Il dolore dei neonati prematuri non sempre viene curato a sufficienza, secondo uno studio
Macchine rumorose, cavi disposti lungo tutto il corpo, sondini, cuffiette con elettrodi, sono solo una parte dei tanti strumenti di cura indispensabili alla crescita sana dei bambini che, nati prematuramente, si trovano a vivere i primi giorni, e spesso i primi mesi di vita in terapia intensiva neonatale(tin).
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Pain” ha evidenziato che queste cure intensive possono essere molto dolorose per i neonati e che il personale sanitario non sempre riesce a fornire l’adeguato sollievo ai piccoli, causa la mancanza di strumenti adeguati.
Lo studio sui neonati prematuri
I ricercatori dell’Istituto Karolinska hanno preso in considerazione un campione di 3686 bebè svedesi nati tra la 22esima e la 31esima settimana di gestazione dal 2020 al 2024, osservati dal team per un totale di 185.000 giorni, 4 anni e mezzo, in cui i bimbi si sono avvicendati all’interno della tin.
Dalla ricerca è emerso che soprattutto i bimbi fortemente prematuri, nati cioè tra la ventiduesima e la ventitreesima settimana di gravidanza, venivano sottoposti a pratiche mediche dolorose per quasi il loro primo intero mese di vita. Mikael Norman, docente di pediatria presso l’Istituto Karolinska ha spiegato perché questo dato era del tutto prevedibile: “C’è una correlazione strettissima tra morbilità acuta e nascita prematura dei bambini, se un bebè nasce prima avrà bisogno di più cure intensive che comprendono procedure anche molto dolorose”.
Il docente ha elencato, tra le pratiche mediche essenziali, ma molto dolorose per i neonati:
- il trattamento di ventilazione per consentire ai bimbi di respirare
- il sondino che attraversa il loro naso per l’alimentazione
- i cateteri inseriti nei loro piccoli vasi sanguigni
- gli interventi chirurgici necessari.
“I bimbi hanno poi bisogno che il personale sanitario faccia sui loro corpicini test e indagini necessari al loro benessere, ma che possono comportare non poco dolore”.
In generale, secondo i ricercatori, del 90% dei piccoli prematuri che necessitavano procedure dolorose per la sopravvivenza, il 45% provava dolore quotidianamente. “Dalla nostra indagine emerge che proprio i bimbi più piccoli, che come abbiamo spiegato erano quelli più sottoposti a pratiche mediche dolorose, avevano la percentuale più bassa di trattamento con morfina. È evidente che si tratti di un caso di sotto trattamento del dolore dei bimbi”spiega il professor Norman.
Il dolore dei piccoli, difficile da comprendere ma molto importante
I gruppo di studiosi dell'Istituto Karolinska ha sottoposto una serie di questionari a genitori e infermieri che si occupavano quotidianamente dei piccoli presi in esame, ed è emersa un’ottima presa in carico del dolore dei piccoli: “Si fa tantissimo per alleviare il dolore dei neonati, neanche un bimbo viene lasciato in terapia intensiva neonatale a combattere contro un forte dolore, non curato”. Tuttavia, dai test sottoposti al personale è stato evidente che genitori e operatori sanitari non sono stati sempre in grado di definire l’entità e la durata del dolore dei bebè.
Da qui è emersa la necessità di creare delle scale di valutazione del dolore, trattamenti sempre nuovi per contrastarlo, anche tramite farmaci che non abbiano sui bimbi effetti collaterali. “Controllare il dolore dei neonati prematuri è essenziale, poiché il loro sviluppo è influenzato negativamente dai segnali di dolore che il loro corpo manda al cervello”. La speranza dunque è che la ricerca continui e sia in grado anche di dare vita a cure sempre più indolore per i neonati prematuri.