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La storia dei fratellini gemelli, entrambi con il cancro a quattro anni di distanza diventa un documentario

La storia, mostrata anche da un documentario, viene dagli Stati Uniti ed è stata recentemente raccontata dai tre protagonisti della vicenda: la madre Rhea e i suoi due gemelli, i quali continuano a sostenersi a vicenda nonostante i colpi inferti dalla malattia.
A cura di Niccolò De Rosa
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Storia gemelli con tumore

Il dolore più grande per una madre è assistere impotente alla malattia di un figlio. Per Rhea, madre afroamericana con sei figli, però, questo dolore lancinante è stato doppio, poiché entrambi i suoi gemelli, oggi undicenni, hanno affrontato una grave forma di leucemia a quattro anni di distanza l'uno dall'altro.

Eppure, nonostante le difficoltà, sia Rhea che i due fratelli, A. e AD, non hanno mai perso la voglia di lottare e ora che la loro storia verrà ripresa all'interno della serie Kids Like Us (un documentario a puntate distribuito su Sky UK che mostrerà le vite di bambini affetti da cancro), i tre hanno deciso di raccontarsi al sito del quotidiano britannico Daily Mail.

La malattia del primo gemello

Il primo segnale che qualcosa non andava è arrivato nell'ottobre 2019, quando A. ha iniziato a manifestare sintomi simili a quelli di un'infezione da streptococco, con febbre e forte mal di testa. Quando però il piccolo ha cominciato a far fatica a respirare, Rhea ha sollecitato i medici per approfondire la questione. Così, dopo una serie infinita di esami, sul petto di A. è stata scoperta una massa che ha subito fatto presagire al peggio.

La diagnosi è stata tremenda: il ragazzo soffriva di leucemia linfoblastica acuta a cellule T, una forma rara e aggressiva del cancro, causata da un accumulo spropositato di globuli bianchi. Un bambino normale dovrebbe avere un numero di globuli bianchi nel sangue di circa 15.000 unità: su A. i test ne contavano oltre 500.000.

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Dopo oltre due anni di trattamenti intensivi, tra cicli di chemioterapia e lunghi ricoveri, A. è però riuscito a superare la malattia, un risultato che Rhea ha descritto come un autentico miracolo. La gioia però è durata ben poco.

Il ritorno dell'incubo

Appena 11 mesi dopo infatti, dopo un allenamento di football particolarmente intenso AD è tornato a casa accusando un forte malessere che il ragazzo attribuiva ad uno scontro di gioco. Nelle ore successive però il giovane aveva cominciato a soffrire di una forte nausea, respirando a malapena e non riuscendo più a trattenere nello stomaco il cibo consumato.

Inizialmente i medici sospettavano un trauma cranico, ma ulteriori accertamenti hanno confermato la medesima diagnosi che aveva stravolto la vita del fratello.

"Le mie prime parole sono state: non posso affrontare di nuovo tutto questo" ha raccontato Rhea, ricordando che in occasione della prima diagnosi ad A. i dottori l'avevano anche rassicurata, spiegandole che l'altro gemello non sarebbe stato a rischio.

I fratelli si sostengono a vicenda

AD oggi è ancora in cura e sta affrontando un percorso più difficile e tortuoso rispetto al fratello, con continue complicazioni – pancreatite, emorragie cerebrali e problemi al fegato e alla milza – che ne hanno fiaccato le energie e aggravato il quadro clinico.

Eppure, nonostante la gravità della situazione, AD sa si poter resistere e contare sul sostegno costante del gemello.

A., il cui cancro è ufficialmente in remissione, è infatti il primo supporter del fratello ogni giorno lo incoraggia a mantenere la calma e a confidare nel futuro. "Ho già passato tutto questo, ce la farai anche tu", gli ripete sempre.

E l'esempio di A. sembra sortire l'effetto desiderato. "Vedendo mio fratello sopravvivere – ha dichiarato AD – Ho capito che starò bene anch'io".

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