video suggerito
video suggerito

I primi suoni dei bebè vanno a ritmo con il battito cardiaco: la scoperta in uno studio

Una ricerca condotta dall’Università di Houston ha identificato una connessione tra le vocalizzazioni tipiche dei bebè e la loro frequenza cardiaca. La scoperta pone nuove prospettive nella comprensione delle meccaniche che portano allo sviluppo del linguaggio nei più piccoli.
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Suoni bebè

I primi dolci suoni di un neonato, quei piccoli sussurri di gioia che riempiono di meraviglia i genitori, nascondono un legame profondo e sorprendente tra il cuore e lo sviluppo del linguaggio. Una recente ricerca condotta da Jeremy I. Borjon, professore associato di psicologia presso l’Università di Houston, ha infatti rivelato come i primi tentativi vocali dei neonati siano strettamente collegati alle fluttuazioni del battito cardiaco. Lo studio, pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe aprire nuove prospettive sulla comprensione dello sviluppo linguistico e dei possibili segnali precoci di disturbi della comunicazione.

Una questione di coordinazione

Per i neonati produrre suoni riconoscibili non è solo una questione cognitiva, ma un’abilità motoria ancora tutta da rodare e che richiede il coordinamento di molti muscoli. Ciò che fino a poco tempo fa si ignorava è che questo complesso processo è strettamente legato alle variazioni del ritmo cardiaco. La ricerca ha coinvolto 34 neonati tra i 18 e i 27 mesi, analizzando 2.708 vocalizzazioni emesse mentre giocavano con un adulto. Nonostante la maggior parte dei suoni non fosse ancora identificabile come parole complete, è emerso un pattern sorprendente: i cambiamenti nel battito cardiaco erano sincronizzati con i mormorii e i versetti che i piccoli continuavano a riprodurre.

Immagine

Quando il cuore guida la voce

Come ricordato dagli autori della ricerca, le fluttuazioni del ritmo cardiaco sono naturali in tutti i mammiferi e seguono un andamento ritmico, aumentando e diminuendo in modo regolare. Secondo le rilevazioni presentate dal professor Borjon, i neonati tendono ad "adeguarsi" a questo andamento, vocalizzando maggiormente quando il battito raggiunge un picco massimo o un punto minimo. I suoni prodotti durante questi picchi, poi, risultano più lunghi, mentre quelli emessi prima dei cali sono più facilmente riconosciuti come parole da ascoltatori non esperti.

"Ogni suono prodotto da un neonato aiuta il suo cervello e il suo corpo a imparare a coordinarsi, un passo fondamentale verso lo sviluppo del linguaggio" ha spiegato Borjon. Questi risultati sottolineano come il sistema nervoso autonomo – quello che regola funzioni vitali come il battito cardiaco e la respirazione – giochi un ruolo cruciale nei primi anni di vita dei bambini.

Implicazioni per lo sviluppo linguistico

Il legame tra vocalizzazioni riconoscibili e il rallentamento del ritmo cardiaco suggerisce inoltre come uno sviluppo prevedibile del sistema nervoso autonomo sia essenziale per la formazione del linguaggio. Gli esperti hanno infatti posto l'accento sull'importanza ì di studiare ulteriormente questa relazione per comprendere meglio come emerge il linguaggio e per individuare potenziali fattori di rischio legati a uno sviluppo atipico.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views