I nuovi farmaci per l’epilessia assunti in gravidanza non danneggiano la creatività dei bambini: lo studio
Contrariamente a quanto accadeva in passato, assumere i nuovi farmaci per trattare l'epilessia durante la gravidanza non comporta conseguenze per il pensiero creativo dei bambini.
Lo studio, comparso il 29 maggio su Neurology, non ha infatti riscontrato significative conseguenze sulla creatività dei bimbi, ma solo leggeri effetti sulle funzione esecutive, come l'abilità di pianificare e concentrarsi su diverse attività, che però sono state associate ad un'elevata concentrazione di simili medicinali. Un elemento che ha portato gli autori della ricerca a ribadire la necessità di regolare la somministrazione di queste sostanze in modo da ridurre al minimo l'impatto sulla crescita dei bambini.
Lo studio
La ricerca compiuta dal team di neurologi e pediatri americani rivede in parte la letteratura scientifica che nei decenni scorsi aveva riscontrato un legame tra farmaci anti-epilettici in gravidanza e un calo della creatività dei più piccoli.
Per giungere a simili conclusioni i ricercatori hanno osservato i dati provenienti da 251 bambini nati da madri epilettiche e 73 bambini nati da madri non epilettiche. La maggior parte delle madri epilettiche coinvoltea assumeva un solo farmaco antiepilettico, principalmente Lamotrigina (81 partecipanti) e Levetiracetam (68 partecipanti).
Raggiunta l'età di quattro anni e mezzo, i bambini sono poi stati sottoposti a un test di pensiero creativo che consisteva nel completare o aggiungere illustrazioni partendo da una forma data. Questo test serviva a valutare le capacità di fluenza di pensiero, flessibilità e originalità.
I risultati sono poi stati ponderati in base al quoziente intellettivo e al livello di istruzione delle madri e da quanto è emerso non sono state riscontrate differenze significative nei punteggi di creatività tra i bambini nati da madri epilettiche e quelli nati da madri non epilettiche.
Eventuali disparità non sono state rilevate nemmeno analizzando i differenti livelli di farmaci antiepilettici nel sangue delle madri durante il terzo trimestre, tuttavia concentrazioni più elevate di questi farmaci nel sangue materno durante il terzo trimestre sono state associate a una performance lievemente peggiore nei test delle capacità esecutive, in particolare per quanto riguarda l'esposizione al Levetiracetam.
Stando alle parole di Kimford Meador, neuropsicologo pediatrico della Stanford University di Palo Alto e firma principale dello studio, simili risultati hanno evidenziato come benché i nuovi farmaci per il trattamento dell'epilessia siano generalmente più sicuri, la regolazione delle dosi rimane necessaria per trovare un equilibrio ottimale tra il controllo delle crisi epilettiche e la minimizzazione degli effetti negativi sul bambino in via di sviluppo.
"C'è ancora molto da imparare sull'impatto dei farmaci per l'epilessia di una madre sullo sviluppo creativo del bambino", ha spiegato Meador. "Sono necessari ulteriori studi, soprattutto nei bambini più grandi per valutare l’effetto completo di questi farmaci sullo sviluppo infantile".