Il cambiamento climatico impatta sulla salute dei bimbi fin dalla nascita: il sintomo scoperto da uno studio italiano
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Estati caldissime e caratterizzate da forti grandinate e temporali tropicali, inverni miti durante i quali a novembre si può ancora girare con il giubbotto leggero, il Pianeta Terra che i piccoli della generazione Beta hanno ricevuto in eredità è ben diverso da quello sul quale sono cresciuti i loro predecessori, a causa del cambiamento climatico. Un recente studio italiano, condotto dai ricercatori dell'Epidemiologia della Città della Salute e dell'Università di Torino, pubblicato sulla rivista scientifica Enviroment International ha evidenziato l'impatto che il cambiamento climatico ha sulla salute dei bambini fin dalla nascita.
Il mondo che stiamo lasciando ai nostri figli
Eventi estremi, sarà questo il binomio che la generazione Beta avrà ben chiaro fin dalla nascita, ma che anche i loro predecessori della Gen Alpha e Zeta, hanno ormai in mente da tempo. A spiegarlo è un gruppo di ricercatori di Torino che ha studiato per 11 anni diversi gruppi di donne incinte, per un totale di 7500 mamme, e lo sviluppo dei loro piccoli, esposti al cambiamento climatico, durante il primo anno di vita.
I ricercatori, in base al luogo e al periodi in cui i piccoli hanno visto la luce, sono riusciti a studiare a quante ondate di calore, intese come più di tre giorni con temperature superiori ai 35 gradi, incendi boschivi, intense precipitazioni con più di 100 mm di acqua al giorno e mesi di siccità eccezionale sono stati esposti.
A questi eventi ambientali eccezionali, dovuti al cambiamento climatico, gli esperti sono riusciti ad associare ripercussioni sulla salute dei bambini che sono stati esposti agli stessi durante il loro primo anno di vita. Per farlo hanno intervistato le mamme a più riprese, cercando di comprendere lo stato di salute dei piccoli a 6 mesi dal parto, un anno e mezzo, 4 anni, 7 anni, 10 anni, 13 e 16 anni. I risultati della ricerca hanno evidenziato che gli eventi estremi a cui i bimbi sono sottoposti, entro il primo anno di vita, hanno un impatto negativo, soprattutto sul respiro dei piccoli.
I risultati dello studio: il cambiamento climatico fa male ai bambini
Come aveva già evidenziato uno studio italiano, i bambini hanno sempre più paura del cambiamento climatico, arrivando anche a fare brutti sogni sul Pianeta. Non hanno tutti i torti, dal momento che i ricercatori dell'Università di Torino hanno scovato un sintomo comune ai piccoli, soprattutto tra i 6 mesi e i 18 mesi di vita, se esposti ad eventi climatici estremi come precipitazioni torrenziali, siccità, ondate di caldo anomalo o incendi boschivi.
I bambini, stando a quanto riportato dalle loro mamme, presentavano il medesimo sintomo: il respiro sibilante. I piccoli nati nel bel mezzo del cambiamento climatico, secondo i ricercatori sono portati a sviluppare il sintomo a prescindere dalla loro dieta o dalle condizioni socio-economiche della famiglia.
Il respiro sibilante, presente nel 17.6% dei bambini esposti a questi fenomeni atmosferici, e che ad ogni ondata di calore aggiuntiva, vissuta nel primo anno di vita aveva una possibilità di presentarsi entro un anno e mezzo di vita superiore del 16%, è da tenere a bada per le ripercussioni che è in grado di avere sul piccolo una volta adulto. "Predice lo sviluppo di asma e di alterate funzionalità polmonari nella vita successiva" spiegano dallo studio.
Per tanto i ricercatori, consapevoli dei pericoli a cui il cambiamento climatico espone i più piccoli, invitano i governatori a prendere delle decisioni definitive per salvaguardare la vita dei bambini già nati e che nasceranno: "Il cambiamento climatico sta già influenzando la salute della popolazione, riconosciuti gli effetti è necessario salvaguardare la salute delle generazioni presenti e future".