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Il baby happy hour: un evento su misura di bambino che aiuta i neo-genitori a sentirsi meno soli

A Vancouver è nato il baby happy hour, un evento che permette ai genitori di fare rete, godersi una serata insieme, mentre i bambini giocano negli spazi del locale dedicati a loro o corrono tra i tavoli. La fondatrice: “Capita che quando nascono i figli i genitori si sentano soli e estranei alla società, ma non deve essere così”
A cura di Sophia Crotti
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baby happy hour

Un’iniziativa che arriva dagli Stati Uniti e che consente ai genitori di trovare un luogo dove trascorrere del tempo libero insieme, dialogando con altre famiglie o sorseggiando un cocktail, mentre i loro bimbi giocano insieme in aree dedicate a loro presenti nel locale. Si tratta del baby happy hour, che per la prima volta è stato svolto a Vancouver, dove quello che era un semplice bar per adulti è stato allestito in modo da diventare un locale family friendly in cui i genitori possono ritrovarsi per trascorrere una serata piacevole, in compagnia dei loro bambini, senza dover pagare una baby-sitter che si occupi di loro a casa.

Come funziona il baby happy hour

Per realizzare un baby happy hour servono un locale, che abbia degli spazi attrezzati per intrattenere i bambini di tutte le età, come un tappeto morbido e dei cesti pieni di mattoncini da costruzione, dei libri con grandi figure, magari un’area giochi con tanto di scivoli e palline colorate.

Ad avere l’idea a Vancouver in Colombia, è stata Stacey McLachlan che ha organizzato, in collaborazione con un locale della zona, un evento che si è poi ripetuto una volta al mese nella città e ha coinvolto centinaia di genitori di bambini di età compresa tra gli 0 e i 5 anni. Già alla prima edizione, spiega la donna a The Guardian, l’evento che era accessibile a 50 persone, previa prenotazione, ha invece suscitato l’interesse di più di 100 famiglie.

La donna ha spiegato che l’idea le è nata avendo a che fare con neo-genitori e famiglie che spesso le hanno rivelato di non sentirsi più persone ma solo genitori da quando erano nati i loro bambini. “All’ happy hour per bambini puoi bere un drink, socializzare, chiedere aiuto e aiutare gli altri genitori, il tutto mentre  tuo figlio può divertirsi. Lo so sembra assurdo, ma tutte queste cose possono coesistere", ha spiegato la fondatrice alle pagine del The Gurdian. 

I genitori che hanno partecipato si sono detti tutti molto entusiasti dell’attività e hanno chiesto di poterla ripetere a più riprese. Perché, hanno spiegato, ultimamente nella società serpeggia un senso di poca sopportazione per i bambini, quando si comportano semplicemente come bambini. “Qui se mio figlio rovescia il succo, nessuno si gira a guardarmi male”, ha spiegato al The Guardian un papà. Una mamma invece ha detto: “Il baby happy hour mi ha aiutata a tornare a far parte della società, da quando sono mamma mi sento isolata dal mondo e quando esco mi sembra che tutti mi fissino per dirmi “fai stare in silenzio e seduto bene il tuo bambino", e così non esco più.

Al bar i genitori, come si legge dalla pagina Instagram del locale, possono portare anche pappe da scaldare per  i propri bambini e trovare sul menù del locale una vasta scelta di prodotti per i più piccoli.

Dalle foto condivise dal bar, si nota poi come i genitori chiacchierino tra loro sorseggiando un drink o mangiando qualcosa, mentre i loro bambini giocano o semplicemente fanno dei versetti dal marsupio o dal passeggino in cui si trovano.

Questa socialità per molte famiglie è una vera e propria conquista dopo aver avuto dei figli, uno studio dello scorso aprile effettuato dall’Università dell’Ohio, aveva infatti spiegato che 2 genitori su 3 dopo aver avuto un figlio si sentono soli e 2 su 5, quasi il 40% degli intervistati, riteneva di non avere aiuti da nessuno che fosse in grado di capire le loro rinnovate esigenze. Locali come questi e attività family friendly servono proprio a creare una fitta rete tra i genitori, e a permettere loro di godersi qualche ora in cui i propri bambini si divertono e giocano fra di loro, senza doversi affidare a servizi dispendiosi come tate o baby sitter.

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