Il Rooming-in aiuta l’allattamento e rafforza il legame tra mamma e bebé: le nuove indicazioni del Ministero
La condivisione della stanza tra madre e neonato subito dopo il parto – il cosiddetto rooming-in – è una pratica ospedaliera che favorisce il legame tra mamma e bambino e promuove il benessere del neonato.
A ribadirlo è il Ministero della Salute che con il documento Benessere della coppia madre-bambino e sicurezza del neonato pubblicato il 2 ottobre ha raccomandato alle Direzioni Generali e Sanitarie delle Aziende Ospedaliere e al personale sanitario d’area perinatale che tale servizio post-partum venga offerto attivamente nei punti nascita, accompagnato da un adeguato (e strutturato) supporto logistico e psicologico.
Supporto alla scelta consapevole
Il documento, frutto del lavoro di un Tavolo multidisciplinare, ha sottolineato l'importanza di fornire ai genitori informazioni chiare e personalizzate, permettendo loro di compiere scelte consapevoli sulle pratiche postnatali.
Oltre a favorire il contatto pelle a pelle immediatamente dopo il parto – attività che facilita l'allattamento, riduce lo stress del piccolo e offre una maggior stabilità cardiorespiratoria del neonato – il rooming-in viene infatti incoraggiato come strumento per rafforzare il legame tra madre e bambino, ridurre rischio di infezioni ospedaliere e favorire la consapevolezza genitoriale, poiché l'accudimento del neonato fin dalle prime ore di vita consente alla donna (ma anche al padre, la pratica è raccomandata per entrambi) di calarsi subito nei nuovi panni di genitore.
Tuttavia, il documento non manca di sottolineare come l'organizzazione di questa pratica debba essere flessibile, offrendo opzioni alternative per quelle coppie che non possono adottarla, o, per le più disparate ragioni, preferiscono sospendere il rooming-in, anche se solo temporaneamente.
Aggiornamento del personale e supporto emotivo
Una parte cruciale del documento riguarda la preparazione del personale sanitario, che deve essere costantemente aggiornato per garantire un'assistenza adeguata.
Leggendo le raccomandazioni del Ministero, la mente corre infatti al drammatico evento del gennaio 2023, quando il reparto neonatale dell'ospedale Pertini di Roma finì nell'occhio del ciclone a causa dell'improvvisa morte di un bimbo appena nato che, almeno all'inizio, si pensava fosse rimasto schiacciato dal peso della madre che, stremata per gli sforzi del parto, si era addormentata mentre lo teneva ancora in braccio.
Le indagini successive scagionarono completamente il personale di reparto (gli inquirenti accertarono che la causa del decesso fu la SIDS, la morte in culla, e il caso venne archiviato nel marzo 2024), tuttavia le polemiche delle settimane immediatamente successive alla tragedia aprirono un acceso dibattuto sull'effettiva utilità e fattibilità del rooming in.
Per questo il Ministero ha tenuto a ribadire la massima allerta per una pratica che, al netto delle perplessità di qualcuno, rimane raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da tutte le Società scientifiche pediatriche e ostetrico-ginecologiche italiane
Il documento quindi, oltre a promuovere l'autonomia materna, invita il personale delle strutture sanitarie a monitorare il benessere emotivo della madre e ad affrontare eventuali segni di disagio con un intervento psicologico mirato. La vicinanza costante al neonato può, infatti, generare stress nelle neomamme, e il supporto del personale diventa fondamentale in queste situazioni.
Le precauzioni da seguire
Il Ministero ha inoltre fornito alcune raccomandazioni pratiche, tra cui evitare la condivisione del letto tra madre e bambino durante il sonno per prevenire incidenti e adottare una corretta postura durante il contatto pelle a pelle per evitare rischi al neonato.
È stato inoltre ribadito il pericolo legato all'uso di smartphone durante l’allattamento, poiché può facilmente distrarre l'attenzione dalla sorveglianza del neonato.
In più, le linee guida raccomandano di limitare le visite di amici e familiari con sintomi influenzali e di utilizzare mascherine in caso di epidemie per proteggere il bambino da infezioni respiratorie.
Quando chiedere aiuto
Un ultimo passaggio rilevante riguarda l'invito per le neomamme a non esitare a chiedere aiuto al personale sanitario nel caso sentissero il bisogno di interrompere il rooming-in e affidare il bebè agli operatori. La priorità, secondo il Ministero, deve infatti essere il benessere – non solo fisico, ma anche mentale – sia della madre che del neonato.