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Il patto anti-smartphone dei genitori inglesi: “Solo se rimaniamo uniti possiamo cambiare le cose”

Da inizio 2024 un gruppo WhatsApp fondato da due madri inglesi continua a fare rete per mettere in contatto mamme e papà di tutto il Regno Unito contrari all’utilizzo dello smartphone da parte dei figli prima dei 14 anni d’età: “I genitori devono sapere di non essere soli in questa battaglia”.
A cura di Niccolò De Rosa
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In un’epoca in cui il possesso di uno smartphone tra i più giovani è quasi la norma, molti esperti invocano a gran voce un cambio di rotta per ritardare l'utilizzo di simili dispositivi per i figli e far sì che i più giovani vengano istruiti a un approccio più maturo e consapevole nei confronti della tecnologia.

Se però in Italia tali posizioni sono state esposte una piccola fetta della società civile – è notizia di poche settimane fa l‘appello di pedagogisti ed esponenti del mondo della cultura per chiedere al governo di vietare per legge l'uso degli smartphone sotto i 14 anni – nel Regno Unito sono stati i genitori stessi a prendere in mano la situazione.

Il movimento Smartphone Free Childhood (SFC), nato nel febbraio 2024 ad opera delle amiche Clare Fernyhough e Daisy Greenwell, ha infatti lanciato una campagna online in cui migliaia di famiglie si stanno impegnando a non dare uno smartphone ai figli prima dell'ingresso alle scuole superiori.

Tale patto – concretizzatosi in un gruppo di WhatsApp dove i sostenitori si confrontano e coordinano le proprie iniziative – rappresenta una risposta concreta alle preoccupazioni legate alla salute mentale e alla pressione dei pari in classe che sempre più genitori si trovano a subire una volta entrati nel periodo scolare dei figli.

Il sostegno di una comunità di genitori

Come riportato dal quotidiano britannico The Guardian, l'obiettivo del movimento è ampliare sempre di più la propria base di sostenitori in modo da poter indurre le istituzioni a compiere una seria riflessione sulla necessità di tutelare maggiormente i ragazzi nel loro approccio con la tecnologia.

Secondo Mike Lawrence, uno dei firmatari dell'iniziativa, la cosa più importante per innescare una simile inversione di tendenza è infatti far sì che i genitori non si sentano soli.

Negli Usa hanno trovato un modo per non far usare i cellulari a scuola: i risultati dell'esperimento

Troppo spesso infatti, madri e padri che vorrebbero ritardare l'utilizzo dello smartphone si trovano costretti a rinunciare ai loro propositi di fronte al fatto che oggigiorno social e chat rappresentano la principale fonte d'interazione tra i ragazzi: obbligarli pertanto a rimanere offline mentre tutti gli altri amici e compagni di classe interagiscono giornalmente su canali a loro preclusi, equivarrebbe quindi a escluderli dalle dinamiche sociali dei coetanei.

Se invece i genitori riuscissero a fare fronte comune, trovando supporto morale reciproco, la lotta all'uso troppo precoce degli smartphone potrebbe risultare molto più efficace. Un esempio lampante ciò è dato dalla scuola elementare di Law nella cittadina scozzese del Nord Berwick: in questa scuola, i genitori di 194 bambini – tra cui lo stesso Lawrence – hanno scelto di aderire compatti al patto anti-cellulare, dando vita ad un attivissimo scambio di messaggi e informazioni che ha rafforzato il senso di comunità e collaborazione tra le famiglie, fornendo uno spazio in cui i genitori possono confrontarsi e sostenersi a vicenda.

Un movimento in crescita

Il patto ha conquistato numerosi consensi in tutta la Gran Bretagna: circa 37.000 genitori hanno firmato per più di 56.000 bambini. Secondo i dati raccolti da SFC, un quarto delle scuole britanniche ha aderito, con una predominanza di scuole primarie, segno evidente di una crescita costante della percezione del problema.

Secondo il movimento SFC, le cause di questa progressiva presa di coscienza sono molti. In primis il rischio sempre maggiore di esporre i piccoli a pericoli online, non solo per tutto ciò che concerne il possibile adescamento da parte dei malintenzionati del Web, ma anche per i rischi legati al bullismo e alla fruizione di contenuti non adatti alla loro età. Per non parlare poi delle tante preoccupazioni relative alla dipendenza dai social media, la distrazione dallo studio e la correlazione – sempre più evidenziata dagli studi – tra un uso eccessivo dei device elettronici e i problemi di salute mentale.

Per Charlotte Souter, che ha firmato il patto per il figlio di 11 anni, anche l’isolamento è una delle principali preoccupazioni. Il timore è che, quando entrerà alle medie, sarà l'unico senza uno smartphone. Proprio per questo il patto è visto come uno strumento importante per far fronte a tali situazioni.

Niente smartphone e cellulari ai bambini sotto i 14 anni.

Il ruolo dei genitori e l’esempio da dare

Per quanto riguarda i comportamenti da adottare per supportare la linea più intransigente nei confronti degli smartphone in tenere età, il ruolo giocato dall’esempio rimane. Morinade Akinbobola, presidente del consiglio dei genitori alla scuola Coleridge, si è ad esempio detta convinta del fatto i genitori debbano fornire ai figli precisi modelli di comportamento: se si chiede ai figli di limitare l’uso dello smartphone, anche gli adulti dovrebbero fare lo stesso.

Il movimento Smartphone Free Childhood mira quindi non solo a proteggere i più piccoli dai rischi tecnologici, ma anche a stimolare un cambiamento culturale più ampio e favorire un uso maggiormente consapevole della tecnologia.

Reazioni contrapposte

Stando a quanto riportato dal The Guardian, non tutti i ragazzi coinvolti dalla decisione di propri genitori hanno accolto la decisione con entusiasmo.

Molti ragazzi si sono infatti detti "un po’ infastiditi" o "non felici" dal fatto di essere esclusi dalla tecnologia che i loro coetanei utilizzano quotidianamente. Tuttavia, la maggior parte di loro è sembrata comprendere il valore della scelta fatta dai genitori, accettando di buon grado il compromesso.

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