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I programmi professionali di auto-aiuto aiutano i bambini obesi tanto quanto gli approcci tradizionali: la ricerca

Uno studio clinico americano ha dimostrato l’efficienza dei programmi autoguidati che, condensando in un formato più flessibile le stesse competenze della tradizionale terapia familiare, permette ai bambini di trattare l’obesità seguendo un metodo alla portata di tutti, sia in termini di tempo che di possibilitò economiche.
A cura di Niccolò De Rosa
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L'obesità infantile è un problema di salute pubblica sempre più diffuso, con conseguenze che possono protrarsi fino all'età adulta. Nel 2022, la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato un report che evidenziava come nel mondo quasi 160 milioni di bambini e adolescenti soffrissero di gravi problemi legati all'eccesso di peso. Un dato che ha contribuito a inquadrare l'obesità come un'emergenza sanitaria globale, una condizione invalidante che è strettamente connessa al rischio di sviluppare patologie come diabete di tipo 2, ipertensione e asma. Non solo, oltre agli effetti fisici,il sovrappesopuò avere un impatto negativo anche sulla salute mentale, aumentando il rischio di depressione, ansia e isolamento sociale.

Normalmente, il trattamento di questa condizione nei bambini prevede un approccio familiare, poiché le abitudini alimentari e lo stile di vita dei piccoli sono fortemente influenzati dall'ambiente domestico. Un recente studio condotto dall'Università della California a San Diego ha però esplorato una nuova modalità di trattamento, dimostrando che un programma di supporto autoguidato può essere efficace quanto quello tradizionale, con costi e tempi ridotti.

Un nuovo modo di trattare il problema

L'approccio tradizionale si fonda su una terapia familiare comportamentale (FBT secondo l'acronimo inglese) che prevede l'intervento di un professionista sanitario che lavora con l'intero nucleo familiare perpromuovere uno stile di vita più sano, tentando di incentivare l'attività fisica, incoraggiare abitudini alimentari corrette e insegnare strategie comportamentali adeguate all'età dei piccoli pazienti, il tutto senza mai sottovalutare l'aspetto psicologico della condizione.

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Nonostante la sua efficacia, il trattamento tradizionale richiede un impegno considerevole in termini di tempo e risorse economiche, fattori che spesso ne limitano l'accessibilità. Per superare questi ostacoli, i ricercatori del Center for Healthy Eating and Activity Research (CHEAR) di San Diego, negli Stati Uniti, hanno sviluppato una versione auto-guidata del programma che di solito viene proposto alle famiglie.

Tale sistema prevede incontri più brevi e meno frequenti: invece delle consuete sessioni settimanali di un'ora, le famiglie coinvolte nel nuovo programma ricevono materiale educativo scritto e partecipano a incontri di soli 20 minuti ogni due settimane per visionare il contenuto multimediale preparato dal team di ricerca. Una formula che permette di ridurre i costi e di adattare il trattamento alle esigenze delle famiglie con meno disponibilità di tempo.

I risultati dello studio

Lo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics ha coinvolto 150 coppie di genitori e figli, suddivise in due gruppi: uno ha seguito il programma tradizionale, mentre l'altro ha adottato la versione autoguidata. I ricercatori hanno monitorato i progressi dei partecipanti per 18 mesi, valutando il peso dei bambini a sei, dodici e diciotto mesi dall'inizio del trattamento. I risultati hanno dimostrato che entrambi i gruppi hanno ottenuto riduzioni di peso simili, nonostante il minor numero di ore di contatto con gli specialisti nel programma autoguidato: 5,3 ore contro le 23 del trattamento standard.

Un'opzione sostenibile per il futuro

Oltre a garantire risultati comparabili, il programma autoguidato ha dimostrato di essere significativamente più economico. Il costo per famiglia si è attestato a 1.498 dollari, rispetto ai 2.775 richiesti dal trattamento tradizionale. Questa riduzione delle spese, unita alla maggiore flessibilità, potrebbe rendere il trattamento dell'obesità infantile più accessibile a un numero maggiore di famiglie, in particolare a quelle con risorse limitate. Una prospettiva che potrebbe aiutare a compiere un paso decisivo nella lotta contro una piaga che ogni anno mette a repentaglio la salute di milioni di bambini nel mondo.

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