francia, la Repubblica Ceca (1,8) e l'Irlanda (1,7) sono gli esempi di fertilità più virtuosi nell'area europea.

Anche i Paesi che a inizio secolo avevano risentito della disgregazione dell'URSS – Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca – stanno però mantenendo una buona risposta in termini di fertilità, rimanendo in media OCSE.

Fonte: OCSE
Fonte: OCSE

Al di fuori dei confini del vecchio Continente, invece, le nazioni dove si contano più bambini per donna sono l'Arabia Saudita (2,4), il Sudafrica (2,3) e l'Indonesia 2,1, la quale precede di poco l'India che proseguendo nel proprio trend negativo ha subito un calo tale da non farle superare la soglia dei due figli per donna.

Oltreoceano spiccano il Messico (1,8), la Colombia (1,7) e gli Stati Uniti, con un TFR di 1,6.

Le ragioni del crollo demografico in Italia

Secondo gli osservatori dell'OCSE, i motivi che hanno portato l'Italia a diventare uno dei fanalini di coda per la fertilità nel mondo sono da ricercare prevalentemente nel clima d'incertezza e fragilità economica che negli anni ha comportato un radicale mutamento di prospettive e priorità.

Le considerazioni economiche infatti influenzano significativamente la formazione della famiglia, con variabili come reddito, precarietà contrattuale e i costi per l'alloggio e l'assistenza all'infanzia che determinano non solo il numero dei figli e l'età per farli, ma anche la stessa possibilità di diventare genitori.

In questo contesto, l'ingresso di un maggior numero di donne mercato del lavoro può essere letto come un ulteriore ostacolo alla natalità, poiché il la volontà d'impegnarsi nella propria carriera potrebbe mettere in secondo piano il desiderio. Le evidenze riportate dai numeri però mostrano come nei Paesi dove  le donne riescono a conciliare lavoro e vita familiare, non solo i contesti economici appaiono migliori, ma anche i tassi di fertilità risultano più elevati.

Tabella OCSE sugli indicatori sociali
Tabella OCSE sugli indicatori sociali che influiscono sulla fertilità.

Per l'OCSE ciò aiuta a spiegare perché i tassi di occupazione femminile, che in passato erano legati negativamente alla fertilità, ora vengano associati positivamente alla crescita demografica.

Crisi globali recenti e cambiamenti attitudinali verso la genitorialità hanno poi ulteriormente complicato il quadro, suggerendo che politiche mirate alla parità di genere e alla riduzione dei costi per i figli siano cruciali, sebbene non sufficienti per riportare i tassi di fertilità ai livelli sostitutivi.

"I risultati delle regressioni a livello OCSE hanno rilevato associazioni positive tra TFR, occupazione maschile e femminile, spesa pubblica per congedo parentale ed ECEC e, in misura minore, sostegno finanziario alle famiglie" cita il report, , suggerendo come politiche mirate alla parità di genere e alla riduzione dei costi per i figli siano cruciali, sebbene non sufficienti per riportare i tassi di fertilità ai livelli sostitutivi.

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