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Il filosofo spiega perché è giusto dire ai figli che Babbo Natale esiste: “Aiuta a crescere bambini scettici e curiosi”

Il professore dell’Università di Liverpool, Tom Whyman, ha recentemente spiegato che, anche se i genitori cercano di insegnare ai figli a non dire bugie, mentire sull’esistenza di Babbo Natale, almeno nei primi anni di vita, può contribuire a creare ricordi speciali e a sviluppare il loro spirito critico.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il filosofo spiega perché è giusto dira ai figli che Babbo Natale esiste

Per molti bambini, scoprire che Babbo Natale non esiste rappresenta una tappa inevitabile, spesso accompagnata da un misto di delusione e incredulità. È un evento che segna il passaggio dall'infanzia alla consapevolezza, un momento che ciascuno ricorda in modo diverso. Ma qual è l’impatto di questa rivelazione? E soprattutto, ha senso perpetuare il mito?

A riflettere su simili domande è stato Tom Whyman, docente di filosofia presso l'Università di Liverpool, il quale ha recentemente espresso il proprio pensiero sulla piattaforma The Conversation, usata da accademici e studiosi per fare divulgazione discutere di attualità.

Nel suo articolo il filosofo ha osservato come la cultura occidentale incoraggi i genitori a raccontare ai propri figli la "grande bugia" di un uomo anziano e paffuto che vola in una slitta trainata da renne, portando doni ai bambini di tutto il mondo. Tutto ciò sembra però contraddire uno dei grandi pilastri dell'educazione, ossia la volontà (e forse la necessità) di crescere figli onesti, consapevoli del fatto che mentire sia una cosa da non fare. Perché dunque continuare ad alimentare una menzogna, se poi si desidera che i piccoli perseguano sempre la verità?

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Mantenere il mito per preservare la magia

Simili riflessioni potrebbero rappresentare un vero dilemma morale, ma Whyman è subito intervenuto a trarre tutti d'impaccio sostenendo la sua originale tesi: anche se dire bugie è sempre sbagliato, almeno nei primi anni di vita dei bambini è del tutto accettabile partecipare alla "grande bugia di Babbo Natale".

Il motivo? Tralasciando il significato religioso, per i bambino il Natale perderebbe molta della sua magia a causa della scomparsa dei piccoli, ma preziosi, rituali legati alla tradizione, come scrivere la letterina da inviare al Polo Nord, lasciare latte e biscotti accanto al camino e attendere con trepidazione l’arrivo dei doni tanto desiderati.

Senza questa dolce illusione, tutto diventerebbe molto più sterile e poiché lo scambio di doni ormai rappresenta un elemento fondamentale della festa (almeno per i più piccini), Natale rischierebbe di ridursi a un giorno qualunque in cui i bambini scartano i regali comprati dai genitori con mesi di anticipo.

Un'occasione educativa

Whyman ha pertanto evidenziato come il mito di Babbo Natale rappresenti un importante elemento di fantasia nella vita dei bambini, utile non solo per rendere più godibile il periodo natalizio, ma anche per sviluppare nei bimbi un sano scetticismo e una maggiore capacità critica, elementi fondamentali per comprendere e migliorare il mondo che li circonda.

"Se vogliamo crescere cittadini critici, con la consapevolezza che il mondo può essere migliorato, il mito di Babbo Natale è uno strumento che può contribuire a raggiungere questo obiettivo" ha concluso Whyman, specificando come il dubbio riguardo l'effettiva esistenza di Babbo Natale possa essere un efficace motore di curiosità e riflessione per un bambino. Quando poi arriverà l'inevitabile il momento in cui il piccolo pretenderà la verità, allora mamme e papà dovranno rispondere con onestà e delicatezza, così da lasciare intatti i ricordi felici e rafforzare ulteriormente il legame tra genitori e figli.

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