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“Il primo desiderio degli adolescenti? Essere visti per come sono”: gli esperti sui sogni dei ragazzi di oggi

Quali sono i desideri degli adolescenti? I loro genitori, la politica e il mondo della scuola sa riconoscerli e dare a loro le risposte che meritano? Abbiamo fatto queste domande al sociologo Stefano Laffi e allo Psicologo Matteo Lancini.
Intervista a Sociologo Stefano Laffi e Psicologo Matteo Lancini
A cura di Sophia Crotti
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desideri degli adolescenti

Quali sono i desideri degli adolescenti di oggi? I genitori riescono ancora a coglierli, anche se sono diversi dai propri? E la scuola, una delle prime piccole società in cui vivono, permette loro di cercare di realizzarli? A queste e a molte altre domande risponderanno in un intervento sul tema del desiderio, il sociologo presso la cooperativa sociale Codici, Stefano Laffi e lo psicologo e psicoterapeuta, presidente dell’Associazione Minotauro, Matteo Lancini.

I due ci hanno dato un’anticipazione del loro speech, che si terrà venerdì 21 marzo, in occasione della giornata mondiale della poesia, presso la Galleria Campari di Sesto San Giovanni (Mi), dove è stato organizzato dalla Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, spiegandoci perché i desideri degli adolescenti, siano questi figli, studenti o cittadini, sono così importanti.

Una società non sempre in grado di lasciare i ragazzi liberi di desiderare

La prima domanda da porsi in ambito di desideri dei ragazzi, siano questi figli, studenti o cittadini, è proprio quali siano, il sociologo presso la cooperativa sociale Codici, Stefano Laffi, ha spiegato a Fanpage.it che il primo sogno dei ragazzi è quello di essere visti. "I ragazzi vogliono essere riconosciuti e rispettati, come soggetti dotati di pensieri autonomi ed esigenze particolari, cosa che non sempre accade, soprattutto tra le mura di casa dove sembra sempre che gli adulti su di loro impongano uno sguardo proiettivo, aspettandoli al varco di ciò che hanno progettato per loro: la scuola da frequentare, lo sport da fare e persino il lavoro al quale indirizzarsi". Questa tendenza del mondo adulto di immaginare il futuro dei ragazzi, di cercare di indirizzarli verso una strada sicura, secondo Laffi è spesso messa in atto credendo di fare il loro bene, in realtà ciò che ne deriva è un'estrema cecità nei loro confronti. "Finiamo per non vederli, non accettarli, non riuscire a stare accanto a loro a prescindere che siano o non siano il nostro sogno realizzato".

Stefano Laffi (sociologo presso Codici)
Stefano Laffi (sociologo presso la cooperativa sociale Codici)

La seconda ambizione dei ragazzi, secondo Laffi, è quella di avere la possibilità di scoprire i propri desideri, crescendo, misurandosi con le prove della vita, viaggiando alla scoperta di se stessi. "Vogliono poter fare quel viaggio, sperimentare e provare per poter essere finalmente gli attori principali delle loro vite".

Questo riconoscimento, che i ragazzi chiedono, va ben oltre le loro mura di casa, vorrebbero poter essere cittadini attivi, in grado di poter decidere almeno per i loro spazi e per le attività che li impegnano nel quotidiano. "Sebbene la Convenzione dei Diritti del Fanciullo preveda che i minori siano consultati e informati sulle decisioni che riguardano loro, non mi risulta che le scuole, per esempio, interpellino gli alunni per la stesura del regolamento d'istituto o che lo spazio pubblico si faccia display su cui loro possano poi proiettare i loro desideri". Anche i politici, ci spiega il sociologo, non dialogano con i ragazzi prima dei 18 anni, evitando anche di inserirli nel dibattito pubblico, dal momento che fino a quell'età non saranno elettori.

I genitori, invece, mossi da un desiderio di protezione, provano a decidere per i figli, cercando di orientarli verso ciò che secondo loro è il meglio possibile: "L'adulto dunque con la sua proiezione scommette sul figlio, perché crede di aver capito il mondo, di poterlo indirizzare verso le cose giuste e di fargli scansare quelle sbagliate, peccato che si tratti di uno sguardo strabico perché ciò che l'adulto ha imparato nella sua esperienza di ragazzo è molto diverso da quanto sta vivendo suo figlio alla stessa età". Per i genitori, po,  è anche molto complesso accettare l'autonomia di un figlio, non a caso degli strumenti come il registro online dei voti, che potevano essere uno strumento di dialogo tra famiglia e scuola si riducono spesso a mere forme di controllo dei ragazzi, che i genitori temono di perdere con la loro crescita. "Eppure è fisiologico e giusto che il figlio tradisca il padre o la madre, ribellandosi, dimostrando di essere diverso da loro. Una figlia uguale alla madre sarebbe infatti un esperimento non riuscito".

I nuovi desideri degli adolescenti e lo scontro con i genitori

In merito al rapporto tra genitori e desideri dei figli è intervenuto lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, Presidente della fondazione Minotauro di Milano attualmente impegnato in una reading performance, spettacolo gratuito che si terrà Giovedì 20 marzo 2025 alle ore 20.30 all’Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, per sponsorizzare il suo nuovo libro sul tema: "Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti".

Lancini ha innanzitutto spiegato in che modo nel corso degli anni siano cambiati i desideri degli adolescenti: "Se un tempo la dimensione del desiderio per gli adolescenti era organizzata attorno alla sessualità, poi le cose sono cambiate e il corpo ha abbandonato la sua dimensione di sessualità per avvicinarsi a quella estetica. I ragazzi hanno iniziato a desiderare la bellezza e la popolarità, ma oggi gli adolescenti desiderano una cosa sola: essere visti". Quest'ultimo desiderio, quello dei tempi moderni, secondo Lancini, nasce da una concezione del tutto nuova della genitorialità, oggi diventare madri o padri non è una naturale conseguenza della vita, ma una scelta a tutti gli effetti, mossa dal desiderio che si trasforma in una promessa a quel figlio, che lo si capirà e comprenderà sempre. "Quello che poi accade nella realtà è ben diverso, perché appena il figlio prova ad essere se stesso e a chiedere di essere visto per quello che è, il genitore lo reprime impedendogli anche di provare quelle emozioni che per lui sono disturbanti come la rabbia, la paura e la tristezza, mettendolo a tacere".

Matteo Lancini
Matteo Lancini (Psicologo, psicoterapeuta, autore del libro in uscita "Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti" e presidente dell'Associazione Minotauro)

Da questa impossibilità di esprimersi e imparare a farlo, dal momento che le loro emozioni richiederebbero tempo ed impegno che i genitori spesso non hanno deriva dunque non più il desiderio di essere impeccabili e apparire, ma quello di essere visti per come sono. "Ciò che manca agli adulti di oggi è la capacità di stare in relazioni con i figli, identificandoli, comprendendo che non sono uguali tra loro e nemmeno uguali ai genitori e che sono proprio queste diversità che meritano di essere valorizzate". Ogni volta che però i figli manifestano questo disagio, questa richiesta di attenzioni i genitori sembrano non comprenderli, e si giustificano pensando di aver dato loro troppo amore, di aver fatto fare loro tutte le esperienze, credendo che sia stato internet a rovinarli: "Basta smettere di chiedere ai figli di essere loro stessi a modo nostro, disiscriverli da quel corso di nuoto a cui probabilmente li abbiamo iscritti controvoglia per fare una bella figura con il pediatra e poterci dedicare ad altro mentre fanno il bagno in mare, accettando che siano diversi da noi e dando loro gli strumenti per diventare chi desiderano" ha concluso lo psicologo.

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