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Il caffè in gravidanza non danneggia il cervello dei bambini: un nuovo studio sfata il mito

Lo studio condotto su un campione di migliaia di cittadini norvegesi – grandi bevitori di caffè – non ha evidenziato un chiaro collegamento tra il consumo di caffeina durante la dolce attesa ed eventuali danni al feto. Gli autori della ricerca raccomandano comunque cautela: “Meglio bere poco caffè e seguire le linee guida internazionali”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Caffè in gravidanza

Concedersi una tazzina ogni tanto durante i nove mesi di gravidanza non provoca danni al feto e non sembra influenzarne negativamente la crescita dopo la nascita. La conferma arriva da uno studio condotto dall'Università del Queensland (Australia), il quale non ha trovato prove concrete che colleghino il consumo di caffè durante la gravidanza a difficoltà di sviluppo neurocognitivo nei bambini.

La ricerca, guidata dalla dottoressa Gunn-Helen Moen e dalla dottoranda Shannon D'Urso dell'Istituto per la Bioscienza Molecolare (IMB), si è concentrata su un'analisi genetica approfondita di decine di migliaia di famiglie norvegesi. Nei Paesi scandinavi, infatti, il consumo di caffè durante la gravidanza non è un comportamento così stigmatizzato come in altre zone  del mondo, pertanto l'analisi su un campione di popolazione così avvezzo all'assunzione di caffeina è stata considerata dai ricercatori un'attendibile cartina tornasole delle conseguenze che tale sostanza potrebbe comportare sui bimbi.

L'indagine sul DNA delle famiglie

Lo studio ha utilizzato dati genetici provenienti da madri, padri e neonati, insieme a questionari che hanno rilevato il consumo di caffè prima e durante la gravidanza. Le informazioni raccolte includevano anche dettagli sullo sviluppo dei bambini fino agli otto anni, coprendo aree come le abilità sociali, motorie e linguistiche.

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Il metodo utilizzato per questa analisi, noto come Mendelian randomisation (Randomizzazione mendeliana), è stato fondamentale per isolare l'effetto del consumo di caffè dagli altri fattori ambientali, come il fumo o l'alcol, che potrebbero influenzare lo sviluppo del feto. Questo approccio ha permesso ai ricercatori di esaminare in maniera specifica l'impatto della caffeina, senza mettere a rischio le madri e i loro bambini attraverso test clinici diretti.

Il caffè in gravidanza non fa male, ma va comunque limitato

L'analisi genetica ha quindi dimostrato come non esistano legami significativi tra in ragionevole consumo di caffè durante la gravidanza e uno sviluppo neurocognitivo dei bambini. Certo, che la caffeina può effetivamente attraversare la placenta e accumularsi nel feto, tuttavia gli effetti nocivi previsti sul cervello in via di sviluppo non sono stati effettivamente riscontrati.

Nonostante tale scoperta, i ricercatori restano comunque cauti sul consumo massivo di bevande contenenti caffeina durante la dolce attesa e  ribadiscono l'importanza di seguire le raccomandazioni come quelle dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che, pur non prescrivendo un divieto assoluto, suggeriscono di limitare il consumo di caffeina sia durante la gestazione, che durante l'eventuale allattamento.

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