Il cervello degli uomini cambia quando diventano papà, dormono di meno e sono più attaccati al bimbo
Si sente parlare spesso di mommy brain, quel fenomeno studiato dalla scienza, secondo cui, alcune donne a causa dell’aumento degli ormoni steroidei sessuali durante la gravidanza, svilupperebbero dei veri e propri cambiamenti nella materia grigia del proprio cervello, in grado di farle sentire particolarmente attaccate e concentrate sul proprio bambino.
Ma la scienza ha dimostrato che questi cambiamenti coinvolgono anche i neo-papà, soprattutto quelli che diventano genitori per la prima volta, inducendoli a concentrarsi molto sui loro bambini e a sviluppare ansia e disturbi del sonno.
I cambiamenti nel cervello dei neo papà
Uno studio pubblicato nel 2023 su Oxford Academic ha indagato i cambiamenti cerebrali di 40 futuri papà. Dalla ricerca è emerso che se la struttura del cervello di questi uomini, prima e dopo essere diventati padri, rimaneva pressoché la stessa, a differenza del cervello delle madri, i neo papà sperimentavano però una rapida e netta riduzione della materia grigia.
I cambiamenti si concentravano principalmente nella corteccia cerebrale, il luogo in cui memoria, ragionamento, elaborazione delle emozioni, pensiero, apprendimento e capacità di risolvere i problemi trovano sede.
Questa riduzione di materia grigia e dunque rimpicciolimento del cervello, non sarebbe, però, sinonimo di peggiore funzionamento cerebrale, ma di adattamento al nuovo ruolo genitoriale.
Le sinapsi del cervello, che garantiscono i collegamenti tra i neuroni dunque si ridurrebbero per diventare più efficienti, permettendo ai neo papà di razionalizzare quanto accaduto, prendere coscienza del loro nuovo ruolo e elaborare rapidamente e in maniera più efficiente informazioni e stimoli che arrivano dal loro bambino.
Derby Saxbe, docente di psicologia presso l’Università della California del Sud e firmatario dello studio sulla materia grigia dei papà, ha spiegato così il fenomeno alle pagine del Washington Post:
“Grazie a questi cambiamenti cerebrali i neo-genitori riescono a stringere un legame con il bambino e a creare una forte connessione con lui, fondamentali per la sopravvivenza della specie”.
Nel 2024 lo stesso gruppo di studiosi ha condotto un'ulteriore ricerca su 38 futuri papà, che si cimentavano per la prima volta in questo ruolo, il cui cervello è stato analizzato durante la gravidanza della compagna, 3 mesi dopo il parto, 6 mesi e un anno dopo la nascita del bambino.
Dallo studio è emerso che a modificarsi non è stata solo la corteccia ma anche la sotto-corteccia soprattutto di quei papà che, già prima della nascita del bambino, avevano affermato di sentirsi molto legati a lui e di aver programmato di assentarsi dal lavoro, dopo la nascita del piccolo, per trascorrere un po’ di tempo con lui.
Le maggiori riduzioni di materia grigia, si è registrata poi nelle misurazioni successive alla nascita del bimbo, in tutti quei padri che avevano trascorso più tempo con il bimbo, avevano livelli meno alti di stress genitoriale e si sentivano più legati a lui.
Questi cambiamenti nel cervello, oltre a garantire maggiore attenzione da parte dei neo-papà ai bambini, li portano però a sviluppare anche disturbi depressivi o di ansia, proprio per l'eccessiva attenzione che riservano al bimbo.
Quasi tutti i papà con cambiamenti della materia grigia, hanno dichiarato di soffrire di disturbi del sonno, perché molto concentrati sul corretto riposo del proprio bimbo, livelli alti di ansia o depressione post-partum, l'altro lato della medaglia della genitorialità, che la riconferma un momento di forti cambiamenti ed estrema vulnerabilità per mamme e papà.