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I personaggi animali dei libri per bambini possono stimolare lo sviluppo psicologico dei più piccoli

Secondo un recente studio, leggere storie che hanno per protagonisti animali o personaggi antropomorfi potrebbe aiutare i bambini a sviluppare più velocemente alcune capacità cognitive e relazionali, favorendone la socialità e, in una certa misura, anche l’apprendimento.
A cura di Niccolò De Rosa
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I personaggi animali dei libri per bambini possono stimolare lo sviluppo psicologico

Gli animali protagonisti dei libri per bambini non sono solo una mera fonte di intrattenimento ma, secondo un recente studio, potrebbero ricoprire un ruolo fondamentale anche nello sviluppo psicologico dei bambini.  A dirlo è una ricerca condotta dall'Università di Plymouth che ha esplorato come i personaggi non umani all'interno delle opere letterarie illustrate influenzino la teoria della mente nei bambini, ossia la capacità di comprendere e prevedere cambiamenti sociali osservando segnali come tono di voce, espressioni facciali o scelte linguistiche.

Ciò che i ricercatori hanno scoperto è che leggere le avventure di conigli e orsetti che comunicano e si comportano come umani potrebbero rendere più facile per un bimbo il potenziamento di alcune abilità utili sia per le relazioni che per la gestione delle proprie emozioni.

Lo studio: bambini e animali a confronto

Per la ricerca, oltre 100 bambini tra i 5 e i 10 anni sono stati coinvolti in test che misuravano le loro skills cognitive e, soprattutto, la loro teoria della mente, saggiandone la capacità di riconoscere le emozioni (proprie e altrui) e attribuire stati mentali (desideri, idee, sentimenti etc…) alle altre persone. I risultati sono stati confrontati in base al tipo di personaggi, umani o animali, che popolavano le storie dei loro libri.

Dall'analisi dei dati raccolti è così emerso che, quando i bambini si cimentavano in letture che avevano per protagonista personaggi umani, le abilità cognitive dei bambini aumentavano con l’età, seguendo un progresso prevedibile. Quando invece i libri più letti parlavano di personaggi animali o antropomorfi, anche i bambini più piccoli – quelli della fascia d'età di prima elementare – si mostravano in grado di raggiungere risultati simili a quelli di bambini di terza elementare, più grandi di due anni.

I personaggi animali dei libri per bambini possono stimolare lo sviluppo psicologico

Secondo gli autori della ricerca, recentemente pubblicata sul Journal of Experimental Child Psychology, simili risultati sottolineano l'importanza di entrambi i tipi di personaggi nello sviluppo dei bambini, anche se con funzioni diverse a seconda dell’età.

Una chiave per l’educazione

Secondo la dottoressa Gray Atherton, una delle firme principali dello studio, gli animali sono onnipresenti nelle storie per bambini, dai libri ai cartoni animati. Ma il loro fascino potrebbe andare oltre la semplice simpatia. "Abbiamo scoperto che i personaggi umani e non umani hanno ruoli diversi nello sviluppo della capacità dei bambini di interpretare il mondo. Questo potrebbe essere utile per adattare attività e lezioni durante i primi anni scolastici", ha spiegato la ricercatrice.

Lo studio si inserisce in un filone di ricerche precedenti condotte dagli stessi autori, che hanno esplorato come attività educative possano influenzare lo sviluppo sociale ed educativo, specialmente in persone con autismo o difficoltà di apprendimento.

Verso applicazioni concrete

I risultati aprono la strada a nuove applicazioni, in particolare per bambini con autismo. Il dottor Liam Cross, coautore della ricerca, ha evidenziato come attività basate su personaggi animali potrebbero anche aiutare i bambini autistici a raggiungere livelli di competenza sociale comparabili a quelli dei loro coetanei. In esperienze precedenti, infatti, era stato notato come l’uso di animali nei compiti potesse favorire l’apprendimento nei ragazzi con autismo.

I ricercatori ora intendono replicare lo studio su bambini con disturbi dell'apprendimento, per valutare se i benefici riscontrati possano essere utilizzati per creare strumenti educativi più efficaci. "Potremmo sviluppare approcci specifici che supportino i bambini in momenti critici del loro sviluppo", ha concluso il dottor Cross.

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