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Il paracetamolo in gravidanza non causa autismo: lo studio smentisce una falsa credenza

Uno studio condotto da un team di ricercatori svedesi e americani ha negato la diretta correlazione tra autismo, ADHD, problemi del neurosviluppo e l’assunzione di paracetamolo durante la gestazione.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il paracetamolo in gravidanza non causa autismo nel bambino

Assumere paracetamolo durante la gravidanza non comporta un rischio maggiore di autismo, deficit dell'attenzione o disabilità intellettive per il bambino.

Il comune analgesico –  spesso prescritto per lenire gli effetti più blandi di febbre, mal di testa o dolori generici – era infatti reputato da molti genitori e perfino una certa parte della comunità scientifica come un possibile fattore di rischio per il neurosviluppo.

A smentire questa correlazione è stato però uno studio internazionale condotto da un team della Karolinska Institutet di Stoccolma, in collaborazione con la Drexel’s Dornsife School of Public Health di Philadelphia (USA) e supportato dal National Institute of Neurological Disorders and Stroke del National Institutes of Health americano.

La ricerca ha preso in considerazione i dati di oltre 2,4 bambini svedesi nati tra il 1995 e il 2019 e benché il confronto della loro storia clinica abbia effettivamente mostrato un piccolissimo aumento nelle possibilità di sviluppare patologie e complicanze neurologiche tra i soggetti le cui madri avevano assunto paracetamolo durante la gestazione, l'utilizzo di questo farmaco è stato "scagionato" da un'analisi approfondita che si è avvalsa anche del confronto tra fratelli.

Fratelli rivelatori

Secondo i dati raccolti dai registri sanitari sanitari e dalle prescrizioni mediche, dei 2.480.797 bambini che sono stati presi in considerazione per la ricerca, solo 185.909 (il 7,49% del totale) erano stati esposti al paracetamolo mentre erano nel pancione.

Gli scienziati hanno quindi messo a confronto i loro casi con quelli dei rispettivi fratelli, che invece non erano stati soggetti al farmaco durante la gravidanza. Fratelli e sorelle, infatti, non solo condividono un'elevata percentuale del patrimonio genetico, ma nella stragrande maggioranza dei casi crescono nel medesimo ambiente e vivono analoghe esperienze sociali ed educative. Tutti elementi utili per effettuare confronti a parità di condizioni di partenza.

Paracetamolo e autismo
Lo studio svedese si è avvalso del confronto tra fratelli per valutare gli effetti del paracetamolo in gravidanza.

Ebbene, stando a quanto riportato dagli autori dello studio, i soggetti le cui madri avevano preso il paracetamolo durante la gravidanza non hanno palesato una maggiore incidenza di diagnosi di autismo o altre condizioni neurologiche rispetto ai fratelli o alle sorelle.

Ma allora perché i bambini che erano stati esposti al paracetamolo presentavano un aumento, seppur minimo, nell'incidenza di casi relativi ad disturbi dello spettro autistico, deficit cognitivi e ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, il cosiddetto deficit di attenzione o iperattività)?

Secondo gli studiosi, la spiegazione potrebbe essere cercata tra le caratteristiche genetiche dei genitori o quelle stesse condizioni di salute che a suo tempo erano state trattate con il paracetamolo – come emicranie, febbre alta o malattie autoimmuni – e che potrebbero effettivamente influire sullo sviluppo cerebrale dei piccoli.

Un'indicazione importante

Come dichiarato dagli stessi autori della ricerca, i risultati ottenuti potrebbero rappresentare una fonte di rassicurazione per tutte quelle madri che anche di fronte ad una prescrizione medica esitano a ricorrere al paracetamolo per paura di arrecare qualche danno al feto.

Tale timore era stato supportato anche da uno studio apparso su Nature nel 2021 dove si raccomandava di limitare il più possibile il ricorso all'analgesico. Gli stessi autori però precisavano che in caso di febbre alta o dolore intenso, l'uso di tale farmaco avrebbe potuto rappresentare "la linea d’azione con il rischio più basso".

Oggi però la ricerca coordinata dal Karolinska Institutet sembra fornire maggiori garanzie metodologiche e benché l'analisi sia stata condotta basandosi su segnalazioni di pazienti e personale ostetrico, il campione ampio e rappresentativo ha spinto la comunità scientifica ad accettarne le conclusioni e confutare così l'associazione tra paracetamolo in gravidanza e il rischio di autismo, ADHD o disabilità intellettiva nei bambini.

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