Il figlio preferito dai genitori esiste: ecco quali sono le sue caratteristiche secondo uno studio
Per quanto la maggior parte dei genitori si dirà contraria, il figlio preferito esiste e ha delle caratteristiche specifiche.
A dirlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Psychological Bulletin e condotto dai ricercatori dell’Università di Brigham Young.
Le caratteristiche del figlio preferito tra i genitori
Anche tra i fratelli che più si amano arriva il momento in cui, dopo l’ennesima lite in cui i genitori sembrano prendere le parti dell’uno o dell’altro, qualcuno grida la fatidica frase: “Beh certo tu sei il preferito di mamma e papà”, seppur i genitori smentiranno, sono stati gli scienziati della BYU a dire che invece un figlio preferito, che si voglia o no esiste eccome.
Per dimostrarlo gli studiosi hanno analizzato circa 30 studi, provenienti da 14 database, raggiungendo così un campione di quasi 20.000 partecipanti, esaminando come l’ordine di nascita, il genere, i tratti della personalità e il temperamento dei figli fossero indissolubilmente legati alle preferenze dei genitori.
Secondo i ricercatori i genitori dimostrano le loro preferenze per l’uno o per l’altro figlio, avendo interazioni più o meno positive, nel trattamento generale, nel controllo che dedicano a ciascun bambino e materialmente investendo e spendendo più per uno che per l’altro.
Dopo attente analisi gli studiosi hanno delineato le caratteristiche dei figli preferiti di mamme e papà:
- La figlia femmina: se i ricercatori pensavano che le figlie femmine fossero le predilette solo delle mamme, si sono dovuti ricredere, constatando che invece sia madri che padri sono più propensi a preferire le ragazze.
- I figli più coscienziosi: i piccoli più responsabili, organizzati e indiependenti, a prescindere dal loro sesso e ordine di nascita, sono anche i preferiti di mamme e papà, proprio perché questi bambini sembrano ai genitori più facili da gestire.
- I figli non troppo estroversi: secondo i ricercatori, seppur a livello sociale l’essere estroversi sia una skill molto importante per intessere rapporti sempre nuovi, in famiglia non è collegata al favoritismo.
- I figli maggiori: l’ordine di nascita c’entra eccome con le preferenze dei genitori, ma seppur i bimbi piccoli nell’immaginario collettivo sembrino essere i più coccolati, i figli maggiori sono i preferiti perché considerati più indipendenti e maturi.
Cosa comporta il favoritismo dei genitori per i bambini
Il primo firmatario dello studio, Alexander Jensen, ha spiegato che la consapevolezza che alcuni bimbi possano essere i preferiti di mamme e papà per interessi in comune, peculiarità caratteriali o ordine di nascita: "può aiutare a riconoscere modelli familiari potenzialmente dannosi ed agire in modo che tutti i bambini della famiglia si sentano amati e supportati".
Le loro analisi non sono dunque volte a far sorgere dei sensi di colpa nei genitori ma ad aiutarli a correggere il tiro, con la consapevolezza che è del tutto umano avere delle preferenze dettate dal temperamento dei propri figli, come di ogni altra persona.
"I figli non ci metteranno molto a dire ai propri genitori che il loro atteggiamento è ingiusto, a quel punto è giusto aprirsi a dei cambiamenti nel proprio stile genitoriale". Secondo Jensen infatti ci sono ripercussioni diverse per i figli che si sentono i preferiti in casa, rispetto a quelli che si sentono messi da parte, questi ultimi, infatti, sembrano più propensi a sviluppare disturbi legati alla salute mentale e atteggiamenti violenti o problematici a scuola e a casa.
"Lo studio deve servire però anche ai figli, ogni volta che penseranno che loro fratello è il preferito sapranno che ciò dipende magari da come questo si sta comportando, dal suo temperamento o da quanto per i genitori sia semplice prendersi cura di lui".
Per appianare queste differenze di trattamento, secondo Jensen serve a poco concentrarsi sull'essere sempre equi, perdendo così di vista le esigenze individuali di ogni bimbo, meglio: "Dimostrarsi pazienti con i figli, trascorrere insieme del tempo dedicandosi alle proprie attività preferite, e dialogare, riuscendo anche a mettersi in discussione".