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I segnali del burnout che un genitore non dovrebbe sottovalutare: i consigli della psicologa

Stanchezza cronica, irritabilità e un progressivo distacco nei confronti dei ragazzi sono tutti campanelli d’allarme che possono portare un genitore a una vera e propria crisi psicofisica, con importanti conseguenze sia per la salute dell’adulto che per la serenità emotiva del figlio.
A cura di Niccolò De Rosa
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Essere genitori è un compito complesso, e riconoscere i propri limiti non è un segno di debolezza, bensì di consapevolezza. Tra notti insonni, responsabilità crescenti e una continua pressione sociale per essere il "genitore perfetto", molti si ritrovano a vivere una condizione di stress cronico che può sfociare nel cosiddetto burnout genitoriale.

Ma come riconoscere i segnali di allarme e, soprattutto, come vanno affrontate simili situazioni di disagio che rischiano di ripercuotersi tanto sulla salute mentale degli adulti quanto sulla serenità e la crescita dei più piccoli? In un recente articolo comparso sull'HuffPost UK, la psicologa e saggista Emma Svanberg ha individuato quattro indizi in particolaRe che possono far presagire una "bomba emotiva" pronta ad esplodere

I segnali da non sottovalutare

Il burnout genitoriale si manifesta come una risposta prolungata allo stress costante legato alla cura dei figli. A differenza di un semplice periodo di stanchezza, questo stato si caratterizza per un senso di esaurimento profondo che non si risolve con il riposo. Tra i principali fattori di rischio vi sono l'insicurezza economica, la mancanza di supporto familiare e l'isolamento sociale.

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Molti sintomi del burnout genitoriale sono simili a quelli dell'esaurimento lavorativo e tra i campanelli d'allarme più comuni si riscontrano una stanchezza persistente, un senso di impotenza e il distacco emotivo. Tuttavia, ricorda la dottoressa Svanberg, esistono segnali più specifici legati al ruolo genitoriale.

  1. Esaurimento fisico ed emotivo: nonostante il sonno o il riposo, il genitore sull'orla del burnout tende a essere sempre stanco e irritabile.
  2. Cambiamenti nel modo di educare i figli: non è raro notare un nuovo approccio educativo, che diventa più distante o meno paziente.
  3. Senso di inadeguatezza: la madre o il padre che soffrono un disagio spesso di finiscono per percepirsi come genitori inefficienti, incapaci di rispondere ai bisogni dei figli. Un atteggiamento che riduce il morale e, come in un circolo vizioso, finisce davvero per rendere più scadenti le cure parentali
  4. Distacco emotivo dai figli: il genitore che arriva a quello che un tempo veniva chiamato "esaurimento nervoso" tende a prendere le distanze emotivamente dai bambini, nonostante la presenza fisica sia inevitabile. Questo è forse l'aspetto più insidioso della situazione, poiché mette a repentaglio il rapporto con il bambino e rischia di minarne la crescita emotiva.

Strategie per affrontare il burnout

Superare il burnout genitoriale non è impossibile, ma richiede un cambiamento di prospettiva e alcune strategie pratiche. La dottoressa Svanberg ha quindi segnalato alcuni comportamenti che possono contribuire a migliorare il benessere mentale del genitore e superare il punto di rottura.

Per Svanberg, il primo passo da compiere – tutt'altro che banale – è rendersi conto del problema e chiedere aiuto. Coinvolgere il partner, parenti o amici parlando della situazione può alleggerire il carico quotidiano e fornire al genitore la consapevolezza di non essere solo in questa sfida.

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Compiuto questo step, il consiglio della psicologa è quello di dedicarsi il più possibile al riposo (semplici attività come concedersi un bagno caldo, schiacciare un pisolino o ritagliarsi dei momenti solamente per sé stessi può davvero fare la differenza), imparare a delegare compiti quotidiani (come la spesa o le faccende domestiche) e prestare la dovuta attenzione alla cura del proprio corpo. Quando si parla di burnout, il detto latino mens sana in corpore sana diventa un obiettivo primario da perseguire attraverso un po' di attività fisica (basta anche una passeggiata, non serve diventare dei maratoneti) e l'adozione di un'alimentazione equilibrata.

Parallelamente a tutti questi accorgimenti per migliorare la qualità della vita di una mamma o di un papà, Svanberg ricorda l'importanza di rivolgersi a un professionista: se il burnout continua a influenzare pesantemente la vita quotidiana, consultare un medico o uno specialista può offrire un supporto concreto.

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