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Impennata di casi di morbillo. La pediatra: “Il vaccino resta l’unica difesa per evitare complicazioni”

Gli ultimi dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità mostrano un boom di casi, soprattutto tra gli adulti non vaccinati. La Consigliera SIP Elena Bozzola: “Importante sottoporsi al ciclo completo con due dosi di vaccino”.
Intervista a Elena Bozzola
Pediatra e Consigliere SIP
A cura di Niccolò De Rosa
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Morbillo

Il morbillo è tornato a circolare con forza e, secondo gli esperti, la causa principale risiederebbe nel calo della vaccinazione degli ultimi anni. A confermare il trend è l'ultimo nuovo bollettino del sistema di sorveglianza nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS): da primo gennaio al 31 agosto 2024, in Italia, sono stati notificati 864 casi di morbillo (un'incidenza di 22 casi per milione di abitanti) di cui 53 solo nel mese di agosto, periodo solitamente di bassissima circolazione del virus.

Dall'inizio dell'anno sono state 17 le Regioni interessate da almeno un caso accertato, otto delle quali (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria) hanno riportato complessivamente il 90,7% dei casi.  In Abruzzo è stata segnalata l'incidenza più elevata, con 52 contagi per milione di abitanti.

Benché il morbillo sia considerata comunemente come una condizione pediatrica, ad oggi l’età mediana dei casi si aggira intorno ai 30 anni, con oltre la metà dei casi (53,0%) che ha interessati adolescenti o giovani adulti e un ulteriore 23,9% ha più di 40 anni di età.

Tuttavia, precisa l'ISS, l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto ai 5 anni d’età e sono stati segnalati 41 casi in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati.

"I dati forniti ci impongono una riflessione specie se confrontati con quelli dell’ anno precedente, visto che nel 2023 i casi confermati in Italia erano solo 40" dichiara a Fanpage.it Elena Bozzola, pediatra e Consigliera Nazionale Società Italiana di Pediatria.

Come mai un simile boom?

Il virus del morbillo è endemico e ciò favorisce la possibilità di infezione e il rischio di focolai epidemici nelle comunità non protette. Infatti si tratta di un virus altamente contagioso: circa il 90% delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contrae la malattia.

Elena Bozzola
Elena Bozzola, pediatra e Consigliera Nazionale SIP.

Qual è la situazione fotografata dal report dell'ISS?

Tre elementi ci possono aiutare a interpretare bene i dati. L'età mediana dei casi segnalati e pari a 30 anni. Inoltre 41 bambini avevano meno di un anno di età quindi non eleggibile a ricevere il vaccino. Infine, circa il 90% non era vaccinato e il 5,6% vaccinato con sola 1 delle 2 dosi richieste per una protezione adeguata. Questi dati insieme sottolineano l'efficacia del vaccino nel proteggerci dall'infezione.

Il vaccino rimane dunque lo strumento di difesa principale contro il morbillo?

Assolutamente sì. Anzi, a tal proposito ricordo che sono necessarie due dosi, una somministrata intorno ai 13 mesi di vita e l'altra tra i 5-6 anni, insieme a quello contro rosolia parotite e varicella. Si tratta di un vaccino reso obbligatorio dalla legge Lorenzin per i nuovi nati. tuttavia, chi è nato prima del 2017 può non averlo ricevuto. In ogni caso è possibile richiedere sempre la vaccinazione effettuando due dosi a distanza di almeno 28 giorni.

Quali sono i rischi di contrarre il morbillo?

Le complicanze possono presentarsi a qualsiasi età anche se i bambini sotto i 5 anni e gli immuni depressi sono a maggior rischio. Tra le complicanze vi sono quelle polmonari (polmonite) e neurologiche (encefalite), gastrointestinali (disidratazione) che si possono presentare nel corso della malattia acuta o anche a distanza di mesi e anni. Questo è il caso della PanEncefalite Sclerosante Subacuta, malattia degenerativa del sistema nervoso centrale.

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