I papà poco coinvolti possono crescere figli meno interessati all’amore e ai rapporti di coppia: lo studio

Mentre numerose ricerche hanno dimostrato che le figlie cresciute con padri assenti o poco coinvolti tendono a sviluppare basse aspettative nei confronti dell'impegno maschile, pochi studi si sono soffermati sugli effetti di una scarsa presenza paterna sui figli maschi. Le ricercatrici Danielle J. DelPriore e Rebecca Reeder hanno quindi provato a colmare questa lacuna, analizzando come la qualità dell'investimento paterno influenzi le convinzioni dei figli riguardo alle relazioni romantiche e la loro propensione a impegnarsi con una partner.
Lo studio, pubblicato su Evolutionary Psychological Science ha così mostrato come la scarsa partecipazione dei padri nella quotidianità familiare possa portare i figli a investire meno nelle relazioni amorose durante l'adolescenza e l'età adulta.
Lo studio
L'indagine ha coinvolto 486 uomini eterosessuali di età compresa tra i 18 e i 36 anni, con un'età media di 29 anni, reclutati tramite una piattaforma di ricerca online. Tutti i partecipanti hanno risposto a questionari mirati per valutare diversi aspetti del rapporto padre-figlio, tra cuiil grado di coinvolgimento paterno nei primi 16 anni di vita, la presenza o assenza del padre, l'influenza materna e le credenze personali sulle relazioni.
Nella seconda fase della raccolta dati, le ricercatrici hanno poi domandato a ogni adulto coinvolto il proprio parere sulla possibilità di impegnarsi emotivamente, trascorrere del tempo con i partner e dare priorità alle relazioni all'interno di una vita sociale completa e strutturata (così da escludere i casi in cui si finisce di dedicarsi al partner per mancanza di alternative) per misurare la disponibilità dei membri del campione a investire emotivamente nei rapporti di coppia,.

La qualità conta più della presenza
I risultati dello studio hanno mostrato un dato chiaro: non basta che un padre sia fisicamente presente. Ciò che davvero incide è la qualità del suo coinvolgimento. I figli che hanno percepito una scarsa attenzione, poco calore e un mancato supporto paterno durante i delicati anni della crescita tendono infatti a credere che gli uomini, in generale, investano poco nei rapporti di coppia e che le donne non si aspettino un grande impegno da parte loro. Di conseguenza, questi uomini risultano meno propensi a dedicarsi attivamente alle proprie relazioni affettive, anche in quei casi in cui l'amore e l'affetto nutrito per l'altra persona appare sincero.
Un ruolo unico, distinto da quello materno
Anche tenendo conto della presenza e del calore materno, lo studio ha poi evidenziato che, almeno per i figli maschi, il ruolo del padre rimane ben distinto da quello madre. Se infatti l'affetto materno può effettivamente influenzare la disponibilità generale del figlio a impegnarsi, non appare determinante nel modellare le sue convinzioni sull'investimento maschile nelle relazioni. Questo suggerisce che i padri svolgano un ruolo cruciale nella trasmissione di aspettative e comportamenti relazionali da una generazione all'altra.

Un ultimo aspetto interessante è infine il meccanismo psicologico che collega l'esperienza infantile alla vita adulta. Le convinzioni maturate in base all'investimento paterno sembrano infatti influenzare direttamente la predisposizione dei figli a impegnarsi nelle loro relazioni, creando un potenziale ciclo intergenerazionale di basso coinvolgimento maschile. Comprendere questi meccanismi, hanno concluso DelPriore e Reeder, potrebbe aiutare a mettere a punto interventi mirati per spezzare questi schemi e favorire una maggiore consapevolezza del ruolo paterno.