I travestimenti di Carnevale aiutano i bimbi a superare gli stereotipi di genere: “È una festa non una gara tra genitori”
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Carnevale offre ai bambini la possibilità, almeno per un pomeriggio, di essere altro da sé. Questa, secondo la pedagogista Giovanna Giacomini, può essere un'esperienza tanto forte da infrangere gli stereotipi di genere e migliorare la creatività dei più piccoli, a patto che la sfilata di Carnevale tra i carri allegorici e i coriandoli non si trasformi in una gara tra genitori.
L'esperta ha spiegato a Fanpage.it cosa dovrebbe tornare di moda del Carnevale: "Dovremmo rimettere al centro i bambini e la loro creatività, lasciandoli liberi di essere chi desiderano essere".

Perché è importante che a Carnevale i bambini si travestano?
Il travestimento rientra un po' nell'aspetto educativo che è essenziale nella prima infanzia, ossia il gioco di ruolo o del far finta, gioco spontaneo che a casa e a scuola viene fin da subito incentivato nei piccoli. Io credo che la modalità più interessante di proporre il gioco del travestimento sia, però, il baule dei travestimenti, ben diverso da far trovare al bimbo un abito pronto da indossare, con una chiara identificazione di ruolo. Il travestimento, in quest'ottica, ha dei benefici incredibili per lo sviluppo dei bambini, al pari dell'arte teatrale permette ai piccoli di sviluppare l'intelligenza emotiva, comunicare le proprie emozioni con il corpo, senza il bisogno della parola. Il travestimento riesce a far emergere l'intimità anche di quei bambini più timidi, che faticano a verbalizzare le proprie emozioni. Scoprire e poi comunicare qualcosa di sé aumenta anche l'autostima dei bimbi.
Cosa intende per il baule dei travestimenti?
Intendo un contenitore ricolmo di materiale, non per forza strutturato, privo cioè di un'identificazione di ruolo, che non dica al bambino il ruolo che noi desideriamo per lui. Nel baule suggerisco di mettere stoffe di vario tipo, dimensione e consistenza, guanti, sciarpe, pantaloni e camicie che possono essere recuperati con un opera di riciclo dagli armadi di zii, nonni, genitori o fratelli maggiori. Si tratta di materiale che rimane sempre a disposizione del bimbo, che può così comporre un costume a suo piacimento, vestendo i panni, durante il giorno, anche di più personaggi diversi. Il bimbo è libero così di essere chi la fantasia gli suggerisce, scegliendo il ruolo da ricoprire.
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Questo baule può essere il modo di distruggere le differenze socio-economiche delle famiglie che possono emergere dallo sfoggiare i vestiti più belli a Carnevale?
Sì, infatti io penso che questo baule dovrebbe essere d'obbligo nei servizi educativi per la prima infanzia, sostituendo così la richiesta che le famiglie acquistino un costume da far indossare ai piccoli. Avere a disposizione del materiale destrutturato permette anche di rispettare le culture di tutti, perché non è detto che i genitori di tutti i bambini siano contenti che loro festeggino in Carnevale. In classe si può dare la possibilità ai piccoli di dare libero sfogo alla fantasia, indossando ciò che suggerisce loro la mente, andando così ad annullare le differenze economiche, ma anche gli stereotipi di genere. Se i bimbi possono essere chi desiderano non esistono più costumi da maschio e costumi da femmine.
A proposito di stereotipi di genere, se un bimbo vuole indossare un costume stereotipicamente ritenuto da femmina, o viceversa una bimba vuole vestire i panni di un maschio, il genitore cosa deve fare?
Assolutamente sì, l'adulto deve comprendere che non bisogna dare limiti allo sfogo della creatività dei bambini. Dentro ognuno di noi ci sono infinite forme e dimensioni e l'adulto non deve bloccare l'immaginazione del bambino dando giudizi negativi su come il piccolo vuole esprimersi. Ancora peggio è se il genitore ridicolizza la scelta del bambino, perché capiamo bene che se il bimbo con quel costume sta esprimendo se stesso, sentirsi deriso da un adulto, significa veder sminuita la sua autostima.
Cosa mi dice a proposito della moda di far travestire i bimbi da vip?
É terribile quando un adulto impone al bambino un costume di Carnevale, soprattutto se lo fa per moda, dal momento che il piccolo non comprende nemmeno da chi è vestito. In questo modo si trasforma il Carnevale in una festa per adulti e non in un momento che pone al centro il bambino.
A proposito di questo, le sfilate di Carnevale, la giornata tutti travestiti a scuola, non rischiano di trasformarsi in una gara tra genitori, a chi mette al bimbo il vestito più bello?
Assolutamente sì. Oggi il periodo di Carnevale è ricchissimo di eventi, a scuola e al di fuori di essa viene chiesto ai bimbi di travestirsi, da un lato avere molte possibilità per divertirsi ed esprimere se stessi è molto bello, dall'altro c'è lo zampino del consumismo che rischia di trasformare queste sfilate in una gara tra famiglie, che direi non essere l'obiettivo ultimo del Carnevale.
Cosa dovremmo riportare al centro di questa festa?
Il suo senso più tradizionale, la bellezza di scherzare, di stare insieme e di divertirsi. Bisognerebbe rimettere al centro i bambini, ascoltando i loro desideri e proponendo attività creative, come costruire i costumi con materiali di riciclo. Una volta che hanno costruito il loro costume poi, non bisognerebbe fare alcun commento, accettando che non sempre i travestimenti hanno un significato o un genere.
In ultimo cosa mi dice delle sfilate di Carnevale che culminano con la classifica del costume migliore?
I bambini non soffrono particolarmente le classifiche e in generale non ha senso ipertutelarli da queste, però va detto che la classifica finale non deve diventare lo scopo dello stare insieme. Se il bimbo ha partecipato all'organizzazione di un carro allegorico, per esempio, e si determina il carro vincitore la classifica ha il senso di ripagare i suoi sforzi. Altrimenti si rischia che il motivo principale per cui il bimbo partecipa alla festa di Carnevale, ossia divertirsi, venga meno. Per capire se stiamo sbagliando basta interrogarsi sul pensiero che stiamo avendo, se è solo da adulto e il bimbo non si metterebbe mai a stilare una classifica, allora possiamo evitare.