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Il bambino non vuole andare all’asilo: i consigli dell’esperta per facilitare il distacco

Per Kylie Ridder, docente di educazione della prima infanzia, il segreto per rendere più semplice il passaggio dall’ambiente domestico a quello scolastico è offrire ai bambini il giusto supporto pratico ed emotivo, preparando con cura il momento dell’ingresso all’asilo e instaurando una routine rassicurante.
A cura di Niccolò De Rosa
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Ogni mattina, il momento del distacco dal proprio bambino per portarlo all'asilo o a scuola può trasformarsi in una scena straziante: lacrime, urla, e piccoli che si aggrappano con forza al genitore. È una situazione che molti conoscono fin troppo bene e che lascia un senso di colpa profondo per tutto il resto della giornata.

Kylie Ridder, docente di educazione della prima infanzia alla Murdoch University (Australia), ha recentemente affrontato questo tema in un articolo pubblicato su The Conversation (sito d'informazione che raccoglie spunti, riflessioni e proposte dal mondo accademico), offrendo consigli pratici per rendere meno stressante questo momento delicato.

Prepararsi al cambiamento

La preparazione è un elemento fondamentale per affrontare il distacco in modo sereno. Ridder consiglia dunque di giocare d'anticipo e creare occasioni per costruire relazioni con altri bambini già prima dell’inizio dell’asilo o della scuola. Frequentare gruppi di gioco, incontrare altre famiglie al parco o connettersi sui social con genitori della stessa zona può aiutare i bambini a riconoscere volti familiari nel nuovo ambiente.

Inoltre, può essere molto utile far visitare l'asilo o la scuola qualche giorno prima dell'inizio ufficiale. Portare il bambino a esplorare il giardino, osservare le attività dei futuri compagni e parlare delle routine quotidiane sono altri modi molto efficaci per ridurre l'ansia.

Creare una routine rassicurante

Una routine prevedibile durante il momento del distacco può offrire la giusta sicurezza ai bambini. Ad esempio, si può stabilire un rituale semplice che includa mettere via lo zaino, leggere un libro insieme o giocare per qualche minuto con il giocattolo preferito, momento poi seguito da un abbraccio e un saluto. L’importante è scegliere una sequenza di eventi e mantenerla nel tempo, evitando che la fretta o i contrattempi della mattinata vadano a rompere l'equilibrio creato.

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Allo stesso tempo, Ridder suggerisce di non prolungare eccessivamente il momento del saluto, perché ciò potrebbe aumentare il livello di tensione emotiva e rendere più complicato il distacco. L'esperta sottolinea anche l'importanza di una comunicazione chiara sul momento della partenza (deve essere chiaro che il bimbo sta andando in un posto dove rimarrà senza mamma e papà per qualche ora), essenziale per creare un clima di fiducia.

Favorire l’inserimento

Il ruolo degli educatori è cruciale nel rendere l’ambiente accogliente e familiare per i bambini. Secondo Ridder, creare un senso di appartenenza è fondamentale per aiutare i piccoli a sentirsi sicuri e sereni. Per raggiungere questo obbiettivo, i genitori devono però impegnarsi a valorizzare le esperienze vissute dal bimbo mentre si trova all'asilo, mostrando interesse per le amicizie intrattenute, informandosi sulle attività svolte con gli educatori e, eventualmente, lodando i progressi ottenuti. In questo modo, il bambino percepirà l'asilo o la scuola come uno spazio positivo e "suo", riducendo il senso di alienazione e favorendo un inserimento più agevole.

Consolidare la transizione

La transizione verso un nuovo ambiente è quindi un processo dinamico e complesso e anche un bambino che inizialmente sembra adattarsi bene potrebbe manifestare difficoltà in seguito. Ridder invita pertanto i genitori a collaborare a stretto giro con gli educatori per monitorare eventuali segnali di ansia persistente, come il disturbo d’ansia da separazione che, scrive la docente, colpisce circa il 4% dei bambini in età prescolare e scolare.

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Costruire relazioni solide con gli educatori consente infatti di affrontare insieme gli eventuali ostacoli alla serenità del bimbo, assicurandosi che riceva tutto il supporto necessario per la sua crescita. Anche piccoli gesti, come portare con sé un oggetto di conforto da casa (sia essa la copertina per il pisolino o il giocattolo prediletto), possono aiutare a mantenere il legame con l'ambiente familiare.

Non esiste una legge universale

Nella parte finale del suo intervento, Ridder ricorda ai tanti genitori ansiosi e pronti ad agitarsi alla minima difficoltà che ogni bambino è diverso e il processo di adattamento può variare molto da soggetto a soggetto: per qualcuno, il passaggio dall’ambiente domestico a quello scolastico è un cambiamento naturale, che suscita entusiasmo e curiosità, mentre per altri, lo stesso accadimento porta in dote ansie e insicurezze.

L’importante è dunque affrontare questa fase delicata con pazienza e comprensione, ricordando che con il tempo i bambini costruiranno nuove relazioni, si adatteranno alle routine e scopriranno esperienze arricchenti. Il genitore, conclude Ridder, non deve dunque né abbandonare il figlio a sé stesso, né diventare una figura ingombrante che vada a invadere il campo di gioco degli educatori. Il compito di mamma e papà è solo quello di offrire affetto, rassicurare i piccoli e collaborare con i maestri e le maestre per creare un ambiente il più prevedibile e sicuro possibile.

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