Il difficile ritorno al lavoro dopo il congedo parentale: un sondaggio rivela le sfide dei neogenitori

Tornare al lavoro dopo 5 mesi di congedo parentale è auspicabile per la serenità delle mamme che se la sentono, ma non certo semplice, a confermarlo è stato un sondaggio svolto da un'azienda sui suoi dipendenti.
Si tratta di un campione ridotto, solo 1000 lavoratori britannici, ma che mettendo in luce le difficoltà e le sfide che sentono di dover fronteggiare, tornati alla postazione di lavoro e a ricoprire le proprie mansioni, con il pensiero fisso su quel bambino che hanno cresciuto, spesso da sole per la maggior parte del tempo nei suoi primi mesi di vita.
Il sondaggio sui genitori tornati al lavoro dopo il congedo parentale
Il sondaggio è stato svolto da OnePoll per Vodafone, insieme a Peanut e ha indagato il difficile rientro al lavoro dei neogenitori, che dopo aver dato alla luce un bimbo, tornano in azienda.
Su 1000 neogenitori, dipendenti del Regno Unito, 3 su 4 hanno definito come estenuante il ritorno al lavoro dopo il congedo parentale. Il 52% degli intervistati ha spiegato di sentirsi in burnout genitoriale e lavorativo per l'intero primo mese di ritorno alla scrivania dopo la nascita del loro piccolo. Il problema principale che manifestano i neo-genitori è un fortissimo senso di colpa, li pervade il terrore, nel 53% dei casi, di perdersi i primi traguardi dei loro piccoli, perché sanno che una nuova parola o qualche passo traballante impareranno a muoverlo davanti alla maestra d'asilo e in loro assenza. Forti di questa angoscia, 9 genitori su 10 affermano di aver pensato, almeno una volta, che forse tornare al lavoro non era per loro la scelta giusta. A sommarsi a questo stato d'ansia costante vi è anche la paura di non riuscire a gestire gli incastri tra la propria vita e gli impegni dei figli:
- il 42% dei genitori si è trovato in difficoltà nel gestire l'uscita o l'ingresso dei propri figli dall'asilo o da casa dei nonni, troppo a ridosso della propria, finendo per lavorare fino a tardi per recuperare quanto perso in giornata.
- il 77% dei genitori a causa dell'ansia degli incastri si sente inefficiente ed esaurito sul lavoro, finendo anche per trascorrere intere giornate senza riuscire a concludere nulla.
La flessibilità e i punti di forza dei genitori
La genitorialità per i lavoratori dipendenti, se si trovano in un ambiente stimolante e che punta sulle loro capacità, può essere un vero e proprio punto di forza, secondo la ricerca, il 43% di loro migliora le capacità di multitasking, utilissime sul lavoro, il 36% impara a gestire meglio il tempo e la stessa percentuale impara a trasferire la pazienza che mette in atto in casa, anche sul posto di lavoro. Tuttavia, se non si garantisce ai neogenitori la possibilità di lavorare in maniera flessibile, prendendo lo stesso stipendio, ma avendo la possibilità di poter lavorare meno ore durante il giorno, per il periodo a loro necessario, si registra nel 45% dei casi la decisione di non candidarsi per ruoli apicali nell'azienda e nel 35% estrema difficoltà a veder progredire la propria carriera.
I neogenitori che lavoravano in aziende che mettono in pratica politiche di flessibilità, garantendo loro, per esempio, di lavorare 4 giorni su 5 con lo stesso stipendio per i primi 6 mesi di vita del proprio bambino, dopo il congedo parentale hanno affermato di riuscire a giostrarsi tra vita lavorativa e carico di cura, nel 78% dei casi e di vivere in una situazione di benessere mentale nel 68% dei casi. Per tanto dai risultati raccolti da questo piccolo campione di lavoratori si evince che preparare l'ambiente lavorativo al loro ritorno, aiutandoli a gestire il complesso periodo che stanno vivendo permette loro di essere lavoratori operosi e genitori con meno sensi di colpa, perché presenti come vorrebbero.