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“I giochi di ruolo possono aiutare ad essere genitori migliori”: una scrittrice spiega perché

Ispirandosi ai giochi di ruolo fantasy, una scrittrice americana ha recentemente proposto una nuova visione della genitorialità improntato su un approccio collaborativo, empatico e creativo, dove ogni aspetto della vita quotidiana si trasforma in una piccola avventura da vivere insieme ai propri figli.
A cura di Niccolò De Rosa
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Benché draghi, mostri e guerrieri spietati spesso possano risultare meno spaventosi di un capriccio drammaticamente inconsolabile prima di andare a letto, i giochi di ruolo fantasy – quelli con i dadi, le pedine e una storia che via via si costruisce sulla base delle scelte dei partecipanti – possono rivelarsi degli ottimi "manuali" per diventare genitori migliori.

È questa l'idea di Shelly Mazzanoble, mamma e scrittrice americana, che nel suo ultimo libro How to Dungeon Master Parenting ha tracciato un interessante parallelo tra questi passatempi e il compito educativo di mamme e papà.

Nel corso di un'intervista alla CNN Mazzanoble ha infatti proposto una visione innovativa per i genitori, i quali vengono invitati ad affrontare il compito di crescere i figli come se fosse una partita di un gioco di ruolo, con collaborazione, creatività e leadership.  Dopotutto, ha dichiarato l'autrice, quando si crescono dei bambini, non ci sono regole fisse, ogni giorno comporta una serie di sfide imprevedibili e solo potendo contare sull'aiuto di fidati compagni di percorso è possibile raggiungere i propri obiettivi. Proprio come in una campagna di Dungeons & Dragons!

Il genitore come guida "narrante"

Come spiegato da Mazzanoble per sostenere la propria tesi, nel gioco di ruolo, il Dungeon Master (DM) è il narratore che guida i giocatori attraverso una storia imprevedibile, assicurandosi che tutti siano al sicuro, si divertano e siano sfidati nel modo giusto. Mazzanoble sostiene quindi che questo ruolo abbia molte similitudini con quello del genitore: entrambi devono gestire l'incertezza, garantendo il benessere degli altri. Tuttavia, mentre il DM accoglie con entusiasmo l'ignoto, i genitori spesso lo temono.

Raccontando la sua esperienza personale, Mazzanoble spiega come abbia realizzato che, se fosse riuscita a incarnare le qualità di un Dungeon Master anche come genitore, sarebbe diventata molto più efficace. "Perché non trasformare la genitorialità in un viaggio collaborativo, proprio come una partita di D&D?" ha suggerito l’autrice, invitando i genitori a considerare l'educazione dei figli come una storia da costruire insieme.

Giochi di ruolo e genitorialità

La "Session Zero" per i genitori

Un concetto chiave in D&D è la "Session Zero", ovvero un incontro iniziale in cui i giocatori e il DM discutono sulle caratteristiche dei vari personaggi e le dinamiche di gioco. Ebbene, per la scrittrice, anche i neo-genitori dovrebbero ritagliarsi un momento del genere insieme ai partner e alle persone che li supporteranno nel loro percorso educativo.

Durante questo incontro, i genitori potrebbero infatti discutere su alcuni aspetti importanti riguardanti la crescita dei bambini, come gli obiettivi educativi, i metodi con cui verrà impartita disciplina o i confini da rispettare nei rapporti familiari. Se ad esempio una coppia vuole dirsi aperta ai consigli dei nonni, ma non desidera eccessive interferenze quando si tratta di prendere decisioni importanti per i figli, allora questa sorta di Session Zero potrebbe essere una buona occasione per comunicare tale volontà.

Collaborazione e supporto

Un altro principio cardine del manuale di Mazzanoble è l'importanza della collaborazione, non solo con altri adulti ma anche con i figli stessi. Proprio come i guerrieri, i maghi e i guaritori di una squadra di D&D si sostengono a vicenda per sopravvivere alle trappole o sconfiggere i nemici, ogni membro della famiglia può contribuire al benessere collettivo.

"I bambini dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni" ha affermato l’autrice, sottolineando l'importanza di conferire loro, pur gradualmente, sempre più autonomia e supporto. In questo modo, i ragazzi possono imparare ad affrontare le sfide in modo più indipendente e sicuro.

I genitori possono imparare dai giochi di ruolo

Il supporto però può essere sia interno, che esterno. Se infatti i giocatori di ruolo spesso si riuniscono in community in cui scambiarsi esperienze e consigli, allo stesso modo, propone Mazzanoble, i genitori possono costruirsi una rete di sostegno e collaborazione con vicini di casa, genitori del gruppo classe o amici con figli per condividere eventuali problemi, dubbi o suggerimenti utili.

Accettare il fallimento come parte del percorso

Anche il cavaliere più forte e coraggioso a volte imbocca un sentiero sbagliato o non riesce a portare a termine la sua nobile missione. Perché dunque i genitori non dovrebbero fare i conti con il fallimento? L'importante è non vederlo solo come qualcosa di negativo. "Io probabilmente sbaglio diverse volte al giorno con mio figlio, ma sto fallendo o lo sto capendo?" spiega Mazzanoble,  invitando i genitori a riformulare le proprie esperienze negative come parte della loro storia personale e di quella dei figli.

Il ruolo del gioco di ruolo nella crescita

Infine, Mazzanoble non manca di evidenziare l'importanza del gioco di ruolo stesso, come D&D o tanti altri prodotti simili, nello sviluppo delle abilità di vita dei bambini. Attraverso questa finzione che stimola la fantasia, i bambini imparano infatti l'empatia, il senso di responsabilità e il fatto che ogni scelta comporta una conseguenza. Con giochi simili, conclude l'autrice, ogni genitore può offrire ai figli il potere di vedere come le loro scelte possano influenzare le altre persone e il loro stesso futuro. E se l'obiettivo della partita sfuma, pazienza: il bello della vita è che ogni giorno corrisponde ad una nuova partita.

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